Ambiente

Linee guida progettazione monitoraggio fitofarmaci

manuale1822018

Fitofarmaci: Linea guida per la progettazione del monitoraggio di acque, sedimenti e biota

Delibera del Consiglio SNPA. Seduta del 22.02.2018. Doc. n. 29/18

L’attenta e ragionata progettazione del monitoraggio, oltre alla sua corretta esecuzione, è un requisito irrinunciabile per una corretta valutazione dello stato ambientale delle acque. Nel caso dei fitofarmaci, rispetto ad altri inquinanti, la pianificazione delle indagini è più complessa vista la molteplicità dei prodotti disponibili sul mercato.

Nelle Linee Guida è proposta una metodologia che, a partire da pochi e semplici criteri di selezione, permette l’individuazione di un set di sostanze significative ai fini di adeguata valutazione dell’impatto determinato sull’ambiente idrico dai fitofarmaci “tipici” di un dato territorio. Lo schema logico adottato è di semplice applicazione e tiene conto dei dati di vendita dei fitofarmaci, dei risultati dei monitoraggi pregressi, degli indici di comportamento e di pericolo ambientale.

Le attività di monitoraggio delle acque impegnano con regolarità le Agenzie regionali e provinciali di protezione ambientale nella ricerca di diverse famiglie di inquinanti di cui i fitofarmaci rappresentano una categoria rilevante per numerosità e varietà di sostanze.

I risultati di tali indagini concorrono alla classificazione dello stato chimico ed ecologico della risorsa idrica e quindi alla valutazione del grado di scostamento dagli obiettivi di qualità imposti dalle normative europee.

L’attenta e ragionata progettazione del monitoraggio, oltre alla sua corretta esecuzione, è un prerequisito irrinunciabile per una corretta valutazione dello stato ambientale delle acque.

Nel caso dei fitofarmaci, rispetto ad altri inquinanti, la pianificazione delle indagini è più complessa vista la molteplicità dei prodotti disponibili sul mercato.

Poiché la ricerca in ogni campione di diverse centinaia di sostanze costituisce un impegno analitico gravoso è necessario procedere alla selezione di una lista di principi attivi “rilevanti” che, oltre a quelli esplicitamente indicati dalla normativa di settore, costituiscano il profilo di indagine più appropriato per l’ambito territoriale a cui si fa riferimento.

Nelle presenti Linee Guida è proposta una metodologia che, a partire da pochi e semplici criteri di selezione, permette l’individuazione di un set di sostanze significative ai fini di adeguata valutazione dell’impatto determinato sull’ambiente idrico dai fitofarmaci “tipici” di un dato territorio.

Il documento costituisce l’aggiornamento ed il completamento di una precedente Linea Guida del Gruppo di Lavoro “Fitofarmaci”.

Gli aspetti applicativi della metodologia sono supportati da riferimenti al quadro normativo aggiornato, sia per quanto riguarda la Legislazione sul monitoraggio dell’ambiente idrico, con l’inserimento delle componenti sedimento e biota, sia per quel che concerne la legislazione sull’uso sostenibile dei pesticidi, che con la norma sulle acque si correla in modo sostanziale e significativo.

Oltre ad offrire un’ampia panoramica di indici ed indicatori di comportamento ambientale, indici di stato e indici di pericolo per numerose sostanze attive, aggiornati anche alla luce della recente pubblicazione dell’ISPRA, le nuove Linee Guida dettagliano le modalità di selezione delle sostanze attive da inserire nei protocolli di monitoraggio. Lo schema logico adottato è di semplice applicazione e tiene conto dei dati di vendita dei fitofarmaci, dei risultati dei monitoraggi pregressi, degli indici di comportamento e di pericolo ambientale.

Viene inoltre proposta una lista di controllo “minima”, costituita da circa 30 sostanze attive, che sarebbe opportuno venisse adottata da tutte le Agenzie ambientali nell’ambito della pianificazione del monitoraggio delle acque. Si tratta di sostanze attive utilizzate in modo significativo in quasi ogni regione d’Italia e ritrovate in modo diffuso, sistematico e consistente. L’introduzione della lista nei protocolli d’indagine contribuirebbe a ridurre le attuali differenze tra le prestazioni analitiche restituite dalle diverse Agenzie ambientali e permetterebbe a livello nazionale, almeno rispetto un certo numero di composti prioritari, una classificazione delle acque omogenea e completa.

Le Linee guida, infine, propongono alcuni criteri per orientare la ricerca dei fitofarmaci nei sedimenti e nel biota, matrici che secondo il recente aggiornamento normativo possono essere impiegate sia per la classificazione delle acque che per l’analisi di tendenza a lungo termine.

Per una più agevole ed immediata consultazione del documento, alcune parti descrittive e di dettaglio tecnico sono riportate in Appendice, a beneficio di un ulteriore e specifico approfondimento dei singoli temi trattati.

In allegato vengono riportati i dati di vendita ISTAT dei fitofarmaci del periodo 2013-2015 suddivisi per Regione e Provincia Autonoma. Per ragioni di riservatezza statistica non sono resi disponibili i quantitativi ma le “classi di vendita” suddivise in tre categorie, alta, media o bassa.

Costituiscono parte integrante delle Linee Guida gli elenchi aggiornati di alcuni fra gli indici proposti.

Fonte: ISPRA

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