Atti del 1° congresso nazionale per le malattie del lavoro (malattie professionali) / 1907
ID 21691 | Palermo 19-21 ottobre 1907 - Download (link diretto)
Sabato, 19 ottobre 1907, alle ore 10 antim. nell'Aula Magna della R. Università di Palermo, si è inaugurato solennemente il I Congresso Nazionale per le Malattie del Lavoro.
Sono present! il Rappresentante del Governo Comm. Magaldi, le autoritetà cittadine, civili e militari, i Senatori Marchese De Seta, Prefetto di Palermo, De Cristoforis, Maragliano, De Martino, Guarnieri, l'intero gruppo italiano della Commissione internazionale per lo studio delle malattie professionali, i delegati dei Municipi e di varie Società, molte signore, signorine, ecc. ecc.
Prende per il primo la parola il prof. Carmelo Lazzaro, che, in rappresentanza del Sindaco della città di Palermo, saluta i Congressisti : Signori e Signore, Palermo 6 lieta e orgogliosa di dare ospitalità a Voi Illustri Rappresentanti delle scienze mediche e delle Industrie convenuti qui per compiere una missione nobilissima, la quale, mentre riesce proficua allo incremento della scienza, tende a risolvere uno dei più gravi problemi moderni La protezione dei lavoratori ed invero, dallo studio accurato delle malattie del lavoro, del modo come esse prendono origine e si svolgono, dei rimedi che valgono ad attenuarle, dovranno scaturire i suggerimenti che servir debbono di guida al legislatore.
In questo campo poco in Italia si è fatto, ed è a sperare che i voti che Voi formulerete, spingeranno coloro che hanno il dovere di porre la Patria nostra all'altezza delle esigenze moderne ad attuare quel complesso di riforme legislative che si rende ancor più imperioso oggi che l'Italia si e felicemente incamminata nella via delle Industrie. (Applausi).
Lo studio delle malattie professionali porterà, senza dubbio, ad una nuova orientazione della legislazione moderna e la struttura scheletrica di questa legge, ben dice il Pieraccini, non può essere che opera di medici (e di industriali mi permetto aggiungere io); l'uomo politico non potrà che mettere la veste. A noi dunque la sostanza, ad altri il darne la forma.
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