Metodo Snook Ciriello - Valutazione Traino/Spinta UNI ISO 11228-2
ID 8499 | 09.06.2019
Il presente elaborato analizza la norma UNI ISO 11228-2, la quale permette di valutare e caratterizzare i rischi connessi ad attività di traino e spinta svolte da un lavoratore adulto in posizione eretta, che applica la forza con entrambe le mani per muovere (o arrestare) un oggetto (generalmente un carrello).
Il protocollo prevede la valutazione del rischio secondo gradi di approfondimento successivi, attraverso i quali si procede:
2. alla stima del rischio;
3. alla valutazione e alla quantificazione del rischio.
Per quanto riguarda la fase di valutazione, la norma prevede la possibilità di utilizzare due metodi di analisi, caratterizzati da diverso grado di approfondimento.
Metodo 1
Viene utilizzato per valutare in modo relativamente rapido i rischi connessi alle operazioni di spinta e traino di un oggetto. Sulla base dell’analisi condotta con una check list, si procede alla valutazione generale dei rischi connessi alle operazioni di traino e spinta, per le quali occorre conoscere l’altezza delle maniglie o del punto di applicazione della forza, la distanza da percorrere, l’entità della forza impiegata, la sua frequenza di applicazione e la composizione (maschile/femminile) della popolazione lavorativa. Il confronto tra i valori di forza (iniziale e di mantenimento) misurati con un dinamometro e quelli ricavati dalle “tabelle psicofisiche” di Snook e Ciriello determina l’indice di rischio (IR), che permette di classificare come “accettabile” o “inaccettabile” un compito di spinta o traino di un carico.
Metodo 2
Viene impiegato nei casi in cui il metodo 1 rilevi una condizione operativa “inaccettabile” dal punto di vista del sovraccarico biomeccanico; permette di calcolare i limiti di accettabilità basati sulla forza muscolare (FBr) e sulla forza compressiva nella zona lombare (FLs). A partire da questi valori, si può calcolare il limite di sicurezza (FL), determinato dal rapporto tra i valori di forza esercitata dall’operatore durante la spinta o il traino, effettivamente misurati con il dinamometro e quelli individuati nelle tabelle appropriate. Il metodo in questione, estremamente complesso, necessita di una notevole esperienza per la sua applicazione.
Riferimenti normativi
- D.lgs. 81/08 e s.m.i. (in particolare Titolo VI e Allegato XXXIII).
- Direttiva 90/269/CEE
- UNI EN 1005-2 (2003). Sicurezza del macchinario; Prestazione fisica umana: Movimentazione manuale di macchinario e di parti componenti il macchinario.
- UNI ISO 11228-1 (2003). Ergonomia - Movimentazione manuale - Parte 1: Sollevamento e trasporto.
- ISO TR 12295 (2014). Ergonomics - Application document for ISO standards on manual handling (ISO 11228-1, ISO 11228-2 and ISO 11228-3) and evaluation of static working postures (ISO 11226).
- UNI ISO 11228-2:2009 “Ergonomia – Movimentazione manuale – Spinta e traino”.
- Snook S.H. and Ciriello V.M. “The design of manual handling tasks: revised tables of maximum acceptable weights and forces”, Ergonomics 1991, vol. 34, no. 9, 1197-1213.
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Sommario
Premessa
1. Definizioni
2. Quick assessment
3. La valutazione di azioni di spinta o traino e di trasporto dei carichi in piano
4. La Norma UNI ISO 11228-2
5. Stima del rischio e sua valutazione
6. Trasporto traino e spinta manuale il calcolo dell’indice di Esposizione
7. Operazioni di traino e spinta manuale
8. Criteri interpretativi degli indici espositivi finali
9. Sintesi delle Tavole di Snook e Ciriello per azioni di trasporto, traino e spinta
10. Vantaggi e svantaggi del metodo Snook e Ciriello
11. Interpretazione dell'indice di esposizione
Fonti
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La Norma UNI ISO 11228-2
In linea di principio, la movimentazione manuale dei carichi, rappresentando un potenziale pericolo per i lavoratori, dovrebbe essere sempre evitata. La Norma UNI ISO 11228-2 entra in gioco nel momento in cui, non essendo possibile eliminare le fasi più gravose, sia necessario esaminare in modo approfondito i fattori che rendono rischiosa le attività di traino e spinta; per mezzo del protocollo descritto nella norma è possibile qualificare e quantificare gli elementi che determinano il rischio per migliorare le condizioni operative legate alle attività di traino e spinta. L’analisi prevede due fasi (metodi) di approfondimento successivo attraverso le quali si procede dapprima all’identificazione dei pericoli, alla stima del rischio e infine alla sua valutazione, come rappresentato nella figura 1.
Figura 1 - Valutazione dei rischi secondo la Norma UNI ISO 11228-2.
Stima del rischio e sua valutazione
Come già detto la Norma ISO 11228-2 prevede due differenti metodi di valutazione.
Il metodo 1
Costituisce una rapida analisi del compito, mediante prospetti psicofisici, che individuano i valori di riferimento delle forze iniziali e delle forze di mantenimento considerate accettabili, in funzione delle variabili che costituiscono l'attività quali: l'altezza delle mani al punto di applicazione della forza, la distanza percorsa, la frequenza dei compiti di movimentazione, la differenza di genere. Il primo metodo non propone solamente i valori di riferimento suggeriti, ma espone anche le fasi di valutazione per la riduzione del rischio rilevato.
Nell'allegato A della norma troviamo anche i prospetti da compilare durante la raccolta dati:
primo prospetto: contiene uno screening di presenza/assenza del pericolo. A risposta affermativa a questa analisi occorre proseguire con il secondo prospetto.
secondo prospetto: comporta la individuazione delle posizioni lavorative, del personale coinvolto e del flusso operativo.
terzo prospetto: vi si trova la scheda per la valutazione dei fattori di rischio potenziali. In sostanza questa tabella è una check list che propone svariate domande su sei elementi da analizzare preventivamente al rilievo delle forze e cioè: il compito da eseguire, l'oggetto da spostare, la caratteristica delle ruote o delle rotelle presenti, l'ambiente di lavoro ove è eseguita, le capacità individuali dell'operatore ed eventuali altri fattori presenti. La compilazione della checklist prevede una risposta del tipo si/no, ove la risposta affermativa individua la presenza di rischio. Quando il rischio è presente, si devono trascrivere le motivazioni della identificazione del pericolo, e i possibili suggerimenti e azioni di miglioramento.
NB: i primi tre prospetti possono essere superati utilizzando la tecnica del quick assessment per le azioni di Traino e Spinta
quarto prospetto: si esegue la determinazione delle forze iniziali e di mantenimento. Per effettuare una corretta valutazione, occorre rilevare:
- l'altezza delle mani;
- la distanza di spinta o traino;
- la frequenza delle azioni di spinta/traino, sia iniziale sia di mantenimento;
- la popolazione lavoratrice, cioè la sua composizione: interamente maschile (usare i limiti per i maschi) oppure interamente femminile o mista maschi/femmine (usare i limiti per le femmine);
Ricerca delle forze accettabili. Successivamente (prospetti da 5 ad 8), occorre individuare le forze accettabili, iniziali e di mantenimento, per salvaguardare il 90% della popolazione di utilizzatori prevista.
Misura delle forze iniziali e di mantenimento. Durante sopralluoghi è infine necessario misurare le forze iniziali e di mantenimento. Per effettuare correttamente le misure, chiare indicazioni pratiche sono descritte nell'Allegato D.
Classificazione del rischio. Una volta raccolti tutti i dati e misurate le forze in gioco si procede al loro confronto con la classificazione del rischio fornita.
- se le forze misurate sono maggiori delle forze raccomandate, il rischio è presente e quindi siamo in fascia ROSSA;
- se le forze misurate sono inferiori a quelle raccomandate, ma in check list esiste un numero predominante di fattori di rischio presenti, allora siamo comunque in presenza di rischio e la fascia permane ROSSA;
- altrimenti, classificare il rischio come VERDE.
Il metodo 2
Il secondo metodo proposto dalla Norma 11228-2 è di complessa esecuzione. Adotta una procedura per la determinazione analitica dei limiti di forza della spinta e del traino a corpo intero, utilizzando le caratteristiche sia demografiche che antropometriche della popolazione di utilizzatori prevista. Questi valori dovrebbero essere ricavati da uno studio accurato della popolazione specifica di utilizzatori.
La procedura del Metodo 2 si divide in quattro parti:
Parte A -Determinazione dei limiti di forza muscolari: individua i limiti di forza sulla base delle misurazioni di forza statica e li pondera secondo le caratteristiche della popolazione (ovvero, età, genere e statura) e i requisiti del compito (ovvero frequenza, durata e distanza del compito di spinta/traino).
Parte B - Determinazione dei limiti di forza compressivi spinali: tiene conto dei risultanti di studi su forze compressive spinali lombari in compiti di spinta/traino e regola le forze di spinta/traino secondo i limiti di compressione spinale per età e sesso.
Parte C - Determinazione dei limiti delle massime forze accettabili; identifica la forza massima applicabile utilizzando i limiti di forza basati sulla forza muscolare.
Parte D - Determinazione dei limiti di sicurezza: definisce i limiti di sicurezza determinando il moltiplicatore di rischio mr. A differenza del primo metodo il moltiplicatore di rischio mr è suddiviso in tre fasce per la determinazione del livello di rischio (verde, giallo e rosso), esse sono così definite:
Zona verde (rischio accettabile: - mr <= 0,85
Il rischio di malattia o lesione è trascurabile oppure è a un livello accettabilmente basso per l'intera popolazione degli operatori. Non occorre alcuna azione.
Zona gialla (rischio accettabile sotto condizione): 0,85 < mr <= 1,0
Esiste un rischio di malattia o lesione che non può essere trascurato per l'intera popolazione o parte di essa. Il rischio deve essere stimato ulteriormente, analizzato assieme ai fattori di rischio ulteriori e seguito quanto prima possibile da una riprogettazione. Se la riprogettazione non è possibile, si devono prendere misure per controllare il rischio.
Zona rossa (rischio non accettabile): 1,0 < mr
Esiste un considerevole rischio di malattia o lesione che non può essere trascurato per la popolazione. È necessaria un'azione immediata per ridurre il rischio (per esempio, riprogettazione, organizzazione del lavoro, istruzione e addestramento dei lavoratori).
La complessità del Metodo 2 ne consiglia, per il momento, l'utilizzo solamente in casi particolari.
Va però rilevato che con il TR ISO 12295 (in particolare all’Annex B) sono state introdotte notevoli semplificazioni nell’utilizzo del Metodo 2 che si basa su robusti dati e studi “fisiologici”: tali semplificazioni in buona sostanza prevedono il solo ricorso ai dati di riferimento di tabelle “predeterminate” e chiariscono che nella pressoché totalità dei casi i valori di riferimento (forza raccomandata) derivano dai limiti di forza muscolare, essendo molto elevati quelli derivanti dalle compressioni spinali del rachide lombare. Il vantaggio delle relative tavole di riferimento è che i dati sono espressi in relazione alla composizione della popolazione per genere ma anche per specifiche popolazioni “senior” o per popolazioni non lavorative, nonché per una gamma assai articolata di altezze da terra delle mani durante le azioni di spinta e traino. Una ulteriore semplificazione della procedura prevista dal TR ISO 12295 a proposito del metodo 2 di ISO 11228-2, che esula dagli scopi di questo documento, potrà comunque portare a una sua più generalizzata applicazione visto che alcuni dati preliminari indicano che tale metodo, semplificato, potrebbe risultare più protettivo del metodo 1 (basato su criteri psicofisici) finora più largamente utilizzato.
Va da ultimo ricordato che, indipendentemente dal metodo usato, il problema principale nella valutazione delle azioni di Traino e Spinta rimane quello di una adeguata rilevazione delle forze effettivamente esercitate (iniziali e di mantenimento) attraverso l’uso delle diverse tipologie di Dinamometri reperibili sul mercato e la non semplice questione della interpretazione dei risultati dagli stessi forniti (specie per quelli elettronici di ultima generazione).
Sintesi delle Tavole di Snook e Ciriello per azioni di trasporto, traino e spinta
Questo metodo è stato proposto dagli autori per valutare il rischio correlato al trasporto in piano, al traino e alla spinta dei carichi così come richiamato nella norma ISO 11228-2.
Alla base del metodo proposto ci sono gli studi condotti da Snook e Ciriello utilizzando metodologie psicofisiche (comprese le misure del consumo di ossigeno, della frequenza cardiaca, delle caratteristiche antropometriche...). I soggetti esaminati potevano scegliere liberamente i pesi da movimentare; tutte le altre variabili dell’operazione (le azioni di sollevamento, spinta, traino, così come l’altezza, la distanza, la frequenza,) erano decise dagli sperimentatori.
I soggetti monitoravano le loro sensazioni di fatica e sforzo e riaggiustavano il peso movimentato o la forza impiegata.
I risultati di questi studi sono riassunti nelle cosiddette “Tabelle Psicofisiche”, le quali forniscono importanti informazioni sulle capacità e limitazioni dei lavoratori riguardo alla movimentazione manuale dei carichi (in senso generale, comprese le azioni di traino, spinta e trasporto). Vengono forniti per ciascuna tipologia di azione, per sesso e per diversi percentili di “protezione” della popolazione sana, nonché per varianti interne al tipo di azione (frequenza, altezza da terra del punto di applicazione della spinta, distanza di trasporto, ecc.) i valori limite di riferimento del peso (azioni di trasporto) o della forza esercitata (in azioni di tirare o spingere) rispettivamente nella fase iniziale (picco di forza) e poi di mantenimento dell’azione (forza di mantenimento).
Nelle tabelle sotto riportate sono forniti i relativi valori “ideali” rispettivamente per le azioni di spinta, di traino e di trasporto in piano; sono stati selezionati unicamente i valori che tendono a proteggere il 90% delle rispettive popolazioni adulte sane, maschili e femminili. L’uso dei dati riportati nella tabella è estremamente semplice: si tratta di individuare la situazione che meglio rispecchia il reale scenario lavorativo esaminato, decidere se si tratta di proteggere una popolazione solo maschile o anche femminile, estrapolare il valore raccomandato (di peso o di forza) e confrontarlo con il peso o la forza effettivamente sviluppata (misurata con dinamometro) ponendo quest’ultima al numeratore e il valore raccomandato al denominatore. Si ottiene così un indice di rischio del tutto analogo a quello ricavato dall’analisi delle azioni di sollevamento
TABELLE 6-9. Azioni di spinta: massime forze (iniziali e di mantenimento in kg) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana, in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra
FI = forza iniziale
FM = forza di mantenimento
...segue in allegato
Interpretazione dell'indice di esposizione
L'applicazione alle singole operazioni di spostamento e traino della metodologia analitica sin qui seguita, fornisce per ciascuna un indicatore sintetico di rischio.
Tali indicatori non sono altro che il rapporto tra il peso (la forza) effettivamente movimentato nella specifica situazione lavorativa e il peso (la forza) raccomandato per quell'azione. Sulla scorta dei risultati (indicatori) ottenuti è possibile individuare tutte le attività e quindi le aree dove vengono svolte, maggiormente richiedenti interventi di bonifica a carattere protezionistico-preventivo.
...segue in allegato
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