ISO 38200:2018
This document specifies requirements for a chain of custody (CoC) of wood and wood-based products, cork and lignified materials other than wood, such as bamboo, and their products.
NOTE The term "material" will henceforth be used throughout this document to denote "raw materials and products from wood, cork and lignified materials other than wood, such as bamboo", as defined in 3.8.
This document is applicable to material that originates from different categories of input material and can be derived from mechanical, chemical, biological and/or thermal processing or a combination thereof.
A chain of custody relies on a control system to track and handle material throughout the entire supply chain or parts of the supply chain, including transportation, receipt, production, sale, resale and output declaration. This document is intended to enable tracking of material from different categories of source to finished products.
Furthermore, this document also specifies minimum requirements for input material.
This document is not applicable to forest management.
La ISO 38200Si si può inquadrare come certificazione di prodotto (ISO/IEC 17065) e si può applicare alle aziende della filiera legno/carta a partire dalla fase successiva all’abbattimento. E' escluso pertanto, almeno per il momento, il settore primario della gestione forestale.
Più precisamente si applica ai seguenti prodotti:
1) legno e prodotti a base di legno (inclusa carta);
2) sughero e prodotti a base di sughero,
3) materiali lignificati diversi dal legno, come il bambù, e loro prodotti.
I prodotti possono essere derivati da trattamenti di tipo meccanico, chimico, biologico e/o termico o da una loro combinazione.
Lo standard consente di determinare se il materiale è:
- "Verified", per cui possono essere fornite prove di conformità con i requisiti di un sistema di dovuta diligenza (DDS);
- "Specified", in cui soddisfa specifici requisiti documentati e disponibili pubblicamente, stabiliti dalle organizzazioni;
- "Certified", quando soddisfa i requisiti di un particolare schema di certificazione;
- "Recycled", se è stato recuperato, o diversamente deviato, dal flusso di rifiuti.
Questo standard ha lo scopo di consentire la tracciabilità dei prodotti a base di legno per fornire prove della loro origine e conformità ai requisiti legali.
Può essere uno strumento valido per dimostrare la gestione responsabile delle risorse e la loro provenienza “legale” (lo standard richiede l’applicazione di un sistema di Dovuta Diligenza - DDS – basata su tecniche di gestione del rischio che deve essere valutato per tutto il materiale che entra nella CoC)
Può facilitare le comunicazioni business-to-business fornendo una struttura comune che consente alle imprese di "parlare la stessa lingua".
Schemi di certificazione: di “gestione forestale” e di “catena di custodia”
La certificazione forestale deve essere concettualmente divisa in due diversi schemi: un primo tipo di certificazione, la certificazione della gestione forestale sostenibile, riguarda il fatto che una proprietà forestale venga gestita secondo criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il legname o la fibra che ne deriva viene marchiato ed è quindi commerciabile come proveniente da boschi gestiti in modo sostenibile.
Il legname e la cellulosa proveniente da foreste o piantagioni certificate per la corretta gestione forestale, poi, deve poter rimanere rintracciabile nelle varie fasi delle successive lavorazioni, sino al prodotto finito. Questa secondo tipo di certificazione viene denominata certificazione di catena di custodia (in inglese Chain of Custody - CoC). Se il manufatto rispetta le condizioni della chain of custody, anch’esso sarà riconoscibile dal consumatore finale attraverso un apposito marchio.
Una catena di custodia certificata è un modo di provare che un’impresa ha un sistema per “tracciare” i prodotti di origine forestale in tutti i passaggi del processo produttivo, dalla foresta certificata fino alla segheria o alla fabbrica, e da lì, fino ai consumatori.
Sistemi di certificazione per la filiera “foresta-legno”
Un’azienda italiana della filiera foresta-legno che si occupi di gestione del bosco e/o di lavorazione e vendita di prodotti a base di legno ha la possibilità di scegliere tre diversi tipi di certificazione del sistema di gestione ambientale:
- La certificazione secondo la norma ISO 14001
- La certificazione secondo lo schema del FSC
- La certificazione secondo lo schema del PEFC
La caratteristica che li accomuna è che le aziende possono adottarle su base volontaria, cioè non sono obbligatorie per poter accedere al mercato (come per il rispetto delle norme CE, CITES, o della certificazione fitosanitaria).
Resta inteso ovviamente che un’azienda forestale o del legno, per esempio una ditta di utilizzazioni boschive o un consorzio o qualunque altro tipo di organizzazione, (incluse quelle commerciali di prodotti legnosi) può decidere di adottare anche altre certificazioni, come la certificazione del proprio sistema di qualità sulla base delle norme ISO 9000 o la certificazione della sicurezza, la OHSAS 18001.
A parte alcune differenze specifiche, tutti e tre gli schemi di certificazione applicabili alla gestione dei boschi e ai prodotti a base di legno in linea di massima richiedono alle aziende:
1. di rispettare sempre come minimo le norme e le leggi vigenti (la certificazione non si sostituisce alla legislazione, è uno strumento volontario, con il quale l’azienda si impegna a fare di più di quanto richieda la normativa);
2. di impegnarsi pubblicamente di fronte alla collettività ad operare per la tutela dell’ambiente;
3. di operare secondo un piano di gestione e programmazione di lungo periodo;di investire nelle risorse umane.
Tutti questi elementi comuni sono alla base di qualunque sistema di gestione razionale.
Nella tabella 1 sono confrontate le caratteristiche degli schemi di certificazione del settore forestale e del legno a livello internazionale.
Se si entra, però, nel dettaglio sulla garanzia dell’origine legale e sostenibile dei prodotti di origine forestale, anche nell’ottica della certificazione del legno per il settore dell’edilizia, i due unici strumenti al momento disponibili sono le certificazioni FSC e PEFC
Gestione Forestale Sostenibile
La definizione corrente di Gestione Forestale Sostenibile (GFS), adottata ad Helsinki nel 1993 dalla Conferenza Ministeriale per la Protezione delle Foreste in Europa, è: “la gestione e l’uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo che consentono di mantenerne la biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e potenzialità di adempiere, ora e nel futuro, a rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale, senza comportare danni ad altri ecosistemi”.
Nel testo della Dichiarazione di Rio del 1992, è riconosciuto da parte delle Nazioni Unite il concetto di Gestione Forestale Sostenibile o GFS:
(Rio de Janeiro, 3-14 June 1992)
Annex III
Non-legally binding authoritative statement of principles for a global consensus on the management, conservation and sustainable development of all types of forests
http://www.un.org/documents/ga/conf151/aconf15126-3annex3.htm
Results from time-series analysis of Landsat images characterizing forest extent and change
Esempi Schemi di Certificazione forestale:
Diffusione della Certificazione forestale nel mondo e in Italia
Al 18 gennaio 2012 si contava una superficie totale di foreste certificate di 386,36 milioni di ettari (ha), poco più del 11% della copertura forestale globale terrestre (le foreste coprono circa 3.454 milioni di ha, il 26% della superficie terrestre).
Al 18 gennaio 2012, lo schema di certificazione forestale più diffuso sul mercato mondiale, è il PEFC con 238 milioni di ha di foreste certificate (il 61,6% del totale), seguito da FSC con 148,636 milioni di ettari (38,4%).
Al 18 gennaio 2012, in Italia erano certificati 802.914 ettari di foresta, corrispondenti al 9,16% sulla superficie totale a bosco (8.759.200 ettari); 744.914 ettari con lo schema PEFC e 58.000 ettari con lo schema FSC.
La certificazione forestale ha trovato più facile applicazione in contesti socio-geografici, come ad esempio in Europa e in Nord America, dove la cultura della gestione forestale può vantare una lunga tradizione e la superficie forestale è in espansione. Questo spiega il dato dell’UNECE/FAO che riporta che a fine 2008 il 25% del legname industriale circolante nel mondo (cioè 387 milioni di metri cubi) proveniva da foreste certificate, con una prospettiva di raddoppiare al 2020.
Il maggior interesse per la certificazione forestale lo hanno manifestato i Paesi importatori di legname e con gruppi ambientalisti molto attivi, in grado di esercitare pressioni a livello politico e sull’opinione pubblica, come per esempio Francia, Gran Bretagna, Germania e Olanda, che hanno preceduto molti altri Stati nello stilare una propria politica per l’acquisto di beni cosiddetti “verdi”, cioè il Green Public Procurement (GPP).
E’ opportuno segnalare che il Parlamento Europeo, in una risoluzione approvata il 16 febbraio 2006, ha formalizzato la dichiarazione che i sistemi di certificazione PEFC e FSC sono considerati equivalenti "a fornire garanzia al consumatore che i prodotti certificati a base di legno derivino da gestione forestale sostenibile che tenga conto del ruolo multifunzionale delle foreste".
Affinché un prodotto di origine forestale o un’opera realizzata in legno, siano realmente rispettose nei confronti dell’ambiente, ci deve essere la garanzia che il legno provenga da foreste gestite in modo responsabile; la certificazione forestale è l’unico strumento che fornisce garanzia sulla gestione sostenibile delle foreste e sulla tracciabilità dal taglio del bosco fino al prodotto finito.
La certificazione forestale rappresenta anche un impegno per la promozione di una gestione oculata e corretta dei boschi, e per le imprese private un utile strumento di marketing, un'opportunità di ufficializzare l'impegno imprenditoriale verso l'ambiente.
Vale la pena evidenziare che se il prodotto è locale, la certificazione permette di promuovere e valorizzare anche il proprio territorio e l’economia locale. Non a caso è uno dei principali mezzi attualmente a disposizione per aziende ed organizzazioni che vogliano applicare completamente la propria responsabilità sociale d'impresa.
La recente promulgazione di politiche di acquisti pubblici verdi (GPP) da parte di tanti Stati, compreso l’Italia, valorizza ancora di più questo importante strumento di promozione delle pratiche forestali sostenibili e delle attività imprenditoriali sensibili alle tematiche ambientali (com. pers. Brunori 2011).
Tab. 1 - Confronto fra i tre strumenti di certificazione nel settore foresta-legno