Sicurezza lavoro
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Guida operativa sicurezza attività estrattive

Guida operativa per la prevenzione e sicurezza nelle attività estrattive

L’obiettivo che la pubblicazione della Guida Operativa intende conseguire è quello di fornire uno strumento utile non solo al personale delle ASL, impegnato nella vigilanza del settore, ma a tutti gli operatori vi che operano a vario titolo: dagli imprenditori ai tecnici fino ai progettisti ed agli stessi lavoratori.

Il settore dell’attività estrattiva è stato da sempre normato, per gli aspetti inerenti la sicurezza dei lavoratori, da specifiche norme di settore. Anche dal punto di vista tecnico il settore estrattivo è spesso caratterizzato da problematiche peculiari e da uno “stato dell’arte” che ha alimentato lo sviluppo di applicazioni, soluzioni e metodi di tipo specifico. Questi trovano riscontro anche nello sviluppo di una letteratura tecnico-scientifica che, pur con punti di contatto con ambiti affini o interdipendenti (quali la geotecnica, la meccanica delle rocce, la scienza delle costruzioni, il tunneling, ecc.), ha da sempre avuto una certa “autonomia” sia in ambito nazionale che internazionale.

Fino agli anni ’90 la salute e la sicurezza nelle attività estrattive in Italia sono state affrontate dal DPR 128/59 “Norme di Polizia delle Miniere e delle Cave”: tale riferimento nasce in un contesto in cui il settore estrattivo rappresentava a tutti gli effetti un ambito distinto dagli altri comparti lavorativi e nel quale la vigilanza – sia nei confronti degli aspetti amministrativi sia nei confronti di quelli inerenti la sicurezza – era affidata al Corpo delle Miniere (fino alla fine degli anni ’70), direttamente afferente al Ministero dell’industria dell’epoca.

Il DPR 128/59 contiene dunque disposizioni inerenti sia la sicurezza (con un approccio di tipo “prescrittivo” analogo a quello che ha guidato la stesura del DPR n. 547/55, ormai abrogato) sia la gestione amministrativa e tecnica dei giacimenti e dei siti estrattivi.

Con l’emanazione del D.Lgs. n. 626/94, è iniziato un processo di omogeneizzazione dell’approccio alle problematiche di sicurezza anche per il settore estrattivo che ha avuto un significativo momento di sintesi nell’emanazione del D.Lgs. n. 624/96.

Tale testo discende dall’attuazione delle direttive 92/91/CEE e 92/104/CEE riguardanti il “miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle industrie estrattive” e rappresenta un testo coordinato con le disposizioni di cui al D.Lgs. n. 626/94. Il D.Lgs. n. 624/96 rappresenta a tutt’oggi il riferimento normativo specifico più recente, anche a seguito dell’abrogazione del D.Lgs. n. 626/94 e della contestuale emanazione del D.Lgs. n. 81/08 e s.m.i. Sulla base dei riferimenti normativi citati è stato impostato il lavoro di coordinamento sinora svolto dal Gruppo Regionale Attività Estrattive (GRAE), che si è rivelato molto prezioso proprio in chiave di condivisione delle problematiche inerenti i diversi aspetti in grado di condizionare la sicurezza delle attività estrattive e le azioni di vigilanza, assistenza e miglioramento dei criteri di intervento da parte degli Enti preposti.

La condivisione delle problematiche in atto ha consentito di fare emergere – e contestualmente risolvere in chiave di confronto e collaborazione - i possibili diversi approcci e interpretazioni che possono avere luogo nell’affrontare le stesse problematiche, ma anche aspetti normativi che richiedono un maggior approfondimento.

Il confronto e la condivisione delle idee e delle esperienze provenienti da tutta la Regione ha avuto come sintesi la stesura della presente Guida Operativa da intendersi anche come momento di revisione delle Linee Guida regionali, pubblicate dalla Regione Toscana nel 2000.

Fra gli aspetti che certamente sono emersi come maggiormente problematici (in termini di complessità tecnica e disomogeneità delle applicazioni, anche rispetto al contesto nazionale) meritano di essere citati innanzitutto quelli relativi alla normativa di riferimento, alle valutazioni sulla stabilità delle cave a giorno e in sotterraneo, all’uso di esplosivi, agli aspetti tecnici inerenti le attrezzature di lavoro e le verifiche periodiche degli apparecchi di sollevamento, agli impianti asserviti all’attività produttiva ed alle misure di sicurezza necessarie ad esempio per la ventilazione o la riduzione dell’esposizione a polveri nocive. Come evidente dalla disamina del complesso quadro tecnico e normativo del settore emerge a livello regionale - ma anche sul piano nazionale - l’esigenza di individuare linee IX comuni di analisi ed intervento per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle attività estrattive.

Dal punto di vista normativo, ad esempio, è opinione condivisa da più parti che i tempi siano maturi per iniziare a proporre ed affrontare una revisione delle norme specifiche che – dopo l’entrata in vigore del Testo Unico 81/08 e s.m.i. e dei riferimenti ad esso collegati – necessitano di essere adeguate e ricondotte ad una struttura più omogenea. L’eventuale riforma della normativa vigente – da promuovere presso le sedi opportune - rappresenta un importante obiettivo da intendere tuttavia in un’ottica a medio-lungo termine: nell’immediato è stato ritenuto importante dare spazio al confronto fra i diversi servizi PISLL attivi presso il territorio regionale in modo che le “buone prassi” localmente consolidate o in via di definizione per il settore venissero condivise ed eventualmente migliorate in un ambito collegiale.

L’obiettivo immediato di un coordinamento rispetto alle problematiche di sicurezza del settore estrattivo ha altresì consentito di creare una rete regionale di competenze - snella e di facile accesso per gli operatori del settore – che può consentire un miglioramento dell’efficacia delle diverse azioni di prevenzione, vigilanza, valutazione ed intervento da parte degli Enti preposti a livello regionale. Creare una rete di contatto fra figure di questo tipo - che abbiano maturato esperienze sul campo di natura specifica e specialistica - significa poter contare nel momento in cui tale esigenza si manifesti sul supporto di una rete di conoscenze e di esperienze in grado di agire, in un’ottica di collaborazione, a supporto dell’azione di vigilanza e prevenzione dei rischi.

Per la redazione di molti capitoli della Guida Operativa l’impegno è stato rivolto all’approfondimento di tematiche tecniche e normative; tutti gli approfondimenti tecnici presentati trovano riscontro nella normativa vigente a supporto dell’attività di vigilanza: i riferimenti normativi sono rappresentati dai già citati D.Lgs. n. 81/08, DPR n. 128/59 e D.Lgs. n. 624/96 nonché dalla LR n. 78/98, per quanto attiene le norme specifiche applicabili in campo estrattivo, dagli Eurocodici 7 e 8 (metodo di progettazione di tipo osservazionale, ISRM 2003), dal DM 14/01/2008 (e dalla Circolare n. 617 del 02/02/09) per quanto riguarda le nuove norme tecniche per le costruzioni, con particolare riferimento al cap. 6 inerente la Progettazione Geotecnica, il DM n. 37/08 che disciplina l'attività di installazione degli impianti e, da ultimo in ordine cronologico, dal D.Lgs. n. 17/10 (Nuova Normativa Macchine).

In tale contesto la pubblicazione della “Guida operativa per la prevenzione e sicurezza nelle attività estrattive” è da intendere dunque come un primo risultato dell’azione di confronto e collaborazione fra Enti competenti afferenti alla stessa amministrazione regionale.

Regione Toscana

Decreto Legislativo 25 novembre 1996 n. 624

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