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I dispositivi di ritenuta stradale

Quaderni tecnici Volume 6 ANAS

I dispositivi di ritenuta stradale (barriere di sicurezza)

ID 15779 | 16.02.2022

I dispositivi di ritenuta stradale - Quaderni tecnici ANAS Volume 6 (2019)

È consuetudine, anche con riferimento a ciò che prescrive la normativa italiana (art. 1 D.M. 21/06/2004), classificare le barriere di sicurezza in relazione alla loro destinazione ed ubicazione.

Considerate le diverse zone che possono necessitare di una specifica protezione, le barriere si distinguono in: 

1. barriere centrali da spartitraffico; 

2. barriere bordo laterale;

3. barriere per opere d’arte (ponti, viadotti, sottovia, muri, ecc.);

4. barriere, o dispositivi, per puntisingolari come quelle utilizzate per la chiusura di varchi, attenuatori d’urto per ostacoli fissi, terminali speciali, dispositivi per zone di approccio ad opere d’arte, dispositivi per zone di transizione e simili.

In funzione del materiale costituente la barriera è possibile la seguente classificazione:

1. acciaio;
2. calcestruzzo;
3. in legno (con anima in acciaio) laddove le esigenze ambientali lo richiedano.

Inoltre, i materiali con cui sono costruite le barriere di sicurezza debbono rispondere a imprescindibili requisiti di resistenza meccanica e durabilità, oltre ad avere caratteristiche di compatibilità ambientale e pregi estetici, quando richiesti.

Nella loro configurazione più tradizionale le barriere metalliche sono costituite dai seguenti elementi strutturali:

- montanti: infissi su terra o vincolati con bulloni al supporto; 
- nastro/i: generalmente costituito/i da una o più lamiere sagomate a doppia o tripla onda;
- correnti longitudinali: elementi disposti parallelamente al nastro, inferiori (pararuota) o superiori (in corrispondenza delle opere d’arte);
- distanziatori:se presenti, posti tra i nastri e i montanti e con funzione di dissipare l’energia di urti leggeri e garantire l’effetto di risalita del nastro durante l’urto al fine di impedire lo scavalcamento della barriera;
- diagonali di controvento, se presenti;
- bulloneria di collegamento e vincolo; 
- supporti per l’ancoraggio o per l’infissione dei montanti

La Normativa europea

Il quadro normativo comunitario fa riferimento alla Norma UNI EN 1317 “Barriere di sicurezza stradali”, suddivisa in 8 Parti:

Parte 1: Terminologia e criteri generali per i metodi di prova;
Parte 2: Classi di prestazione, criteri di accettazione delle prove d’urto e metodi di prova per le barriere di sicurezza inclusi i parapetti veicolari;
Parte 3: Classi di prestazione, criteri di accettabilità basati sulla prova di impatto e metodi di prova per attenuatori d’urto;
Parte 4: Linee guida per la meccanica computazionale di prove d’urto sul sistema di ritenuta del veicolo - Procedure di validazione;
Parte 5: Requisiti di prodotto e valutazione di conformità per sistemi di trattenimento di veicoli;
Parte 6: Sistema di ritenuta dei pedoni - Parapetti pedonali;
Parte 7: Livello di contenimento, metodi di prova e criteri di accettazione per i terminali;
Parte 8: Sistemi di ritenuta stradali motociclisti in grado di ridurre la severità dell’urto del motociclista in caso di collisione con le barriere di sicurezza

Per certificare una barriera si fa riferimento alle prime 5 parti della Norma UNI EN 1317.

Per produrre e commercializzare una barriera si fa riferimento al Regolamento (UE) 305/2011
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