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Chernobyl: 26 Aprile 1986

Chernobyl 26 Aprile 1986

Disatro di Chernobyl: 26 Aprile 1986

News 26 aprile 2019

In allegato Documentazione sul disastro IAEA, ONU, Grean Peace, altri.

Il 26 aprile del 1986, intorno all’1.23 di notte, mentre è in corso un test di sicurezza, esplode uno dei quattro reattori attivi nella centrale nucleare di Chernobyl, a circa 100 chilometri da Kiev, Ucraina. Una nube di materiale radioattivo fuoriesce dal reattore: è il più grave incidente mai verificatosi in una centrale nucleare, le radiazioni emesse sono 100 volte più potenti di quelle delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Le aree circostanti vengono contaminate, 336mila persone sono costrette all’evacuazione e le nubi radioattive raggiungono anche gli altri Paesi europei. I morti accertati sono 65 secondo il rapporto del Chernobyl Forum, oltre 4mila i casi di persone che a quell’epoca avevano meno di 18 anni e che si sono ammalati di tumore alla tiroide probabilmente (ma il rapporto causa-effetto è difficile da accertare) a causa delle radiazioni.

A Pripyat c’erano circa 50mila abitanti qui, prima che il 26 aprile 1986 l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, poco distante, costringesse tutti quanti a scappare (il giorno dopo, in sole tre ore) il più lontano possibile dalla città che fino a quel momento era stata vivace e moderna. Cinquantamila persone che, salendo a bordo di numerosi autobus mandati appositamente, si sono lasciate alle spalle la vita di tutti i giorni e sono partite portando con sé solo i documenti e pochi oggetti necessari. L’annuncio del comune parlava di un’evacuazione temporanea ma si raccomandava con i cittadini di chiudere acqua, luce e gas. Nessuno invece ha mai fatto ritorno nella cittadina. 

Gli abitanti di Pripyat rimasero per circa 33 ore ignari di quanto era avvenuto nella centrale: l’allarme e l’ordine di evacuazione venne diffuso nel pomeriggio del 27 di aprile. E solo il 28 di aprile la notizia venne resa nota nel resto dell’Unione Sovietica con un comunicato letto durante i notiziari della tv di Stato. 

Molti i “liquidatori” morti, ovvero coloro che lavorarono alla deconatminazione del sito del reattore nucelare, delle strade, alla costruzione di un “sacrofago” per il reattore, dopo il disastro. Al lavoro tra il 1986, il 1987 e fino al 1990.

Case, ospedali, scuole, strade, tutto è è rimasto immobile da allora a raccontare quello che c’era e che non c’è più. Solo il degrado, la rovina e la vegetazione che ingoia tutto rivelano come in realtà siano passati molti anni.

C 26 aprile 1986

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