Circolare Min. Salute n. 36391 del 27 dicembre 2016
Prevenzione e controllo della malaria in Italia
Negli ultimi anni la diffusione della malaria nel mondo è stata notevolmente ridotta grazie all’attuazione di programmi di lotta e controllo promossi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e, nel mese di aprile 2016, l’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS ha comunicato agli Stati Membri l’eradicazione della trasmissione di malaria autoctona sul territorio della Regione Europea.
Tuttavia nelle aree tropicali e sub tropicali la malaria rappresenta ancora la più importante malattia trasmessa da vettore.
Nell’ultimo rapporto sulla situazione mondiale della malaria, pubblicato sempre dall’OMS, vengono riportati 95 paesi ancora con endemia malarica, circa 214 milioni di casi e 438 mila decessi (World Malaria Report, dicembre 2015).
Nei paesi non endemici la malaria continua ad essere la più importante malattia d’importazione, legata al numero crescente sia di viaggiatori internazionali sia di flussi migratori provenienti da aree endemiche.
Questa malattia rappresenta dunque la principale fonte di preoccupazione da un punto di vista sanitario per le persone che si rechino in paesi tropicali e sub tropicali.
Così come fonte di preoccupazione continuano ad essere i casi importati poiché in zone non più endemiche possono rappresentare serbatoi di infezione per vettori competenti presenti sul territorio e permettere il riattivarsi di una trasmissione locale, come avvenuto negli ultimi anni in Grecia.
La malaria è una malattia causata da protozoi del genere Plasmodium; le specie responsabili dell’infezione nell’uomo, trasmesse dalla puntura di alcune specie di zanzare appartenenti al genere Anopheles, sono: P. falciparum e P. vivax, le specie più diffuse che causano quindi il maggior numero di casi, seguite da P. ovale e P. malariae. P. falciparum è la specie che presenta maggiore morbosità e mortalità.
Alle quattro specie plasmodiali sopra menzionate, in vaste aree del Sud Est Asiatico si deve aggiungere il P. knowlesi, specie che infetta generalmente altri primati, ma che sempre più frequentemente è stata riscontrata anche nell’uomo, causando una forma di malaria piuttosto grave.