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Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione 2023

Rapporto Rifiuti Urbani   Edizione 2023

Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione 2023

ID 21024 | 21.12.2023 / In allegato

II Rapporto Rifiuti Urbani che presenta i dati relativi all'anno 2022, giunto alla sua venticinquesima edizione, è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell'Economia Circolare dell'ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell'Ambiente.

Attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo sui rifiuti, si intende fornire un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato di supporto al legislatore per orientare politiche e interventi adeguati, per monitorarne l'efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive.

Il Rapporto sul Recupero Energetico da rifiuti in Italia, predisposto in collaborazione da UTILITALIA e ISPRA, è uno studio mirato a fornire le informazioni sugli impianti di digestione anaerobica e di incenerimento con recupero di energia dei rifiuti in Italia. Tali impianti fanno parte del sistema di gestione integrata dei rifiuti così come delineato anche dalle direttive europee per l’attuazione di un modello di economia circolare e, con particolare riferimento a quelli di trattamento termico, fondamentali per il recupero delle frazioni non riciclabili e finalizzati alla minimizzazione del ricorso allo smaltimento in discarica.

Rifiuti urbani, in calo la produzione dell'1,8% rispetto al 2021. La raccolta differenziata nazionale supera il 65%. Il 49,2% dei rifiuti urbani è riciclato ma ancora ampia la differenza rispetto alla raccolta.

Nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani - poco più di 29,1 milioni di tonnellate - non è allineata all’andamento dei principali indicatori socioeconomici: a fronte di incrementi del PIL e delle spese delle famiglie (rispettivamente, del 3,7% e 6,1%), i rifiuti urbani diminuiscono in tutte le macroaree geografiche. Nei 14 comuni con popolazione residente al di sopra dei 200 mila abitanti, tra 2021 e 2022 si registra invece un lieve incremento dello 0,4%.

In aumento la raccolta differenziata nazionale che si attesta al 65,2% della produzione totale. Le percentuali più alte si registrano in Veneto, con il 76,2%, e in Sardegna (75,9%). Supera per la prima volta la soglia del 50% la regione Sicilia (51,5%), che nell’ultimo quinquennio fa registrare un aumento di 22 punti percentuali.

Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2022, sono 654. Oltre la metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata anche se non tutte le regioni ancora dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti. Il recupero di questa frazione viene effettuato, in maniera prevalente, negli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico, che trattano il 50,8% dei quantitativi complessivamente avviati agli impianti di gestione della frazione organica, seguiti dagli impianti di compostaggio (44,4%); la restante quota del 4,8% è gestita negli impianti di digestione anaerobica.

La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 49,2%, in crescita rispetto al precedente anno (48,1%) ma non ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è peraltro ben più ambizioso e pari al 65%).

I rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica rappresentano il 17,8% del quantitativo dei rifiuti prodotti a livello nazionale (in termini quantitativi circa 5,2 milioni di tonnellate, in calo del 7,9% rispetto al 2021), occorre pertanto ridurre ancora questa forma di smaltimento per raggiungere gli obiettivi europei.

Uno dei flussi più monitorati dall’Europa è quello degli imballaggi e rifiuti di imballaggio, con ambiziosi obiettivi di riciclaggio fissati al 2025 e al 2030. Tutte le frazioni merceologiche hanno già ampiamente raggiunto i target fissati a livello europeo per il 2025, ad eccezione della plastica che comunque è prossima all’obiettivo (48,9% a fronte di un obiettivo del 50%).

Il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 192,3 euro/abitante (nel 2021 era 194,5) in diminuzione di 2,2 euro/abitante. Al Centro il costo più elevato con 228,3 euro/abitante, segue il Sud con 202,3 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 170,3 euro/abitante

Il PNRR ha messo a disposizione 2,1 miliardi di euro destinandoli a due linee di investimento per le attività di gestione dei rifiuti e i progetti innovativi di economia circolare. Ispra si è impegnato nell’attività di selezione dei progetti e fornisce il necessario supporto nella fase di monitoraggio del Programma nazionale di gestione dei rifiuti, inserito tra le riforme strutturali PNRR, per verificarne lo stato di attuazione e valutare l’efficacia degli obiettivi proposti.

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Fonte: ISPRA

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