Ambiente

Linea Guida metodi analisi sostanze prioritarie Direttiva Acque

Linea Guida metodi analisi sostanze prioritarie Direttiva Acque

Linea Guida metodi analisi sostanze prioritarie Direttiva Acque 

Linea Guida per la scelta dei metodi di analisi di sostanze prioritarie ai sensi della Direttiva 2000/60/CE

Delibera n. 39/2018 Consiglio SNPA

DELIBERA

1. Di approvare il documento "Linea Guida per la scelta dei metodi di analisi di sostanze prioritarie ai sensi della Direttiva 2000/60/CE ", che è parte integrante della presente delibera;

2. di ritenere il presente atto, ai sensi dell'art. 8 del predetto Regolamento di funzionamento, immediatamente esecutivo; per il territorio delle Province Autonome di Trento e Bolzano è applicato nel rispetto delle disposizioni dello statuto di autonomia speciale, delle relative norme di attuazione e della sentenza 212/2017 della Corte Costituzionale;

3. di dare mandato ad ISPRA e alle Agenzie di pubblicare il predetto atto sui relativi siti istituzionali;

4. di dare altresì mandato ad ISPRA di trasmetterlo al Ministero dell' Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nonché al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.

...

Il presente documento è frutto dell’operato del Gruppo di Lavoro n. 2 "Direttiva 2000/60/CE: Armonizzazione metodi di analisi sostanze prioritarie" istituito dal Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA).

Il Gruppo di Lavoro (GdL) ha ricercato un percorso condiviso volto a standardizzare il più possibile le modalità da adottare per le attività analitiche inerenti il monitoraggio delle sostanze prioritarie, sia per garantire la corretta applicazione della Direttiva 2009/90/CE (recepita in Italia con il Decreto Legislativo 219/2010) riguardo ai requisiti minimi di prestazione per i metodi di analisi, che per assicurare intercomparabilità a livello di distretto idrografico dei dati di monitoraggio delle sostanze prioritarie e quindi dello stato di qualità dei corpi idrici (come previsto anche dalla Legge n. 167 del 2017).

La finalità di questa Linea Guida è pertanto quella di agevolare la razionalizzazione e l’armonizzazione dell’approccio analitico per il monitoraggio delle sostanze prioritarie nelle matrici acque interne, biota e sedimenti.

Scopo del presente documento è fornire indicazioni metodologiche e tecniche per la determinazione delle sostanze prioritarie in accordo con quanto previsto dalla Direttiva 2000/60/CE e s.m.i. (DQA), ponendosi come documento di riferimento per chi svolge queste attività.

La presente Linea Guida è costituita da capitoli così suddivisi (oltre a Premessa e Introduzione):
Capitolo 1 - Comprende le definizioni di alcuni concetti e il glossario relativo agli acronimi utilizzati.
Capitolo 2 - Espone il quadro normativo di riferimento nell’ambito del quale si inserisce l’attività analitica per le sostanze prioritarie.
Capitolo 3 - Descrive la situazione delle ARPA/APPA relativamente alla determinazione delle sostanze prioritarie mediante l’analisi e la sintesi dei questionari pervenuti.
Capitolo 4 - Definisce i criteri per la scelta dei metodi da utilizzare per la determinazione delle sostanze prioritarie ai sensi della DQA.
Capitolo 5 - Propone i metodi da utilizzare per la determinazione delle sostanze prioritarie ai sensi della DQA.
Capitolo 6 - Getta uno sguardo sul futuro con ipotesi di organizzazione delle attività analitiche di alcune sostanze “problematiche” per il monitoraggio ai sensi della DQA.

La presente linea guida potrà essere soggetta a revisione, nel caso in cui se ne ravvisi la necessità da parte del SNPA, per la naturale evoluzione nel tempo delle metodiche analitiche.

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INDICE
PREMESSA
INTRODUZIONE
1 DEFINIZIONI E ACRONIMI
2 CONTESTO NORMATIVO
3 SITUAZIONE ANALITICA DELLE AGENZIE: SINTESI DELLE ELABORAZIONI DEI DATI PERVENUTI
3.1 MATRICE ACQUA
3.2 MATRICE BIOTA
3.3 MATRICE SEDIMENTI
4 CRITERI PER LA SCELTA DEI METODI ANALITICI
5 SELEZIONE DI METODI PER SOSTANZE PRIORITARIE E AFFINI
5.1 MATRICE ACQUA
5.1.1 METALLI
5.1.2 IPA
5.1.3 VOC
5.1.4 PESTICIDI
5.1.5 EPTACLORO, EPTACLOROEPOSSIDO
5.1.6 PFASs
5.1.7 DIFENILETERI BROMURATI (PBDE)
5.1.8 CLOROALCANI C10-C13
5.1.9 CLOROANILINE
5.1.10 CLORONITROTOLUENI E CLORONITROBENZENI
5.1.11 TRIBUTILSTAGNO E TRIFENILSTAGNO
5.1.12 FENOLI
5.1.13 NONILFENOLO, OTTILFENOLO
5.1.14 DEHP [Di (2-etilesil) ftalato]
5.1.15 PCB (Policlorobifenili)
5.1.16 PCDD/PCDF
5.2 MATRICE BIOTA
5.2.1 METALLI
5.2.2 PESTICIDI
5.2.3 IPA
5.2.4 PCB (Policlorobifenili)
5.2.5 PCDD/PCDF (Policlorodibenzodiossine/Policlorodibenzofenoli)
5.2.6 PBDE
5.3 MATRICE SEDIMENTI
5.3.1 METALLI
5.3.2 TRIBUTILSTAGNO
5.3.3 IPA
5.3.4 PESTICIDI
5.3.5 PCB (Policlorobifenili)
5.3.6 PCDD/PCDF (Policlorodibenzodiossine/Policlorodibenzofurani)
6 PROBLEMATICHE APERTE E IPOTESI FUTURE SULLA APPLICAZIONE DEI METODI
6.1 Uniformità dei dati analitici nel Distretto di Bacino
6.2 LOQ dei singoli composti in una sommatoria
6.3 Sostanze con LOQ difficilmente (o non) raggiungibili
7 BIBLIOGRAFIA
ALLEGATO 1
ALLEGATO 2

Fonte: ISPRA

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