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Strategie di monitoraggio dei composti organici volatili (COV) in ambiente indoor

Strategie di monitoraggio dei composti organici volatili (COV) in ambiente indoor

Nell’ambito del Gruppo di Studio Nazionale (GdS) sull’inquinamento indoor, istituito nel 2010 presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e costituito da esperti dello stesso ISS, di altri Enti e Istituti di ricerca, Università, Ministero della Salute e Regioni, è emersa la necessità di predisporre con urgenza un documento condiviso, che fornisca una metodologia univoca per la caratterizzazione e valutazione di inquinanti chimici allo stato aeriforme negli ambienti confinati (indoor).

Attualmente, in Italia, non esiste una specifica regolamentazione che definisca in maniera puntuale e omogenea procedure di rilevazione, monitoraggio e campionamento degli inquinanti indoor. Al fine di contribuire a colmare tale lacuna è stato attivato dal GdS un gruppo ad hoc composto da esperti individuati dallo stesso GdS.

Il presente documento rappresenta il risultato del lavoro del suddetto gruppo ad hoc ed è rivolto in particolare a quelle strutture che, a vario titolo, sono preposte allo studio e/o al controllo della qualità dell’aria negli ambienti confinati finalizzato alla tutela della salute umana.

Le attività di monitoraggio indoor e la valutazione dei fattori di rischio per la salute, risultano elementi fondamentali all’individuazione delle misure necessarie a prevenire e/o a ridurre i livelli di concentrazione degli inquinanti.

In questo contesto si è posta prioritariamente l’attenzione ai Composti Organici Volatili (COV) che costituiscono una classe rilevante di inquinanti negli ambienti confinati, con caratteristiche intrinseche molto differenti fra una sostanza e l’altra e con impatti diversi in relazione a fattori quali persistenza ambientale, tossicità, soglia olfattiva.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nelle linee guida per la qualità dell’aria indoor indica valori guida per un certo numero di inquinanti, tra cui alcuni COV, quali: benzene, formaldeide, tricloroetilene, tetracloroetilene e naftalene (anche quest’ultimo incluso nei COV) oltre a biossido di azoto, monossido di carbonio, idrocarburi policiclici aromatici (in particolare benzo[a]pirene).

I COV sopra elencati sono stati considerati prioritari nell’ambito del progetto INDEX della Commissione Europea (2, 3) i cui principali risultati sono stati recepiti nelle citate linee guida OMS.

Nella definizione dei criteri per la pianificazione delle metodologie e delle modalità di campionamento/analisi dei COV, si è tenuto conto anche del fatto che, normalmente, gli occupanti degli edifici risultano esposti non a una singola sostanza ma a una miscela di sostanze inquinanti, in concentrazioni variabili nello spazio e nel tempo, emesse da sorgenti che possono essere differenti per numero e tipologia.

Nella prima fase del lavoro è stata effettuata una revisione della documentazione tecnica più aggiornata relativa alle norme di riferimento disponibili a livello europeo e internazionale, alle metodiche di campionamento ed analisi specifiche negli ambienti confinati, alla identificazione sia delle sorgenti indoor sia dei possibili apporti esterni oltre ad altri aspetti quali: ricambi aria, sistemi di ventilazione, ecc..

Per quanto riguarda in particolare le indicazioni sugli aspetti generali della strategia di campionamento, gli obiettivi, le metodologie e i tempi di rilevamento si è tenuto conto della norma tecnica “UNI EN ISO 16000-1:2006 Aria in ambienti confinati - Parte 1: Aspetti generali della strategia di campionamento”.

Nel presente documento è stata utilizzata la definizione proposta dall’OMS considerando che tale definizione è largamente seguita a livello internazionale da Istituzioni preposte alla tutela della salute.

Istituto Superiore Sanità
2013

Direttiva COV

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