Scenari di esposizione Valutazione rischio chimico: il modello Stoffenmanager
ID 6071 | 03.05.2018
Lo scenario d’esposizione è definito nel Regolamento REACH come “l'insieme delle condizioni, comprese le condizioni operative e le misure di gestione dei rischi, che descrivono il modo in cui la sostanza è fabbricata o utilizzata durante il suo ciclo di vita ed il modo in cui il fabbricante o l'importatore controlla, o raccomanda agli utilizzatori a valle di controllare, l'esposizione delle persone e dell'ambiente”.
Lo scenario d’esposizione rappresenta il fulcro del processo di valutazione della sicurezza chimica(1) in quanto costituisce la base per la stima dell’esposizione ed, allegato alla Scheda di Dati di Sicurezza (SDS), è anche il maggior strumento di comunicazione delle informazioni lungo la catena d’approvvigionamento della sostanza. La stima dell’esposizione deve essere effettuata per ciascun scenario d’esposizione nella sua fase iniziale di sviluppo e successivamente affinata fino alla definizione dello scenario finale.
Il processo di stima dell’esposizione dovrebbe basarsi su misure sperimentali. In pratica, la disponibilità di dati reali d’esposizione è limitata e quindi, nella maggior parte dei casi, si deve ricorrere all’uso di modelli di calcolo. In particolare nel caso delle piccole e medie imprese (PMI), che si distinguono per un’elevata variabilità delle mansioni lavorative degli addetti e dei relativi tempi di esposizione, nonché delle modalità d’uso degli agenti chimici, gli algoritmi o i modelli di calcolo possono rappresentare uno strumento di grande utilità nella valutazione del rischio.
L’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA), nella Guida alle disposizioni in materia di informazione e alla valutazione della sicurezza chimica - Parte D [1], distingue tra modelli elaborati con l’intento di offrire una semplicità d’uso, ma intrinsecamente conservativi, e pertanto indicati ad essere utilizzati come modelli per uno screening iniziale (modelli di livello 1), e modelli più complessi di livello 2, che richiedono un maggior numero di dati di input e che forniscono stime d’esposizione più accurate e più aderenti ai dati sperimentali.
(1) CSA: Chemical Safety Assessment
Livello | Tipo | Uso |
1 | Semplicìtà d'uso (conservativi) | Screening iniziali |
2 | Complessiun (maggior numero di dati di input) |
Stime d’esposizione più accurate e più aderenti ai dati sperimentali |
Classificazione modelli valutazione della sicurezza chimica (ECHA)
IL MODELLO STOFFENMANAGER
Il modello Stoffenmanager è stato sviluppato in Olanda inizialmente per le piccole e medie imprese con l’intento di facilitare il controllo del rischio chimico e l’individuazione delle priorità tra gli interventi di prevenzione e protezione da mettere in atto.
Il modello è intermedio tra il livello 1 e 2, è un modello web-based, ossia utilizzabile tramite internet, e attualmente è fruibile in Inglese, Olandese e Finlandese dal sito web: https://www.stoffenmanager.nl; è disponibile in una versione base, gratuita, e in una versione a pagamento, con maggiori funzionalità che, ad esempio, consente di far interagire il modello con altri database. Il modello è disponibile in 2 moduli [5]:
1. un modulo “Control banding” che aiuta l’utilizzatore a dare priorità ai rischi per la salute dei lavoratori derivanti da sostanze pericolose ed è uno strumento di screening per determinare gli interventi da attuare. In questo senso, a partire dalle informazioni iniziali, il modello fornisce una stima delle fasce di rischio. Una volta stimato il rischio, possono essere prese in considerazione le misure da attuare e quindi si può stimare di nuovo il rischio.
2. un modulo “Quantitative exposure”; il modello è validato per la stima dell’esposizione inalatoria a vapori e polveri inalabili e restituisce un risultato in mg/m3. Si possono ottenere due valori stimati: uno, il caso peggiore, basato sul 90 percentile della distribuzione di esposizione e un altro basato su un percentile a scelta, ad esempio tra 50 o 70. Il valore ottenuto può essere confrontato con un valore limite.
Stoffenmanager classifica la pericolosità di sostanze e miscele in base alle frasi R9 o H10, secondo lo schema del COSHH Essentials. (Technical documentation COSHH website) [6]; la versione 5.1 del modello è infatti aggiornata al Regolamento CLP)
(9) Frasi R: frasi di rischio
(10) Frasi H: Indicazioni di pericolo (Regolamento CLP)
Per la stima dell’esposizione inalatoria si basa su un approccio sorgente- recettore già sviluppato da Cherrie e Schneider [7], opportunamente modificato in alcuni punti in modo da renderlo utilizzabile dalle PMI, spesso carenti di personale esperto in igiene occupazionale; i parametri considerati sono i processi, le misure di controllo locali, la ventilazione generale, le caratteristiche dei prodotti [8]. Per la parte inalatoria è stato validato con circa 1000 misure di esposizione: i risultati mostrano una buona stima dell’esposizione, sufficientemente conservativa, anche se talora va adattato allo scenario [9].
Per la stima dell’esposizione cutanea il modello si riferisce a RISKOFDERM [10], modello basato su un gran numero di misure di esposizione in reali contesti lavorativi; Stoffenmanager contempla circa 700 misure di esposizione.
Per lavorare con il modello Stoffenmanager occorrono i dati contenuti nella scheda di sicurezza (SDS): la parte di stima del rischio finalizzata a definire la scala delle priorità degli interventi non è disponibile nei casi in cui per la sostanza o la miscela non sono disponibili frasi R o frasi H in base al CLP (es. farmaci): in questi casi va effettuato un processo di attribuzione di una frase R o H.
La parte relativa alla stima dell’esposizione inalatoria non presenta restrizioni; la parte dell’esposizione cutanea non è adatta per la caratterizzazione del rischio di prodotti contenenti sostanze etichettate come (molto) tossiche e corrosive: il modello riconosce queste sostanze dal numero CAS e avvisa l’utilizzatore.
I dati di base da inserire sono divisi in tre campi:
1.Informazioni generali:
- nome del prodotto;
- data di pubblicazione della SDS;
- produttore;
- stato fisico del prodotto
2. Valutazione del rischio
- informazioni di salute e sicurezza (frasi R, S, H e P tratti dalle SDS);
- composizione del prodotto (n.CAS e concentrazione tratta dalla SDS).
3. Istruzioni di lavoro e registrazione delle sostanze pericolose
- categorie di pericolo (SDS);
- DPI e impianti di ventilazione (SDS).
Uno schema del modello è riportato in Figura 1.
Figura 1: schema del modello Stoffenmanager
Il risultato della valutazione nel modulo delle fasce di controllo è l’assegnazione di:
- Una fascia di pericolo per la sostanza. Tale assegnazione è basata sulle frasi di rischio od indicazioni di pericolo inserite nel modello e analizzate dallo stesso seguendo lo schema del COSHH.
Le categorie sono 5 (A, B, C, D, E): le sostanze ritenute più pericolose sono classificate in categoria E, le meno pericolose in categoria A (Figura 2)
- Una fascia di esposizione, stimata dal modello in base alla quantità di sostanza rilasciata, al tipo di operazione (durata e frequenza) e alla distanza dalla sorgente. Le classi previste sono 4: la classe 1 rappresenta l’esposizione più bassa, la 4 quella più alta (Figura 2).
- Un punteggio che indica il rischio per la salute, stimato dalla combinazione tra la fascia di pericolo e fascia di esposizione. La stima può essere riferita a 3 fasce: quella a rischio più elevata è la I (caratterizzata nel modello dal colore rosso), quella a rischio minore è la III (caratterizzata dal colore verde) (Figura 2).
Figura 2: schema della valutazione – modello Stoffenmanager
Assegnati i punteggi e la fascia di stima del rischio, il modello aiuta l’utilizzatore a scegliere le misure per ridurre o controllare il rischio, attraverso la funzione control scenario.
Con questa funzione vengono presentate una serie di possibili misure di prevenzione e protezione, raggruppate e ordinate secondo una sequenza denominata STOP-principle (Substitution, Tecnical measures, Operational measures, Personal protection)
(Tabella 3): sostituzione, misure tecniche di controllo sulla sorgente, nelle immediate vicinanze della sorgente, nello spazio di misura (ambiente di lavoro), modifiche al modo di lavorare (es. cabine), misure di protezione individuale dei lavoratori.
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Fonte: INAIL
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