Strategia Nazionale Biodiversità 2030
ID 16472 | 22.04.2022
La Strategia Nazionale rappresenta lo strumento attraverso il quale l’Italia intende contribuire all’obiettivo internazionale di garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi del pianeta siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti.
Al fine di garantire la più ampia partecipazione, è aperta la consultazione pubblica della “Strategia Nazionale Biodiversità 2030”.
Le osservazioni e i contributi vanno trasmessi mediante la compilazione del modulo dedicato, da inviare entro il 22 maggio 2022 al seguente indirizzo:
L’elaborazione di una Strategia Nazionale per la Biodiversità (SNB) si colloca nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, Rio de Janeiro 1992) avvenuta con la legge n. 124 del 14 febbraio 1994.
L’Art. 6 della CBD stabilisce infatti che ciascuna Parte contraente, a seconda delle proprie particolari condizioni e necessità, dovrà elaborare strategie, piani e programmi nazionali volti a garantire la conservazione e l’utilizzazione durevole della diversità biologica e dovrà integrare per quanto possibile e opportuno la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità nei pertinenti piani, programmi e politiche settoriali.
Con la prima Strategia Nazionale per la Biodiversità, relativa al decennio 2011-2020 appena concluso, l’Italia si è posta la seguente visione strategica al 2050: “la biodiversità e i servizi ecosistemici, nostro capitale naturale, sono conservati, valutati e, per quanto possibile, ripristinati, per il loro valore intrinseco e perché possano continuare a sostenere in modo durevole la prosperità economica e il benessere umano nonostante i profondi cambiamenti in atto a livello globale e locale”.
In particolare, la SNB 2020 aveva definito tre obiettivi strategici da raggiungere entro il 2020:
2) ridurre in modo sostanziale l’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità;
3) integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche economiche e di settore.
Sebbene gli obiettivi siano stati solo parzialmente raggiunti dall’Italia, (cfr. Rapporto Conclusivo SNB 2020), come peraltro avvenuto anche a livello globale e dell’Unione europea, il bilancio di quanto ottenuto con la SNB 2020 appare positivo in termini di capacità di mettere in relazione e creare occasioni di confronto e collaborazione tra esperti, discipline e livelli di attuazione, che difficilmente avrebbero interagito tra loro altrimenti.
L’esperienza fornita dalla SNB 2020 ha evidenziato la necessità di una base comune di dati conoscitivi e di strumenti operativi per realizzare gli impegni assunti nell'ambito della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, con risultati misurabili sulla base di monitoraggi dei dati conoscitivi.
Bisogna aggiungere altresì, come rilevato dal IV Rapporto su “Il Capitale Naturale in Italia”, che lo stato della biodiversità in Italia risulta essere preoccupante e che la SNB 2020 non ha consentito di conseguire parte dei target indicati dalle strategie e direttive comunitarie, a partire dal raggiungimento dello stato di conservazione soddisfacente per gli habitat e le specie di interesse comunitario.
L’Italia, pertanto, intende dotarsi di una rinnovata Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 con la quale potrà contribuire ad invertire l’attuale tendenza alla perdita di biodiversità e al ripristino degli ecosistemi.
La Strategia al 2030 delinea una visione di futuro e di sviluppo incentrata sulla necessità di invertire a livello globale l’attuale tendenza alla perdita di biodiversità e al collasso degli ecosistemi, in coerenza con gli ambiziosi obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, della Strategia Europea “Farm to Fork” per sistemi alimentari sostenibili e del Piano per la Transizione Ecologica in corso di definizione.
Per raggiungere i target strategici nazionali ed europei, come auspicato nel richiamato Rapporto sul Capitale Naturale, si è deciso di definire azioni più incisive, integrate, valutabili ed efficaci.
Le ragioni indiscutibili e urgenti che richiamano alla necessità di mettere in atto misure tempestive e continuative per l’aumento di conoscenza, la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio, particolarmente ricco in Italia, sono riconducibili ai molteplici valori della biodiversità:
- il valore diretto delle risorse che l’umanità può trarre dagli organismi viventi,
- il valore indiretto, dovuto al ruolo delle diverse specie e delle relazioni dinamiche tra le stesse nel mantenimento di processi come la produzione di ossigeno, il controllo delle inondazioni, i bilanci energetici e gli equilibri idrici e gassosi,
- inoltre, non si dovrebbe dimenticare il valore intrinseco della diversità biologica e la dimensione estetica che offre il mondo naturale, con la sua incredibile varietà di strutture, forme, colori, adattamenti e comportamenti. Una ricchezza culturale e spirituale anch’essa importante e necessaria per il benessere e l’equilibrio dell’umanità.
Con la promulgazione della Legge costituzionale 11 febbraio 2022 n. 1 (G.U. n. 44 del 22 febbraio) il Parlamento italiano ha compiuto una importante innovazione normativa che introduce due diverse modifiche alla Carta costituzionale:
- all’articolo 9, inserisce tra i principi fondamentali un nuovo comma volto alla “tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” e pone sotto la legislazione dello Stato la tutela degli animali;
- all’articolo 41, inserisce tra i diritti e doveri dei cittadini nell’ambito della libera iniziativa economica privata al comma 2 la previsione di svolgersi “in modo da non arrecare danno alla salute e all’ambiente” e, al comma 3, che sia indirizzata e coordinata, oltre ai già previsti fini sociali, anche “ai fini ambientali”.
Con tale modifica costituzionale, l’Italia ha posto una pietra miliare al percorso di cambiamento e consapevolezza da parte delle pubbliche amministrazioni, ma anche della società civile sui valori della Biodiversità che è alla base della SNB 2030, già orientata al 2050 e dunque all’interesse delle future generazioni.
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Fonte: ISPRA
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