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Camera iperbarica multiposto: il caso "Galeazzi"

Camera iperbarica multiposto: il caso "Galeazzi"

Il giorno 31 ottobre 1997, in Milano, si verificava un grave incidente all’interno della struttura sanitaria privata denominata Istituto Ortopedico “Galeazzi”. Mentre alcuni pazienti, insieme ad un infermiere, si trovavano all’interno della camera iperbarica per essere sottoposti al trattamento di ossigenoterapia iperbarica, si sviluppava un incendio che causava la morte di 11 persone.

Ancora da normare, ad oltre 20 anni, la figura di "Tecnico Iperbarico Sanitario".

Sentenza di Primo Grado (estratto)

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Ritenuta la causalità di natura omissiva la sentenza di primo grado ha poi affrontato il tema delle posizioni di garanzia ravvisabili nel caso di specie. In particolare, esaminando la posizione di garanzia del “datore di lavoro”, il Tribunale di Milano, premesse ampie considerazioni sulla natura non delegabile di alcune delle funzioni (valutazione del rischio, formazione e aggiornamento del relativo documento; designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione) e sui presupposti per una valida delega in relazione alle funzioni delegabili è pervenuto alla conclusione che, in base alla definizione di “datore di lavoro” contenuta nell’art. 2 del D.Lgs. n. 626 del 1994, dopo le modifiche introdotte con il D.Lgs. n. 242 del 1996, possono aversi, in una struttura imprenditoriale, più datori di lavoro.

Si precisa, nella sentenza, che il documento di valutazione del rischio predisposto dal RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’istituto) era “indiscutibilmente privo di contenuto” tanto da far ritenere che il redattore “non aveva mai visto in vita sua una camera iperbarica” aggiungendo, in nota, che “l'RSPP ha completamente ignorato nello specifico il funzionamento della camera iperbarica e la particolarità e concretezza del rischio incendio”, cioé quello che il Tribunale considera “il più temibile rischio di quella terapia” (l’ossigenoterapia iperbarica).
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Sentenza di Secondo Grado (estratto)
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Ha invece ritenuto in colpa all'amministratore delegato Istituto Ortopedico S.p.A, datore di lavoro, per aver recepito il documento di valutazione del rischio redatto dal RSPP senza rendersi conto della “macroscopica inconsistenza dello stesso” che doveva apparire evidente anche a chi non avesse le competenze scientifiche necessarie (la Corte sottolinea come il rischio incendio non fosse neppure menzionato) e per non aver considerato che la camera iperbarica non era mai stata omologata; su questo punto la Corte ha ritenuto irrilevante l’affidamento sulla verifica effettuata dal presidio multizonale (P.M.I.P.) della Usl competente il 15 maggio 1997 ritenendo che questo controllo non avesse ad oggetto il funzionamento del sistema antincendio.
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La normativa di Prodotto

Le camere iperbariche multiposto in ambiente clinico sono apparecchi a pressione al cui interno vengono eseguite terapie mediche, e come tali devono essere progettate, costruite e collaudate in ottemperanza a quanto prescritto dalle:

- Direttiva 93/42/CEE Dispositivi medici;
- Direttiva 97/23/CE PED (nuova Direttiva 2014/34/UE)
- Altre Direttive di Prodotto CE applicabili ATEX, EMC/BT.

La figura di Tecnico Iperbarico

Nel 2008 è stato presentata una Proposta di Legge di Istituzione della professione sanitaria di tecnico iperbarico (non si ha seguito):
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1. È istituita la professione sanitaria di tecnico iperbarico, con il seguente profilo professionale: il tecnico iperbarico è l’operatore sanitario che, in possesso del titolo universitario abilitante, svolge direttamente, con  titolarità e autonomia professionali, attività dirette alla conduzione degli impianti iperbarici, al controllo e alla verifica del funzionamento ottimale delle camere iperbariche.
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Ad oggi, non esiste, nel repertorio delle qualifiche professionali, la qualifica professionale di Operatore Tecnico Iperbarico Sanitario.

L'Operatore Tecnico Iperbarico è un professionista specializzato nell’impiego delle camere iperbariche, all’interno delle quali, secondo metodi precodificati, l’uomo viene sottoposto ad aumenti o diminuzioni di pressione dell’aria-ambiente appositamente controllati.
Spesso infatti l’uomo si trova a dover respirare aria ad una pressione superiore a quella atmosferica per un tempo tale da richiedere la decompressione in ambiente protetto (come le immersioni subacquee), oppure a scopo terapeutico per il trattamento di specifiche patologie (in ambiente ospedaliero attrezzato).
 
Le norme UNI ed IMCA attività subacquee ed iperbariche
 
La figura di Operatore Tecnico Iperbarico nelle attività subacquee ed iperbariche (in ambiente non sanitario), anche in questo caso non è normata adeguatamente (vedi DDL Senato 320/2015 Disciplina delle attività subacquee e iperbariche), ma è molto ben codificata dall'IMCA (International Marine Contractor Association) sia dalle norme del sistema di certificazione UNI, in particolare dalla UNI 11366:2010.
 
Nella dizione IMCA l'Operatore Tecnico Iperbarico di Alto Fondale è detto Life Support Technician LST, il quale opera con un assistente detto Assistant Life Support Technician.
Costoro, supervisionati da un LSS (Life Support Supervisor), sono gli addetti dell'impianto di saturazione, ovvero del complesso sistema che permette ai sommozzatori di lavorare in Alto Fondale.

Le corrispondenti figure nel sistema di qualità UNI, sono il Tecnico Iperbarico di Alto Fondale (TIAF), assistito da un Assistente del Tecnico Iperbarico di Alto Fondale (ATIAF) ed entrambi supervisionali da un Supervisiore alla saturazione (SSat).

Per i lavori in basso fondale la norma UNI identifica il TI, ovvero il Tecnico Iperbarico (Chamber Operator).
 
Agg. 16 Marzo 2018
 

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