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Diossine / furani / PCB: POPs e Valori limite ambiente

Diossine e furani e PCB  POPs  e Valori limite ambiente

Diossine e furani e PCB: POPs e Valori limite ambiente / Rev. 1.0 Ottobre 2024

ID 13292 | Rev. 1.0 del 06.10.2024 / Documento completo allegato

Diossine furani e policlorobifenili (PCB) costituiscono tre delle dodici classi di inquinanti organici persistenti, riconosciute a livello internazionale: si tratta di prodotti particolarmente stabili e considerati tossici sia per l’ambiente che per l’uomo.

Diossine e furani

Policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani

Le diossine sono un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati che possono essere classificati in due grandi famiglie: le dibenzo-p-diossine (PCDD) e i dibenzo-p-furani (PCDF). Di tali composti, alcuni assumono rilevanza tossicologica in funzione del numero e della specifica posizione degli atomi di cloro sugli anelli aromatici.

Si tratta di sostanze che, a causa della forte stabilità e spiccata lipofilia, sono significativamente coinvolte nei meccanismi di bioaccumulo negli organismi. Le diossine ed i furani rappresentano classi di composti organici persistenti (POPs, Persistent Organic Pollutants) riconosciute a livello internazionale per pericolosità e resistenza, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso.

Sono sottoprodotti indesiderati di reazioni chimiche solitamente generati durante processi di:

- produzione della plastica
- produzione dei pesticidi
- lavorazione dei metalli
- sbiancamento della carta
- produzione di oli combustibili.

Altre fonti di emissione sono le combustioni incontrollate o controllate, come l’incenerimento dei rifiuti, la produzione di energia, l’utilizzo di oli combustibili nei più diversi settori produttivi, i trasporti. Per questo motivo, in molti impianti produttivi è previsto per legge il monitoraggio delle diossine.

Le diossine vengono emesse in atmosfera da una o più sorgenti e possono essere trasportate per grandi distanze e successivamente depositarsi nell’acqua, nei suoli e nei sedimenti.

L’uomo può entrare in contatto con le diossine per via accidentale, professionale (per esempio coloro che lavorano nella produzione di pesticidi o determinati prodotti chimici), oppure assumendo cibo contaminato.

Le diossine non vengono prodotte intenzionalmente, non avendo alcun utilizzo pratico, ma sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione. Esse possono originarsi dai processi chimici di sintesi relativi ai composti clorurati e dai processi di combustione non controllata che coinvolgono vari prodotti quali: materie plastiche, termoplastiche, termoindurenti, ecc., nonché reflui e rifiuti contenenti composti clorurati; per questo motivo tali processi vengono indicati come “sorgenti primarie”.

Una volta immesse nell’ambiente le diossine, come visto nel precedente capitolo, sono soggette a vari destini ambientali e danno origine a processi di accumulo in specifici comparti/matrici ambientali (suoli e sedimenti) e di bioaccumulo in specifici prodotti (latte e vegetali a foglia larga) ed organismi (fauna ittica ed erbivori) per divenire a loro volta “sorgenti secondarie”, ossia successive ed aggiuntive a quelle primarie.

 Le sostanze che producono diossine a seguito della loro combustione vengono indicate come “precursori”, mentre quelle che presentano tracce/residui di diossine in conseguenza del loro processo di produzione35 costituiscono delle “riserve” in grado di rilasciare diossine nell’ambiente con modalità dipendenti dal tipo di utilizzazione e gestione (pratiche e comportamenti antropici). Tra i processi chimici emergono quelli di produzione delle plastiche, di composti chimici, della carta e degli oli combustibili e come tali sono anche i responsabili diretti nella produzione di precursori e di riserve. I processi di combustione si possono distinguere in:

- combustioni incontrollate, tra le quali:
-- incendi accidentali ed all’aperto (di materiali eterogenei, quali rifiuti urbani, pneumatici, ecc.), il cui contributo risulta di difficile quantificazione36 e valutazione;
-- incendi boschivi in presenza di composti chimici clorurati per la combustione di lignina e cellulosa;
-- eruzioni vulcaniche con meccanismo di produzione di diossine analogo agli incendi boschivi.

- combustioni controllate (volontarie) di:
-- rifiuti solidi urbani (incenerimento);
-- fanghi (incenerimento);
-- carburante/combustibili nei processi di fusione dei metalli ferrosi e non ferrosi;
-- carburante/combustibili nei processi di produzione del cemento.

- altre combustioni controllate per la produzione di energia:
-- trasporti (per l’utilizzo di combustibili che contengono composti clorurati);
-- combustione di legno trattato;
-- combustione di oli combustibili.

PCB

I policlorobifenili (PCB) sono una serie di composti aromatici biciclici costituiti da molecole di bifenile variamente clorurate. Si tratta di molecole sintetizzate all’inizio del secolo scorso e prodotte commercialmente fin dal 1930, sebbene attualmente in buona parte banditi a causa della loro tossicità e della loro tendenza a bioaccumularsi. A differenza delle diossine, quindi, i PCB sono sostanze chimiche prodotte deliberatamente tramite processi industriali. I PCB vengono ricavati a partire dal petrolio e dal catrame, dai quali si estrae il benzene, che viene poi trasformato in bifenile. Il bifenile viene successivamente clorurato a policlorobifenile, la cui formula è C12 HaClb.

I PCB sono composti chimici molto stabili, resistenti ad acidi ed alcali ed alla fotodegradazione, non sono ossidabili, non attaccano i metalli, sono poco solubili in acqua ma lo sono in olio e solventi organici quali alcol e acetone. Non sono infiammabili (quando la loro molecola contiene più di 4 atomi di cloro), evaporano ad oltre 800˚C e si decompongono solo oltre i 1000˚C. Sono poco volatili, si possono spandere su superfici formando sottili pellicole, hanno bassa costante dielettrica, densità maggiore dell’acqua, elevata lipoaffinità e sono scarsamente biodegradabili. Prima che nel 1985 fossero vietati il commercio e l’uso, i PCB erano generalmente utilizzati in due tipologie d’applicazione (Tabella 1):

- nei sistemi chiusi come ad esempio fluidi dielettrici in apparecchiature elettriche (principalmente trasformatori); di questi usi le principali vie di contaminazione ambientale sono riconducibili a perdite, incendi, scarichi illeciti e smaltimento inadeguato;
- nei sistemi aperti come additivi per antiparassitari, ritardanti di fiamma, isolanti, vernici, ecc.; tra questi usi le principali fonti di contaminazione ambientale sono le discariche, la migrazione di particelle e l’emissione in atmosfera a seguito di evaporazione

Diossine e furani e PCB  POPs  e Valori limite ambiente Tab  1

Tabella 1 – Utilizzo dei PCB

Altre fonti di contaminazione, relativamente meno importanti, sono l’incenerimento dei rifiuti, la concimazione dei terreni con fanghi provenienti dalla depurazione di acque di scarico, la combustione di oli usati, le riserve di PCB nei sedimenti marini, fluviali e nei fanghi di dragaggio dei porti.

E’ stato stimato che all’inizio del secolo scorso sono state prodotte e commercializzate più di un milione di tonnella anche se tali sostanze non vengono più prodotte in molti paesi, tuttavia ne restano grossi quantitativi in apparecchiature elettriche, plastiche, edifici e nell’ambiente di PCB (dati European Commission, 2000).

La normativa UE su Diossine e furani e PCB

La Commissione Europea con la Comunicazione 2001/0593, ha definito nel 2001 la "Strategia comunitaria sulle diossine, i furani e i bifenili policlorurati", ed a legiferato con i seguenti atto normativi:

Regolamento (CE) n. 850/2004 del parlamento europeo e del consiglio del 29 aprile 2004 relativo agli inquinanti organici persistenti e che modifica la direttiva 79/117/CEE (GU L 158/7 del 30.04.2004) 

relativo agli inquinanti organici persistenti (in seguito: "il regolamento") è stato adottato nell'aprile 2004 al fine di applicare all'interno dell'Unione europea la convenzione di Stoccolma ("la convenzione") e il protocollo di Aarhus POP del 1998 della convenzione sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza ("il protocollo POP").  Il regolamento è stato abrogato nel 2019 dal Regolamento (UE) 2019/1021 (POPs).

Regolamento (UE) 2019/1021 (POPs) del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 relativo agli inquinanti organici persistenti (GU L 169/45 del 25.06.2019)

La Commissioni ha pubblicato le seguenti relazioni periodiche consuntive:

Seconda relazione consuntiva 2007
- Terza relazione consuntiva 2010

Comunicazione 2001/0593

Regolamento POPs

Regolamento (UE) 2019/1021 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 relativo agli inquinanti organici persistenti (GU L 169/45 del 25.06.2019).
...

Allegato I Sostanze inserite nella convenzione e nel protocollo e sostanze inserite solo nella convenzione
Parte A

Diossine e furani e PCB  POPs  e Valori limite ambiente All  I P A

Allegato III Elenco delle sostanze soggette a disposizioni in materia di riduzione dei rilasci
Parte A 

Diossine e furani e PCB  POPs  e Valori limite ambiente All  III P A

Allegato IV Elenco delle sostanze soggette alle disposizioni in materia di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 7
Parte A 

Allegato IV Elenco delle sostanze soggette alle disposizioni in materia di gestione dei rifiuti di cui all articolo 7

(1) Il limite è calcolato come la somma di PCDD, PCDF e dl-PCB in base ai fattori di tossicità equivalente (TEF) di cui alla parte 2, terzo comma, della tabella dell’allegato V.
(2) Si utilizza il metodo di calcolo indicato nelle norme europee EN 12766-1 ed EN 12766-2

(*) Modificato da:
-
Regolamento (UE) 2022/2400 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 novembre 2022 (GU L 317 24 9.12.2022)

ALLEGATO V GESTIONE DEI RIFIUTI

Parte 2
Rifiuti e operazioni cui si applica l'articolo 7, paragrafo 4, lettera b) Ai fini dell'articolo 7, paragrafo 4, lettera b), sono autorizzate le seguenti operazioni riguardo ai rifiuti specificati, definiti dal codice a sei cifre, come risulta dalla classificazione nella decisione 2000/532/CE.

[...]

Il valore limite di concentrazione massima di dibenzo-p-diossine e dibenzofurani policlorurati (PCDD e PCDF) e di policlorobifenili diossina-simili (dl-PCB) è calcolato in base ai fattori di tossicità equivalente (TEF) indicati di seguito:

Fattori di tossicità equivalente (TEF) per PCDD, PCDF e dl-PCB (*)

Fattori di tossicit  equivalente  TEF  per PCDD  PCDF e dl PCB

[...]

(*) Modificato da:
Regolamento (UE) 2022/2400 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 novembre 2022 (GU L 317 24 9.12.2022)

segue in allegato

Certifico Srl - IT | Rev. 1.0 2024
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Matrice revisioni

Data Rev. Oggetto Autore
06.10.2024 1.0 Regolamento (UE) 2022/2400 Certifico Srl
16.04.2021 0.0 --- Certifico Srl

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