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Valutazione rischio MMC ripetitivi ISO 11228-3 OCRA | Dettagliata

Valutazione OCRA dettagliata 00 2019

Valutazione rischio MMC ripetitivi ISO 11228-3 OCRA | Dettagliata

ID 8462 | 28.05.2019

Documento sulla Valutazione del rischio di movimento dei carichi (ripetitivi) Valutazione dettagliata del rischio, che “deve” essere effettuata in accordo con la norma ISO 11228-3 in quanto norma di cui all’All. XXXIII del D.Lgs. 81/2008, da considerarsi tra quelle previste dall’Art. 168 c. 3 come criteri di riferimento per gli obblighi del DL per il rischio MMC.

In questo secondo documento, è illustrata la Procedura di Valutazione dettagliata del rischio MMC, da utilizzare nel caso di "non accettabilità" della Valutazione semplice, in accordo con la norma UNI ISO 11228-3 (Valutazione dettagliata UNI ISO 11228-3 Appendice C)

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Il presente documento (di 61 pagine) risulta essere così strutturato:

Premessa
1. Indice OCRA
1.1 Fase 1
1.2 Fase 2
1.2.1 Formula generale
1.2.2 Determinazione dell’RTA
1.2.3 Determinazione del moltiplicatore per la forma FM
1.2.4 Determinazione del moltiplicatore per la postura (e per i movimenti), PM
1.2.5 Determinazione del moltiplicatore per la ripetitività, ReM
1.2.6 Determinazione del moltiplicatore per i fattori complementari, AM
1.2.7 Determinazione del numero di riferimento parziale, nRPA
1.2.7.1 Analisi monocompito
1.2.7.2 Analisi multicompito
1.2.8 Determinazione del moltiplicatore per il periodo di recupero, RcM
1.2.9 Determinazione del moltiplicatore per la durata, tM
1.3 Fase 3
2. Identificazione delle azioni tecniche
2.1 Esempi di identificazione e conteggio
2.1.1 Esempio 1 - Prendere e posizionare
2.1.2 Esempio 2 - Prendere e posizionare con trasferimento dalla mano sinistra alla destra e controllo visivo.
2.1.3 Esempio 3 – Prelievo, trasporto e posizionamento del carico
2.1.4 Esempio 4 – Uso ciclico di un utensile con azioni identiche e ripetute
2.1.5 Esempio 5 - Azioni tecniche non eseguite in ogni ciclo
3. Determinazione dei livelli di forza
3.1 Procedura 1 - Approccio biomeccanico basato sulle distribuzioni delle capacita di forza del gruppo
3.2 Procedura 2 – Approccio psicofisico usando la scala di Borg CR-10
4. Analisi della postura, dei tipi di movimento e della loro ripetitività
5. Definizione e quantificazione dei fattori di rischio complementari
6. Associazione dell'indice OCRA con gli UL-WMSD -Classificazione dei risultati e dei modelli di previsione
7. Esempi di applicazione dell’analisi OCRA e riduzione del rischio conseguente
7.1 Esempio 1 a
7.2 Esempio 1 b - Riduzione del rischio ottimizzando la distribuzione delle pause
7.3 Esempio 1 c - Riduzione del rischio migliorando le posture
7.4 Esempio 2 a - Analisi del compito
7.5 Esempio 2 b - Aumento della durata del ciclo considerando l'esempio 2 a
7.6 Esempio 2 c - Riduzione delle azioni tecniche a partire dall’esempio 2 a
Fonti

UNI ISO 11228-3:2009
Ergonomia - Movimentazione manuale 
Parte 3: Movimentazione di bassi carichi ad alta frequenza

La norma stabilisce le raccomandazioni ergonomiche per compiti lavorativi ripetitivi che implicano la  movimentazione manuale di bassi carichi ad alta frequenza. La norma fornisce una guida sull'identificazione e valutazione dei fattori di rischio comunemente associati alla movimentazione di bassi carichi ad alta frequenza, consentendo di conseguenza la valutazione dei relativi rischi per la salute per la popolazione lavorativa.

Excursus

Introduzione

La movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza (lavoro ripetitivo) può causare dolore e affaticamento, che possono portare a disordini muscolo-scheletrici, riduzione della produttività e peggioramento del coordinamento della postura e dei movimenti. Quest'ultimo fattore può aumentare il rischio di errori e determinare di conseguenza un abbassamento della qualità e situazioni di pericolo. Una buona progettazione ergonomica e una corretta organizzazione del lavoro sono requisiti base per evitare gli effetti avversi menzionati.

I fattori di rischio nel lavoro ripetitivo includono la frequenza delle azioni, la durata dell'esposizione, le posture e il movimento dei segmenti del corpo, le forze richieste dal lavoro, l'organizzazione del lavoro, il controllo del lavoro, le esigenze connesse ai risultati del lavoro (per esempio qualità, precisione del compito) e il livello di addestramento/abilità. Ulteriori fattori possono includere fattori ambientali quali clima, rumore, vibrazioni e illuminazione.

Le raccomandazioni fornite dalla presente parte della ISO 11228-3 si basano sulle evidenze scientifiche disponibili concernenti la fisiologia e l'epidemiologia del lavoro manuale. La conoscenza è, comunque, limitata e le linee guida suggerite sono soggette a variazioni in base ai risultati delle future ricerche.

La norma definisce le raccomandazioni ergonomiche per compiti di lavoro ripetitivi che 'coinvolgono la movimentazione manuale di carichi leggeri ad alta frequenza. Fornisce una guida all'identificazione e alla valutazione dei fattori di rischio comunemente associati alla movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza, consentendo pertanto la valutazione dei rischi per la salute della popolazione lavorativa. Le raccomandazioni si applicano alla popolazione lavorativa adulta e sono destinate a fornire una ragionevole protezione a quasi tutti gli adulti in buona salute. Le raccomandazioni concernenti i rischi per la salute e le misure di controllo si basano in larga parte su studi sperimentali relativi al carico muscolo-scheletrico, al disagio/dolore e alla resistenza/affaticamento correlati ai metodi di lavoro. Per la valutazione delle posture lavorative, fare riferimento alla ISO 11226.

Valutazione del rischio

Generalità

Quando la movimentazione ripetitiva è inevitabile, si dovrebbe adottare un approccio in quattro fasi in conformità alla ISO Guide 51 e alla ISO 14121, che prevede sia la valutazione del rischio sia la riduzione del rischio. Le quattro fasi riguardano l'identificazione del pericolo, la stima del rischio la valutazione del rischio e la riduzione del rischio.

La procedura illustrata nella figura 1 dovrebbe essere adottata quando si esegue una valutazione del rischio dei compiti implicanti la movimentazione manuale di carichi leggeri ad alta frequenza.

ISO 11228 3 OCRA Valutazione dei rischi

Figura 1 -  Procedura di Valutazione del rischio

L’appendice C, fornisce tutte le informazioni rilevanti per l'applicazione del metodo OCRA (Occupational Repetitive action) in conformità con questa parte della ISO 11228, per la valutazione dettagliata del rischio.


...

Indice OCRA

L’indice OCRA è il rapporto tra il numero delle azioni tecniche effettive (ATA), eseguite durante un turno di lavoro e il numero di azioni tecniche di riferimento (RTA) per ciascun arto superiore, specificatamente determinate nello scenario in esame:

Indice OCRA

Dove:
nATA è il numero complessivo di ATA nel turno;
nRTA è il numero di RTA nel turno
La procedura in tre fasi per la determinazione dell’indice è descritta nel dettaglio nei punti da C.3 a C.5.

...

Fase 3 (Punto C.5 Appendice C)

Ottenere l'indice di rischio secondo l'indice OCRA confrontando, per ogni arto superiore, il numero di ATA eseguite durante un turno di lavoro (ottenuto nella fase 1) e il numero di RTA (determinato nella fase 2) usando l'equazione (C.1). Quindi usare il prospetto C.5 per valutare il rischio e determinare le conseguenti azioni necessarie.

Prospetto C 5

 I "valori critici" dell'indice OCRA riferiti nel prospetto C.5 dovrebbero essere utilizzati come ausilio per un migliore inquadramento della valutazione del rischio e per guidare ogni azione preventiva conseguente con maggiore efficacia, piuttosto che essere trattati come valori rigidi che dividono i risultati tra "rischio" e "nessun rischio". Per esempio, sebbene sia teoricamente corretto affermare che un valore dell'indice OCRA pari a 3,4 rappresenti un rischio incerto, e che un valore dell'indice OCRA di 3,6 rappresenti un rischio definito, e egualmente corretto affermare che la differenza tra questi due valori e trascurabile e che l'utilizzatore dovrebbe prestare attenzione alle tendenze evidenziate dai risultati OCRA (usando anche i metodi di previsione forniti).

Identificazione delle azioni tecniche

Le azioni tecniche, TA, implicano attività muscolo-scheletriche degli arti superiori. Non dovrebbero essere identificate dal movimento di una singola articolazione, ma piuttosto con un movimento complesso che coinvolge una o più articolazioni e segmenti nel completamento di una semplice operazione lavorativa. I metodi di analisi dei compiti generalmente utilizzati in ambito industriale identificano i movimenti elementari di una specifica operazione per determinare il tempo necessario per portarla a termine. I due metodi più comuni, trattati nei riferimenti sono:

- analisi cronometrica, e

- sistemi a tempo predeterminato, PTS, quali MTA (analisi del tempo di movimento), MTS (sistema del tempo di movimento), WF (fattore di lavoro), i sistemi di misurazione tempi e metodi MTM 1, MTM 2, MTM 3, MTM V, MTM MEK e MTM UAS e MODA PTS (sistemi di analisi modulare a tempo predeterminato).

Le azioni tecniche sono simili (anche se non identiche) agli elementi presi in considerazione nei metodi di analisi dei compiti elencati qui sopra. Quindi, questi sono più facilmente riconosciuti dai tecnici dato che la loro identificazione e i metodi di analisi dei compiti puntano entrambi alla descrizione dei movimenti tecnici eseguiti dall'operatore per completare un ciclo di lavoro.

Il prospetto C.6 fornisce i criteri per l'identificazione delle azioni come azioni tecniche.

Prospetto C 6

...segue in allegato

...

Analisi della postura, dei tipi di movimento e della loro ripetitività

Le posture e i movimenti degli arti superiori durante i compiti ripetitivi sono di fondamentale importanza nel contribuire al rischio dei diversi disordini muscolo-scheletrici. Nella letteratura tecnica vi e ampio accordo per quanto riguarda il danno potenziale derivante da posture e movimenti incongrui di ogni articolazione, da posture mantenute per lungo tempo (anche se non estreme), e da movimenti specifici, ripetitivi dei vari segmenti. L'analisi delle posture e dei movimenti e focalizzata su ciascun singolo segmento degli arti superiori (mano, polso, gomito, spalla) ed e mirata al controllo della presenza e delle modalità temporali (frequenza, durata) nel ciclo delle posture statiche e dei movimenti dinamici che coinvolgono ciascuno dei segmenti/articolazioni considerati. La descrizione può essere più o meno analitica ma deve considerare almeno:

a) azioni tecniche che richiedono posture o movimenti di un singolo segmento oltre un livello critico di escursione angolare (il livello critico di escursione angolare può essere determinato secondo i criteri disponibili nella letteratura);
b) azioni tecniche che coinvolgono posture statiche e/o i movimenti che, anche in escursioni angolari accettabili, sono mantenute o ripetute nello stesso modo (ripetitività), e
c) la durata, espressa come frazione della durata del ciclo/compito, di ciascuna delle condizioni a) e b).

La combinazione di questi fattori descrittivi (postura/tempo) conduce alla classificazione dello sforzo per ciascun segmento preso in considerazione.

Per identificare i cosiddetti livelli critici di escursione angolare (posture e movimenti incongrui), si dovrebbe fare riferimento a ISO 11226 e, se necessario, a dati e proposte disponibili nella letteratura sono abbastanza convergenti, sebbene differenti nel livello di dettaglio analitico (inclusione/esclusione di alcuni tipi di movimento, valori di escursione critica dei movimenti principali, ecc.).

Una descrizione accurata della postura e dei movimenti può inoltre essere considerata un elemento predittivo per le patologie specifiche degli arti superiori, che possono essere previsti per i lavoratori esposti alla presenza di altri elementi di rischio (frequenza, forza, durata, ecc.).

La descrizione/valutazione delle posture e dei movimenti deve essere effettuata su un ciclo rappresentativo per ciascuno dei compiti ripetitivi esaminati. Ciò implica la descrizione della durata delle posture e/o dei movimenti dei quattro principali segmenti anatomici (sia destro sia sinistro):

- postura e movimenti del braccio in relazione alla spalla (flessione, estensione, abduzione);
- movimenti del gomito (flessioni-estensioni, pronosupinazioni dell'avambraccio);
- posture e movimenti del polso (flessioni-estensioni, deviazioni radio-ulnari);
- posture e movimenti della mano (principalmente i tipi di presa).

Per semplificare l'analisi delle posture e dei movimenti, perché l'azione sia definita come "impegnativa", e necessario verificare che, durante il movimento, il segmento/articolazione abbia un'escursione con un angolo maggiore del 40% - 50% della massima escursione angolare (o una posizione incongrua per la presa con la mano).

Un alto impegno articolare è quantificato con punteggi differenti estrapolati da dati sulla percezione soggettiva dell'impegno della articolazione.

Quando si studiano le posture e i movimenti della spalla, è necessario menzionare uno studio che mostra la presenza di un rischio aumentato di disordini a carico della spalla quando il braccio e mosso o mantenuto più o meno a livello della spalla (elevazione estrema) per più del 10% della durata del ciclo.

Per quanto riguarda i tipi di presa considerati, alcuni di essi (pinza, presa palmare, presa a uncino, presa ristretta) sono considerati meno favorevoli della presa di forza, e sono quindi classificati come implicanti un impegno medio/elevato.

Le figure che seguono illustrano i principali movimenti delle articolazioni degli arti superiori (vedere figura C.6 e figura C.7) e, per la mano, i diversi tipi di presa (vedere figura C.8).

Nata Il prospetto C.2 riepiloga i gradi oltre il 40% - 50% della massima escursione articolare.

La valutazione della postura implica le seguenti cinque fasi operative.

Prospetto C 6

... segue in allegato


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