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Il ruolo della dimensione delle fibre di amianto nella patogenesi e nella prevenzione del mesotelioma

Il ruolo della dimensione delle fibre di amianto nella patogenesi e nella prevenzione del mesotelioma

ID 20873 | 30.11.2023 / In allegato

Gli autori ritengono che sia necessario valutare criticamente il punto di vista espresso da Gerolamo Chiappino in un articolo, apparso sulla rivista Medicina del lavoro, incentrato sul ruolo delle dimensioni delle fibre di amianto nella genesi dei mesoteliomi nell’uomo e sulle possibilità di prevenzione fino alla metà degli anni Ottanta.

Una revisione della letteratura epidemiologica, sperimentale e molecolare suggerisce che quanto affermato da Chiappino sulla dose, la relazione dose-risposta e il ruolo della suscettibilità genetica esprima interpretazioni scientificamente non valide. Chiappino afferma che, qualora non si eliminassero totalmente uso ed esposizione ad amianto, la riduzione dell’intensità dell’esposizione ottenuta mediante sistemi ambientali di protezione o mezzi personali non avrebbe inciso sulla frequenza dei mesoteliomi negli esposti. Secondo gli autori, le assunzioni sottese a queste affermazioni non trovano riscontro in letteratura.

Il ruolo delle dimensioni delle fibre

Chiappino afferma come un dato certo che soltanto le fibre di amianto «ultracorte» e «ultrafini» possono raggiungere la pleura parietale e dare sviluppo al mesotelioma maligno, fondando questa sua affermazione principalmente su tre lavori che gli permettono di asserire che le fibre ultrafini sono «l’unica categoria dimensionale capace di superare la barriera polmone-pleura».
Invece, da una attenta lettura dei lavori sopra citati, risulta che:

¤ secondo Paoletti et al. «circa l’80% (48/60) delle fibre trovate erano più corte di 5 μm, e il 68% erano più sottili di 0,3 μm», mentre secondo Boutin et al.3 «a total of 22.5% of fibres were ≥ 5 μm in length in black spots’» (una quantità pari al 22,5% del totale delle fibre risultava essere di lunghezza ≥ a 5 μm a livello delle piccole macchie puntiformi
della pleura parietale in corrispondenza degli stomi linfatici).

In queste sedi le fibre di 8 μm di lunghezza e più erano l’8%, quelle di 15 μm e più erano il 2,1%, e la lunghezza massima registrata era di 29 μm; la media geometrica del diametro era 0,13, maggiore di quella delle fibre rilevate nel polmone, che era 0,10 μm. Veniva concluso che «long amphibole fibres concentrate in the same structures of the parietal pleura that trap other particles such as coal dust» (le fibre lunghe degli anfiboli si concentrano nelle stesse strutture della pleura parietale che catturano particelle di altro genere come per esempio la polvere di carbone).
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segue in allegato

Lorenzo Tomatis,
Susanna Cantoni,
Francesco Carnevale,
Enzo Merler,
Franco Mollo,
Paolo Ricci,
Stefano Silvestri
Paolo Vineis
Benedetto Terracini

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