Stima del rischio: scelta adeguata delle matrici del rischio / Note e considerazioni - Rev. 2.0 Aprile 2024
ID 19663 | Rev. 2.0 del 16.04.2024 / Documento completo allegato
L'uso di matrici del rischio semi-quantitative per la rappresentazione di determinate tipologie di rischio, è metodo di stima soggettivo comunemente usato, ma può porre molti dubbi ed incertezze sull'applicazione in relazione:
- sia alla struttura vera e propria della matrice per le variabili e valori assunti delle stesse (per un certo tipo di rischio);
- sia, appunto, in fase di applicazione del metodo per la selezione corretta di tali valori che diventa soggettiva e che dipendere fortemente dalle conoscenze del tecnico.
Il Documento intende precisare che le matrici del rischio, devono essere adeguatamente strutturate (preferire matrici normate), relazionate al tipo di rischio, e che in fase di applicazione possono presentarsi difficoltà e poca chiarezza dovute a al fatto che devono essere individuati valori corretti tra quelli assumibili dalle variabili, in modo soggettivo.
Es:
Ipotizzando il medesimo tipo di rischio e similare livello qualitativo di R, si nota, in generale, come la matrice a sinistra sia "più cautelativa" nel valore calcolato di R per gli stessi valori di P e D (minori celle verdi e maggiori celle rosse), ma non significa che sia più adeguata, in quanto è in gioco la soggettività del tecnico per l'applicazione del metodo. Stime del rischio non adeguate possono inficiare il processo di valutazione del rischio.
Spesso troviamo matrici del rischio (su dati semi-quantitativi) che non hanno una validazione corretta delle modalità di elaborazione (rispetto al tipo di rischio rappresentato in matrice) in termini di scelta delle variabili, scelta operazioni tra le variabili, valori delle variabili assunti e livello di rischio qualitativo associato all’indice di rischio numerico (si veda a seguire).
Illustriamo le nostre considerazioni in merito, più ampie possibili, e quindi senza pretese assolutive.
R = f (P, D, A1, A2,…)
Variabili: P, D, A1, A2, ...
Operazioni: +, x, altro
Valori numerici assunti per le variabili es P = 0, 1, 2, 3, 4 / D = 0, 1, 2, 3, 4 / A1 = ... / A2 = ... / ... = ...
Livello di rischio semi-quantitativo associato (es. R1 = 4 Rischio basso) (*)
(*) Stima semi-quantitativa
La rappresentazione del rischio può avere carattere oggettivo e soggettivo. Quando si è in possesso di dati numerici di origine certa ed affidabile (provenienti da banche dati pubbliche, private, aziendali, ecc.), l’indice di rischio risulta un valore numerico oggettivo.
Nel caso in cui non ci sia disponibilità dei suddetti dati numerici, allora l’indice di rischio si basa su dati qualitativi ed assume un valore soggettivo.
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La stima del rischio è il processo globale di identificazione, analisi e valutazione del rischio.
L’identificazione del rischio rappresenta il processo per la determinazione di cosa accade, perché accade e come accade.
L’analisi del rischio è l’uso sistematico delle informazioni disponibili per determinare con quale probabilità di accadimento specificati eventi possano avvenire e la magnitudo delle loro conseguenze.
La valutazione del rischio è il processo utilizzato per determinare le priorità di gestione del rischio per mezzo della comparazione del livello di rischio trovato durante il processo di analisi, con criteri di accettazione di rischio stabiliti in precedenza.
L’analisi del rischio, e i criteri con i quali il rischio è messo a confronto durante la valutazione, dovrebbero essere considerati sulla stessa base.
Pertanto, valutazioni qualitative relazionano confronti di livelli qualitativi con criteri qualitativi e valutazioni
quantitative coinvolgono confronti di livelli numerici di rischio con criteri che possono essere espressi con specifici numeri, esprimenti quantificazione del danno, frequenze o valori monetari.
L’identificazione, l’analisi e la valutazione del rischio rappresentano lo strumento di base che permette di identificare sostanze, attrezzature, situazioni, ecc., che potrebbero arrecare danni ai lavoratori e di prendere i necessari provvedimenti per salvaguardarne la sicurezza.
Il processo di stima del rischio consiste può essere sintetizzato in tre fasi:
1. individuazione delle possibili sorgenti di pericolo;
2. accertamento che tali sorgenti di pericolo, nel contesto delle attività, comportino un reale rischio per il lavoratore;
3. quantificazione e confronto del rischio.
Formulazione del rischio
È importante sottolineare la differenza concettuale tra pericolo e rischio: il pericolo esiste anche quando non ci sono i presupposti per l’accadimento dell’evento dannoso.
I termini "pericolo" e "rischio" non hanno sempre lo stesso significato in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea e nemmeno all’interno delle singole discipline scientifiche.
Da D.Lgs. 81/2008 Art. 2 - Definizioni:
q) "valutazione dei rischi": valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza;
r) "pericolo": proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni;
s) "rischio": probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; (vedasi allegato)
Rappresentazione del Rischio
La rappresentazione del rischio può avere carattere oggettivo e soggettivo. Quando si è in possesso di dati numerici di origine certa ed affidabile (provenienti da banche dati pubbliche, private, aziendali, ecc.), l’indice di rischio risulta un valore numerico oggettivo.
Nel caso in cui non ci sia disponibilità dei suddetti dati numerici, allora l’indice di rischio può essere basato su dati qualitativi ed assume un valore soggettivo.
Fig 1 - Rappresentazione del Rischio
(1) Percorsi 1 e 2 standard, possibile incrociare i vari elementi del diagramma
(3) La funzione f può essere (P x D), (P + D), con altri fattori f (P, D, A) (A = Altro - scegliere adeguatamente la/e variabile/i), inoltre P, D, altro, devono assumere valori adeguati - Garantire che la soggettività della stima del rischio sia ben giustificata, con funzioni, variabili e valori assunti.
(4) Vedere es. matrice ISO/TR 14121-2 p. 6.2 (Rischio macchine)
R = f (CI, Se) = ((Fr + Pr + Av), Se)
Fr = Frequenza,
Pr = Probabilità,
Av = Evitabilità
CI = Fr + Pr + Av.
Se = Gravità
(5) la matrice R = P x D è un esempio - non definitivo.
(6) Vedere UNI/TR 11430:2011 Calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro - Criteri per la scelta, l’uso, la cura e la manutenzione (a seguire).
(7) Curve isorischio non sono spesso disponibili, si propende per matrici del rischio
(8) Altre metodolgie di rappresentazione del rischio su dati oggettivi (dati aziendali, curve dose-risposta, altro)
(9) Altre metodologie di rappresentazione del rischio su dati soggettivi (valori curve/rette, grafico del rischio, mappe, ecc)
(10) Vedere UNI/TR 11430:2011 curve isorischio R = P x D - Curve iperboli equilatere y = k/x
...
Giustificazione della matrice del rischio scelta nel DVR (per il tipo di rischio)
Fig. 2 - Giustificazione della matrice scelta nel DVR per il tipo di rischio
Dalla matrice del rischio alle curve isorischio
A. Matrice R = P x D (scale da 0 a 4)
Si assuma che sia la probabilità P e il Danno D vengano definite su scale da 0 a 4.
Il rischio R = P x D sarà una grandezza da 0 a 16.
Si decida ad esempio di rappresentare sulla matrice del rischio le curve isorischio R = 2, R = 3, R = 4 e R = 8
Si può osservare che le curve isorischio corrispondono a funzioni di proporzionalità inversa (del tipo y = k/x).
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NB: in rosso i valori non interi della curva isorischio costruita (non sono presi altri valori che può assumere R):
R = 2
Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 2, ad esempio (1, 2), (2, 1) (4, 0,5) (0,5, 4) (3, 1,33) (1,33, 3)
In questo caso D = 2 / P
R = 3
Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 3, ad esempio (1, 3), (3, 1) (2, 1,5) (1,5, 2)
In questo caso D = 3 / P
R = 4
Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 4, ad esempio (2, 2), (3, 1,33), (1,33, 3), (4, 1), (1, 4):
In questo caso D = 4 / P
R = 8
Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 8, ad esempio (4, 2), (3, 2,66), (2,66, 3), (2, 4):
In questo caso D = 8 / P
Fig. 3 - Curve isorischio F = P x D (scale da 0 a 4)
B. Matrice R = P x D (scale da 0 a 4)
Se si definisce il Rischio come somma di P e D (R = P + D), le corrispondenti curve isorischio sono rette y = mx + q, infatti:
D = R - P
Es:
2 = P + D (0,2) (2,0) (1,1)
3 = P + D (0, 3) (3, 0) (1, 2) (2, 1)
4 = P + D (2, 2) (1, 3) (3, 1) (4,0) (0,4)
5 = P + D (2, 3) (3, 2) (4, 1) (1, 4)
6 = P + D (2,4) (4,2) (3,3)
...
Fig. 4 - Curve isorischio (rette) F = P + D (scale da 0 a 4)
...
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Esempio UNI/TR 11430:2011
Calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro
Criteri per la scelta, l’uso, la cura e la manutenzione
Il rapporto tecnico fornisce indicazioni per la scelta, l’uso, la cura e la manutenzione delle calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro. Esso è destinato all’utilizzo da parte dei fabbricanti di calzature, dei fornitori, dei datori di lavoro, dei lavoratori autonomi, dei responsabili della sicurezza dei lavoratori e degli utilizzatori.
APPENDICE B (informativa)
STIMA DEL RISCHIO
Rappresentazione del Rischio
Da un punto di vista quantitativo, il rischio R (indice di rischio) è generalmente riconducibile a due fattori, quali:
- la probabilità P (o frequenza F) che si verifichi un dato evento dannoso;
- la magnitudo delle conseguenze M (entità del danno).
Esso è valutato come il prodotto delle due sopra citate grandezze secondo la seguente formula:
R = P x M
La frequenza è il rateo con cui un evento si verifica ed è espresso in termini di un numero di eventi/anno.
La probabilità è invece un numero compreso tra 0 e 1, che esprime il grado di fiducia riguardante il possibile verificarsi di un evento.
Le conseguenze sono l’effetto, diretto o indiretto, dell’evento pericoloso: le conseguenze si possono misurare in termini di effetti sulla salute degli esseri umani e sull’integrità dell’ambiente, oppure come danni economici.
B.3 Rappresentazione del rischio
La rappresentazione del rischio può avere carattere oggettivo e soggettivo. Quando si è in possesso di dati numerici di origine certa ed affidabile (provenienti da banche dati pubbliche, private, aziendali, ecc.), l’indice di rischio risulta un valore numerico oggettivo.
Nel caso in cui non ci sia disponibilità dei suddetti dati numerici, allora l’indice di rischio si basa su dati qualitativi ed assume un valore soggettivo.
La riduzione del rischio può essere attuata mediante l’approntamento di idonee misure atte a ridurre la probabilità di accadimento di un determinato evento (misure di prevenzione) e/o a mitigarne le eventuali conseguenze (misure di protezione).
L’intervento di riduzione del rischio è considerato prioritario per quelle situazioni dove l’indice di rischio trovato è maggiore di un predeterminato indice Ra considerato come livello accettabile.
B.3.1 Rappresentazione con curve di isorischio
Quando si dispone di dati numerici oggettivi è possibile utilizzare le curve isorischio.
È consueto rappresentare in un piano cartesiano (figura B.1) in ordinate la frequenza di accadimento F (o la probabilità P) e in ascisse la magnitudo M, le curve di isorischio Ri (con R3 > R2 > R1, ecc.) che sono rappresentate da iperboli equilatere.
Figura B.1 Curve isorischio
Legenda
A Protezione
B Prevenzione
C Aumento del rischio Ri
X Magnitudo M
Y Frequenza F / Probabilità P
Dove:
R1 = X x Y = K1 costante
R2 = X x Y = K2 costante
R3 = X x Y = K3 costante
Ogni evento dannoso si trova sulla curva da un livello di rischio Ri del diagramma e con la valutazione del rischio si verifica che esso sia al di sotto della soglia di accettabilità Ra.
In caso contrario, per riportare il rischio entro livelli di accettabilità sarà necessario intervenire:
- sulla frequenza o probabilità di accadimento (misure di prevenzione);
- sulla magnitudo degli effetti (misure di protezione).
B.3.2 Rappresentazione con le matrici di rischio
Quando non si dispone di dati numerici, può essere fatta un’altra rappresentazione del rischio, introducendo le matrici di rischio.
Per esempio, a tal fine si suddividono i campi della probabilità di accadimento e della magnitudo degli effetti secondo una percezione qualitativa (soggettiva) dei parametri caratteristici degli eventi dannosi. Ciascuna delle due grandezze è valutata su una scala numerica da 1 (probabilità o magnitudo trascurabile) a 4 (probabilità o magnitudo elevata).
L’indice di rischio R assume quindi valori compresi tra 1 e 16 e determina il seguente grado di attenzione richiesto:
R ≥ 8 : rischio massimo
4 ≤ R < 8 : rischio medio
2 ≤ R < 4 : rischio minimo
R = 1 : rischio basso
Nel prospetto B.1 è riportata la matrice che pone in relazione l’indice di rischio al grado di attenzione richiesto.
Prospetto B.1 Matrice che correla l’indice di rischio al grado di attenzione
Per una immediata individuazione del grado di attenzione, nel prospetto le caselle della matrice sono state evidenziate con le seguenti sfumature di grigio.
Il grado di attenzione indica l’urgenza e l’entità delle misure che si devono adottare per eliminare o ridurre il rischio di un evento dannoso.
Necessariamente al massimo grado di attenzione devono essere predisposti DPI con il massimo livello di protezione.
Può essere determinata una correlazione tra il grado di attenzione ed il livello di protezione in accordo al prospetto B.2.
Prospetto B.2 Correlazione tra grado di attenzione e categoria di DPI
La legislazione vigente di cui al Regolamento (UE) 2016/425 per quanto concerne le categorie dei DPI riporta quanto segue:
Regolamento (UE) 2016/425
…
ALLEGATO I CATEGORIE DI RISCHIO DEI DPI
Il presente allegato definisce le categorie di rischio da cui i DPI sono destinati a proteggere gli utilizzatori.
Categoria I
La categoria I comprende esclusivamente i seguenti rischi minimi:
a) lesioni meccaniche superficiali;
b) contatto con prodotti per la pulizia poco aggressivi o contatto prolungato con l'acqua;
c) contatto con superfici calde che non superino i 50 °C;
d) lesioni oculari dovute all'esposizione alla luce del sole (diverse dalle lesioni dovute all'osservazione del sole);
e) condizioni atmosferiche di natura non estrema.
Categoria II
La categoria II comprende i rischi diversi da quelli elencati nelle categorie I e III.
Categoria III
La categoria III comprende esclusivamente i rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni alla salute irreversibili con riguardo a quanto segue:
a) sostanze e miscele pericolose per la salute;
b) atmosfere con carenza di ossigeno;
c) agenti biologici nocivi;
d) radiazioni ionizzanti;
e) ambienti ad alta temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell'aria di almeno 100 °C;
f) ambienti a bassa temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell'aria di – 50 °C o inferiore;
g) cadute dall'alto;
h) scosse elettriche e lavoro sotto tensione;
i) annegamento;
j) tagli da seghe a catena portatili;
k) getti ad alta pressione;
l) ferite da proiettile o da coltello;
m) rumore nocivo.
Curve isorischio
Dal Prospetto B.1 sono ricavate le curve isorischio per:
R = 2 : rischio minimo (2 ≤ R < 4)
R = 3 : rischio minimo (2 ≤ R < 4)
R = 4 : rischio medio (4 ≤ R < 8)
...
R = 8 : rischio massimo (R ≥ 8)
…
Fig. 4 - Curve isorischio F = P x D (scale da 0 a 4)
...
A. Allegato
A. 1 Definizioni
...
La stima del rischio nel contesto della valutazione dei rischi (EN ISO 12100 - Macchine)
Fig. A.1 - Processo iterativo di valutazione del rischio
...
Esempi
BS 18004:2008 (La norma BS 18004 è stata ritirata e sostituita da BS 45002-0:2018)
Tabella 1
Matrice per la stima del rischio
Legenda
P: Probabilità (MI Molto Improbabile; I Improbabile; P Probabile; MP Molto Probabile)
D: Danno (DL Danno Lieve; DM Danno Medio; DG Danno Grave)
R: Rischio funzione di Probabilità e Danno [R=f(p;d)] (RMB Rischio Molto Basso; RB Rischio Basso; RM Rischio Medio; RA Rischio Alto; RMA Rischio Molto Alto;
Si nota come rischi aventi bassa probabilità e alto danno (Rischio alto) hanno un risultato diverso rispetto a rischi con alta probabilità e basso danno (Rischio basso).
...
Matrice del rischio ANSI.B.11.TR3
...
Matrice del rischio MIL-STD 882E
...
Matrice del rischio IEC 60812:2018 - Failure modes and effects analysis (FMEA and FMECA)
Annex B (informative) Criticality analysis methods
...
segue in allegato
Certifico Srl - IT | Rev. 2.0 2024
©Copia autorizzata Abbonati
Matrice revisioni
Rev. | Data | Oggetto | Autore |
2.0 | 16.04.2024 |
Aggiunto Cap. Esempi: - (FMEA and FMECA) - Allegato B |
|
1.0 | 25.07.2023 |
Aggiunto Cap. Esempi: - BS 18004:2008 - Matrice del rischio ANSI.B.11.TR3 - Matrice del rischio MIL-STD 882E Aggiunte Note varie |
Certifico srl |
0.0 | 21.05.2023 | --- | Certifico srl |
Collegati
BS 18004 Il Metodo Valutazione dei Rischi nei SGSL
Guida stesura DVR
Aggiornamento/Nuova Valutazione dei Rischi TUS: Quando è necessaria
EN ISO 12100 e ISO/TR 14121-2: Esempio Valutazione del rischio
ISO/TR 14121-2 Edizione 2012
ISO/TR 14121-2:2010 Sicurezza del macchinario Valutazione del rischio
UNI/TR 11430 Calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro / Criteri di scelta
Matrice del rischio conforme EN ISO 12100
DVR: Il Programma di miglioramento
ISO TR 14121-2: Metodi per l'analisi del rischio