La revisione dei trattori agricoli o forestali, tra direttive e continui rinvii
ID 18156 | 23.11.2022 / Documento in allegato
Accademia dei Georgofili - 28.10.2022
Il trattore agricolo è la macchina motrice che da sempre è alla base della meccanizzazione agricola e, per numerosi versi, anche quella forestale. Tecnicamente viene definito come una “centrale mobile di potenza, erogata sotto forma meccanica, idraulica, pneumatica e, più di recente, anche elettrica”.
Peraltro, il trattore da solo risulta essere molto poco produttivo, e trova il suo impiego ottimale solo se accoppiato ad una, o talvolta a più, macchine operatrici.
La varietà di attrezzature con la quali il trattore può lavorare è idealmente infinita, per cui la sua caratteristica fondamentale è la versatilità, ovvero la capacità di far funzionare al meglio operatrici estremamente diverse tra loro.
Ciò comporta necessariamente la dotazione da parte del trattore di numerosi apparati e accessori, dedicati a molte funzioni nettamente differenziate. In aggiunta, modernamente il trattore agricolo ha trovato proficua utilizzazione anche in ambiti che, pur contigui, sono differenti dall’attività agricola classica, quali ad esempio le lavorazioni nel comparto orto-floro-vivaistico, la manutenzione stradale e del verde pubblico e privato, lo sgombero della neve, le lavorazioni aeroportuali, quelle nell’ambito delle cave, fino ad alcune azioni di supporto alle attività militari di difesa.
Sulla base di queste premesse, è pienamente comprensibile come il trattore sia una macchina mediamente composta da più di 20.000 pezzi, e che le sue necessità prestazionali debbano spaziare su un campo molto vasto di potenze richieste.
Oltre alle attività di campo (in senso lato), e quindi alla necessità di peculiarità specifiche di un mezzo adatto a lavorare “off-road”, il trattore deve evidenziare precise caratteristiche di veicolo “on road”, per essere in grado di trasferirsi (e di trasferire le attrezzature abbinate, con collegamento portato, semiportato o trainato) su vie aperte al traffico veicolare, con un’inevitabile convivenza con altri utenti della strada, dotati tra l’altro di mezzi con velocità di costruzione nettamente superiori, quindi con una transitabilità avente caratteristiche notevolmente differenti.
Ciò comporta l’equipaggiamento obbligatorio di una serie di dispositivi, ed esempio di segnalazione visiva e acustica e di apparati, come quello frenante, che date le dimensioni e le masse dei modelli disponibili sul mercato devono mostrare caratteristiche di eccellenza assoluta.
E’ pertanto del tutto evidente che, data la sua versatilità e la notevole complessità, il trattore risulti essere una macchina molto costosa; l’acquisto di un trattore, soprattutto se nuovo di fabbrica, comporta un esborso finanziario notevole, tale da dover essere molto ben ponderato, poiché può incidere in maniera significativa nel bilancio finanziario di un’azienda agricola.
Se poi si pensa che in qualsiasi realtà operativa di tipo professionale non c’è solo una trattore, ma quasi sempre più di uno (a volte parecchi), si capisce che il parco macchine, comprese le attrezzature, costituisce dopo i terreni agricoli e i fabbricati rurali la terza voce patrimoniale di qualsiasi azienda agricola.
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Indice
1. Premessa
2. Analisi degli infortuni in agricoltura
3. Consistenza e grado di vetustà del parco macchine agricole e circolanti
3.1 Parco macchine
3.2 Parco trattoristico
4. Direttive e regolamenti europei su trattori agricoli o forestali
5. Il pericolo di capovolgimento nei trattori agricoli o forestali
5.1 Sistemi di protezione ed evoluzione della normativa
5.2 Risultati del processo di adeguamento alla normativa in alcuni Paesi europei
6. Interventi di prevenzione e sicurezza
6.1 Interventi di prevenzione e sicurezza per gli operatori
6.2 L’abilitazione per gli operatori addetti all’uso del trattore agricolo o forestale
6.3 Formazione per la guida e l’utilizzo del trattore agricolo o forestale
7. Osservazioni conclusive
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Fonte: Accademia dei Georgofili
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