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Coronavirus: fact sheet per la protezione degli operatori sanitari INAIL

Fact sheet COVID 19 Protezione operatori sanitari

Coronavirus, fact sheet per la protezione degli operatori sanitari INAIL

ID 10308 | 02.03.2020

Il documento vuole essere un contributo informativo per la tutela della salute e sicurezza degli operatori sanitari, categoria di lavoratori che ha maggiore possibilità di entrare in contatto con soggetti potenzialmente infetti.

Nel dicembre 2019 a Wuhan, Cina, è emerso un focolaio epidemico correlato a un nuovo coronavirus non identificato in precedenza nell’uomo. L’infezione si è poi diffusa ad altri Paesi, interessando anche l’Italia con comparsa di focolai epidemici a partire da febbraio 2020.
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Per tutelare la salute e la sicurezza di medici, infermieri, tecnici di laboratorio e di tutto il personale specialistico che può entrare in diretto contatto con le persone potenzialmente infette, l’Istituto ha elaborato una scheda informativa con indicazioni e comportamenti corretti da tenere

Vestirsi e svestirsi in modo corretto, indossare maschera, guanti, occhiali e i dispositivi di protezione individuale più adatti all’attività lavorativa che si sta per svolgere. Comportamenti che gli operatori sanitari a contatto con le persone potenzialmente infette dal nuovo Coronavirus, eseguono ogni giorno, spesso di fretta, ed è essenziale che lo facciano nel modo giusto. Per tutelare la salute e la sicurezza di questa categoria di lavoratori, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail ha pubblicato la fact sheet informativa “COVID-19 e protezione degli operatori sanitari” che contiene indicazioni in materia.

Chi sono i lavoratori esposti al rischio. L’Italia è uno tra i primi Paesi che ha visto aumentare negli ultimi giorni i contagi causati dal COVID-19, definito così dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il virus può essere trasmesso da persona a persona, di solito dopo un contatto ravvicinato con un paziente infetto, per esempio tra familiari o in ambiente sanitario. Proprio in luoghi quali reparti di degenza, terapia intensiva e rianimazione o ambulatori medici, centri diagnostici e strutture che forniscono altri servizi sanitari, gli operatori possono essere esposti a rischio biologico diretto o indiretto attraverso il contatto con pazienti o materiali infetti, inclusi fluidi corporei, attrezzature mediche e dispositivi contaminati, superfici ambientali o aria contaminata. Una realtà descritta anche dai dati relativi a precedenti epidemie, quali SARS e MERS.

Caso sospetto, probabile e confermato. Il ministero della Salute, con la circolare del 22 febbraio 2020, ha individuato misure di prevenzione dirette alla popolazione in generale, come lavarsi frequentemente le mani e disinfettare le superfici con prodotti a base di cloro e alcol, ma anche indicazioni più specifiche per gli operatori sanitari, in rapporto alla tipologia e al livello di rischio di esposizione, in relazione alla presenza di “casi” di COVID-19. Inoltre, con gli allegati 1 e 2 della circolare del 27 febbraio 2020, sono state aggiornate le definizioni di caso sospetto, caso probabile e caso confermato, in relazione alle persone che sono o potrebbero essere entrate in contatto con il virus.

Misure di prevenzione generale. Non solo come norma generale, ma anche in riferimento a questa specifica infezione, è fondamentale aumentare la consapevolezza dei lavoratori sull’importanza di rimanere a casa e lontano da luoghi di lavoro in caso di comparsa di sintomi respiratori, al fine di prevenire la diffusione del rischio, in coerenza con le indicazioni comportamentali già note per la prevenzione della diffusione della sindrome influenzale. In ogni caso, per tutte le operazioni che prevedono il contatto con casi sospetti o confermati di COVID-19, alle misure collettive, come ricordato, deve essere necessariamente affiancato l’uso di dispositivi di protezione individuale – dpi.
 

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