Linee guida per gli interventi di cura e salvaguardia degli alberi monumentali
Update 07.04.2020
Linee guida cura e salvaguardia degli alberi monumentali Ed. Marzo 2020
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AIM - Dicembre 2019
La Direzione generale delle foreste del Mipaaf, in attuazione dell’articolo 7, comma 3, della Legge 14 gennaio 2013, n. 10, recante “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, e del relativo decreto attuativo del 23 ottobre 2014, ha, fino alla data dell’ultima stesura del presente documento, riconosciuto la monumentalità di 3.326 alberi o sistemi omogenei di alberi distribuiti sul territorio nazionale. L’Elenco degli alberi monumentali d’Italia, approvato con decreto ministeriale n. 5450 del 19.12.2017, e inizialmente composto da n. 2.407 alberi/sistemi omogenei, è stato aggiornato con i decreti ministeriali n. 661 del 9.08.2018 e n. 757 del 19.04.2019 con l’inserimento di, rispettivamente, n. 332 e di n. 508 alberi/sistemi omogenei e l’eliminazione di n. 23 esemplari dovuta a morte o abbattimento degli alberi per motivi di sicurezza.
Appartenenti a specie sia autoctone che alloctone, singoli o riuniti in filari, gruppi o alberature, radicati in contesti sia urbani che agro-silvo-pastorali, gli alberi finora iscritti in elenco rispondono a uno o più dei criteri di attribuzione del carattere di monumentalità identificati dal decreto attuativo della legge, sulla base della definizione di albero monumentale fornita in modo univoco dalla norma stessa.
La maggior parte di essi rientra nel criterio naturalistico legato all’età e alle dimensioni e questo aspetto è quello che più ci spinge a classificarli tra i più vecchi, i più grandi, i più alti, come in una gara tra giganti. Altri si caratterizzano per la particolarità del portamento, altri appartengono a specie rare ed è il criterio della rarità botanica, pertanto, che ha giustificato la loro inclusione tra gli alberi monumentali; alcuni altri esemplari, invece, devono il loro carattere monumentale anche alla loro valenza ecologica di habitat per uccelli, micro mammiferi, licheni, muschi, insetti e funghi. Alcuni alberi rispondono ad un criterio antropologico e sono quelli la cui storia biologica può ritenersi intimamente connessa a quella delle popolazioni locali: testimoni silenziosi di una cultura, la loro vita, in alcuni casi, si lega a particolari eventi della storia locale, a dei personaggi, a particolari usi e tradizioni, a leggende e fatti religiosi. Quando li troviamo disposti a creare forme architettoniche basate su di un progetto unitario e riconoscibile, meglio se in sintonia con i manufatti, a loro è stato attribuito un valore architettonico, mentre se il loro peso nella percezione del paesaggio è così significativo da renderlo unico, riconoscibile, oltre che apprezzabile, il criterio a cui rispondono è il pregio paesaggistico.
Gli elenchi ad oggi approvati non sono esaustivi e non includono l’intero patrimonio arboreo monumentale italiano: molti alberi dal riconosciuto valore non sono ancora iscritti, o perché non risultano essere stati ancora censiti dai Comuni o perché le Regioni non hanno ancora ultimato il lavoro di istruttoria delle proposte comunali ad esse pervenute. Si auspica che il loro reclutamento avvenga nel più breve termine, in modo da garantire agli stessi la prevista tutela ai sensi della L. n. 10/2013.
Tutti gli alberi, quale che sia il motivo della monumentalità, rappresentano una parte significativa del nostro patrimonio culturale, che se in passato è stato preservato grazie al riconoscimento del suo valore economico, sociale ed estetico, oggi ha una ragione in più per esserlo se si fa riferimento anche alla loro importanza dal punto di vista ecologico.
Il presente documento, rivolto prevalentemente ai proprietari dei grandi alberi ma anche alle imprese addette alla loro cura e ai funzionari tecnici dei Comuni, lungi dal voler essere un manuale tecnicoscientifico, ha lo scopo di fornire uno spettro di buone pratiche a cui fare riferimento per chi si trova a gestire un patrimonio arboreo monumentale.
Esso risponde, altresì, all’esigenza di consolidare un linguaggio tecnico comune e di definire i parametri qualitativi minimi che dovrebbero sottendere ad ogni intervento di carattere arboricolturale rivolto a tale categoria di alberi.
Le indicazioni ivi contenute, frutto di esperienze e competenze condivise a più livelli, dopo una fase di sperimentazione durata un anno, sono state aggiornate con il recepimento di alcune osservazioni pervenute da parte di portatori di interessi. Le presenti Linee guida vogliono rappresentare, inoltre, un documento utile per le attività istruttorie nell’ambito dei procedimenti amministrativi di cui al comma 4 dell’articolo 7 dellaLegge 14 gennaio 2013, n. 10.
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Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
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