Protezione dal Radon nelle abitazioni civili: la Direttiva 2013/59/Euratom
ID 5410 | 24.01.2020
Recenti risultati epidemiologici ottenuti da studi residenziali dimostrano un aumento statisticamente significativo del rischio di carcinoma polmonare correlato all'esposizione prolungata al radon in ambienti chiusi a livelli dell'ordine di concentrazione di 100 Bq/m3. Il nuovo approccio delle situazioni di esposizione permette di inglobare le disposizioni della raccomandazione 90/143/Euratom della Commissione nelle prescrizioni vincolanti delle norme fondamentali di sicurezza, lasciando un sufficiente margine di flessibilità per l'attuazione della nuova direttiva 2013/59/EURATOM.
Il Documento fornisce una panoramica sul Radon, per quanto riguarda i riferimenti alla nuova direttiva 2013/59/EURATOM su rischio esposizione nelle abitazioni civili.
La Direttiva ha come termine ultimo di recepimento nell'ordinamento nazionale, il 6 febbraio 2018, in sintesi::
- Rischio esposizione Radon nelle abitazioni civili
- Classificazione IARC Radon
- PRN Piano Nazionale Radon
- Indagini RADON IT
- Riferimenti al radon nuova direttiva 2013/59/EURATOM
- Raccomandazione 90/143/EURATOM
Excursus
Importante novità nella direttiva 2013/59/Euratom è l’introduzione, per la prima volta, di obblighi per i Paesi Membri dell'Unione Europea per quanto riguarda la protezione dal radon nelle abitazioni civili, oltre all’inasprimento della normativa di protezione dal radon nei luoghi di lavoro.
La direttiva 2013/59/Euratom richiede agli Stati membri di stabilire livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni in ambienti chiusi.
Con la direttiva 2013/59/Euratom viene introdotto l’obbligo, per i Paesi Membri, di predisporre ed aggiornare periodicamente un PIANO NAZIONALE RADON, che dovrà essere inviato (con i vari aggiornamenti) alla Commissione Europea.
Il PNR consiste in un piano pluriennale per realizzare, in modo coordinato a livello nazionale, il complesso di azioni necessarie per ridurre il rischio di tumore polmonare associato all’esposizione al radon.
Dotarsi di un PNR è diventato obbligatorio per ogni Paese membro dell'UE, in base alla nuova direttiva 2013/59/Euratom in materia di radioprotezione, pubblicata il 17 gennaio 2014.
L’obbligo di monitorare il problema radon, anche alle civili abitazioni è dovuto al fatto che la presenza di radon in aria, rappresenta un serio problema per la tutela della salute in quanto si trova in natura in forma gas inerte ed è radioattivo naturale.
È un prodotto del decadimento nucleare del radio all’interno della catena di decadimento dell’uranio. Il radon è inodore, incolore e insapore, quindi non è percepibile dai nostri sensi, e se inalato, può essere molto pericoloso per la salute umana poiché le particelle alfa che lo contraddistinguono possono danneggiare il Dna delle cellule e causare l’insorgere di patologie tumorali, sopratutto in soggetti a rischio come i fumatori.
Il gas radon è presente in tutta la crosta terrestre. Si trova nel terreno e nelle rocce, in quantità variabile. Il suolo è la principale sorgente del radon che arriva in casa. I materiali edili che derivano da rocce vulcaniche (come il tufo ), estratti da cave o derivanti da lavorazioni dei terreni, sono ulteriori sorgenti di radon. All’aperto la concentrazione di radon non raggiunge mai livelli elevati ma, nei luoghi chiusi (case, uffici, scuole) può arrivare a valori che comportano un rischio rilevante per la salute dell’uomo, specie per i fumatori.
Vedi il Documento INAIL: Rischi radon scuole di Lecce
Per la maggior parte delle persone, la principale esposizione al gas radon avviene in casa, nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, con una particolare concentrazione nelle cantine e ai piani bassi.
Il gas migra dal suolo (o dai materiali da costruzione come il tufo ) e penetra all’interno degli edifici attraverso le fessure, gli attacchi delle pareti al pavimento, i passaggi dei vari impianti (elettrico, termico, idraulico).
Il principale danno per la salute legato all’esposizione al radon nelle abitazioni è un aumento statisticamente significativo del rischio di tumore polmonare. A livello mondiale, il radon è considerato il contaminante radioattivo più pericoloso negli ambienti chiusi ed è stato valutato che il 50% circa dell’esposizione media delle persone a radiazioni ionizzanti è dovuto al radon.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), attraverso l’International Agency for Research on Cancer (Iarc), ha infatti classificato il gas radon come appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano.
Vedi la lista IARC 2017
Chimicamente il radon è un gas nobile, incolore, inodore, insapore e quasi inerte, solo moderatamente solubile nell’acqua.
Il radon (Rn-222) è presente in tracce nel sottosuolo quasi ovunque e la sua concentrazione può variare anche di molti ordini di grandezza. Le rocce che possono emanare maggiori quantità di radon, sono quelle a maggiore contenuto d’uranio/radio (tufi, granito e porfido). Più le rocce sono permeabili o fratturate, più è favorita l’emissione del radon, mentre in una roccia compatta, il radon rimane imprigionato. Se il sottosuolo è permeabile (detriti) e in terreni con rocce molto fratturate, con molti spazi vuoti, è più facile che il radon riesca ad arrivare fino in superficie, per effetto di correnti d’aria o di acqua sorgiva o piovana infiltrata. Negli ambienti chiusi (edifici), specialmente se scarsamente aerati, il radon può concentrarsi raggiungendo anche concentrazioni molto elevate. Nelle case, il radon può giungere attraverso crepe, fessure o punti aperti delle fondamenta, con particolare interessamento dei locali seminterrati o al pianterreno. Anche i materiali da costruzione, possono determinare un problema di inquinamento da radon, se vengono utilizzati i tipi di rocce sopra citati.
Fig. 1 - Canali di passaggio gas radon (Esempio)
Per quanto riguarda l'esposizione al Radon in ambienti chiusi, la direttiva 2013/59/Euratom richiede agli Stati membri di stabilire livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni in ambienti chiusi.
I livelli di riferimento per la media annua della concentrazione di attività in aria, non devono essere superiori a 300 Bq/m3.
Fig. 2 - Strumento misurazione Radon
Gli stati dovranno anche individuare le abitazioni che presentano concentrazioni di radon superiori al livello di riferimento (come media annua) e, se del caso, provvedere affinché vengano adottate in tali abitazioni, misure di riduzione della concentrazione di radon.
Fig. 3 - Radon in IT (Fonte ISS)
A seguire gli articoli della direttiva riferiti al radon.
Articolo 54 Radon nei luoghi di lavoro
1. Gli Stati membri stabiliscono livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni di radon nei luoghi di lavoro. Il livello di riferimento per la media annua della concentrazione di attività aerea non deve essere superiore a 300 Bq/m3, a meno che un livello superiore non sia giustificato dalle circostanze esistenti a livello nazionale.
2. Gli Stati membri dispongono che le misurazioni del radon siano effettuate:
a) in luoghi di lavoro all'interno delle zone individuate conformemente all'articolo 103, paragrafo 3, situati al pianterreno o a livello interrato, tenendo conto dei parametri contenuti nel piano d'azione nazionale di cui al punto 2 dell'allegato XVIII, nonché
b) in specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel piano d'azione nazionale tenendo conto del punto 3 dell'allegato XVIII.
3. Nelle zone all'interno dei luoghi di lavoro in cui la concentrazione di radon (come media annua) continua a superare il livello di riferimento nazionale nonostante le azioni intraprese conformemente al principio di ottimizzazione di cui al capo III, gli Stati membri dispongono che tale situazione sia notificata conformemente all'articolo 25, paragrafo 2, e si applica l'articolo 35, paragrafo 2.
Articolo 74 Esposizione al radon in ambienti chiusi
1. Gli Stati membri stabiliscono livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni di radon in ambienti chiusi. I livelli di riferimento per la media annua della concentrazione di attività in aria non devono essere superiori a 300 Bq/m3.
2. Nell'ambito del piano d'azione nazionale di cui all'articolo 103, gli Stati membri promuovono interventi volti a individuare le abitazioni che presentano concentrazioni di radon (come media annua) superiori al livello di riferimento e, se del caso, incoraggiano, con strumenti tecnici o di altro tipo, misure di riduzione della concentrazione di radon in tali abitazioni.
3. Gli Stati membri provvedono affinché siano rese disponibili informazioni locali e nazionali sull'esposizione al radon in ambienti chiusi e sui rischi per la salute che ne derivano, sull'importanza di effettuare misurazioni della concentrazione di radon e sui mezzi tecnici disponibili per ridurre le concentrazioni di radon esistenti.
Articolo 75 Radiazioni gamma emesse da materiali da costruzione
1. Il livello di riferimento applicabile all'esposizione esterna in ambienti chiusi alle radiazioni gamma emesse da materiali da costruzione, in aggiunta all'esposizione esterna all'aperto, è fissato a 1 mSv all’anno.
2. Per i materiali da costruzione che sono stati individuati dagli Stati membri come oggetto di attenzione dal punto di vista della radioprotezione, tenendo conto dell'elenco indicativo di materiali di cui all'allegato XIII in riferimento alle radiazioni gamma emesse da tali materiali, gli Stati membri garantiscono che, prima dell'immissione sul mercato di tali materiali:
a) siano determinate le concentrazioni di attività dei radionuclidi specificati nell'allegato VIII e che
b) siano fornite su richiesta alle autorità competenti informazioni sui risultati delle misurazioni e il corrispondente indice di concentrazione di attività, nonché altri fattori pertinenti come definito nell'allegato VIII.
3. Per i tipi di materiali da costruzione determinati in base al paragrafo 2 che possono comportare dosi superiori al livello di riferimento, gli Stati membri decidono in merito alle misure appropriate da adottare, che possono comprendere obblighi specifici nell'ambito di norme edilizie pertinenti o restrizioni specifiche sull'uso previsto di tali materiali.
La direttiva 2013/59/Euratom deve recepita nell’ordinamento nazionale, entro il 6 febbraio 2018, ma indipendentemente da tale termine e dagli obblighi che saranno introdotti dalla legislazione di recepimento nazionale, si dovrebbe già procedere ad un monitoraggio di tutti gli ambienti civili, soprattutto in quelle zone geografiche, nelle quali il sottosuolo è caratterizzato dalla diffusa presenza di rocce ad elevato contenuto di radio, quali tufi, graniti e porfidi.
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Vedi Documento aggiornato al D.Lgs. 101/2020
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ALLEGATO XVIII
Elenco di elementi da considerare nell'elaborazione del piano d'azione nazionale per affrontare i rischi di lungo termine derivanti dall'esposizione al radon di cui agli articoli 54, 74 e 103
1) Strategia per l'esecuzione di indagini sulle concentrazioni di radon in ambienti chiusi o concentrazioni di gas nel suolo al fine di stimare la distribuzione delle concentrazioni di radon in ambienti chiusi, per la gestione dei dati di misurazione e per la determinazione di altri parametri pertinenti (quali suolo e tipi di roccia, permeabilità e contenuto di radio-226 della roccia o del suolo).
2) Metodologie, dati e criteri utilizzati per la classificazione delle zone o per la determinazione di altri parametri che possano essere utilizzati come indicatori specifici di situazioni caratterizzate da un'esposizione al radon potenzialmente elevata.
3) Identificazione delle tipologie di luoghi di lavoro ed edifici pubblici, ad esempio scuole, luoghi di lavoro sotterranei e luoghi di lavoro o edifici pubblici ubicati in determinate zone in cui sono necessarie misurazioni della concentrazione di radon sulla base di una valutazione del rischio, tenendo conto ad esempio delle ore di occupazione.
4) Le basi per la determinazione di livelli di riferimento per le abitazioni e i luoghi di lavoro. Se del caso, le basi per la determinazione di diversi livelli di riferimento per i diversi usi degli edifici (abitazioni, edifici pubblici, luoghi di lavoro) e per gli edifici esistenti e nuovi.
5) Assegnazione di responsabilità (governative e non governative), meccanismi di coordinamento e risorse disponibili per la messa in atto del piano d'azione.
6) Strategie per la riduzione dell'esposizione al radon nelle abitazioni e per affrontare in via prioritaria le situazioni di cui al punto 2.
7) Strategie volte a facilitare interventi di risanamento dopo la costruzione.
8) Strategia, compresi i metodi e gli strumenti, per prevenire l'ingresso del radon nei nuovi edifici, inclusa l'identificazione di materiali da costruzione con esalazione di radon significativa.
9) Tempistiche delle revisioni del piano d'azione.
10) Strategia per la comunicazione finalizzata a sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica e a informare i responsabili delle decisioni a livello locale, i datori di lavoro e i dipendenti in merito ai rischi del radon, anche associati al consumo di tabacco.
11) Orientamenti riguardanti i metodi e gli strumenti per le misurazioni e gli interventi di risanamento. Occorre considerare anche l'opportunità di definire criteri per l'accreditamento dei servizi di misurazione e dei servizi che effettuano interventi di risanamento.
12) Se del caso, sostegno alle indagini finalizzate al rilevamento del radon e agli interventi di risanamento, soprattutto per quanto concerne le abitazioni private con concentrazioni di radon estremamente elevate.
13) Obiettivi di lungo termine in termini di riduzione del rischio di cancro dei polmoni attribuibile all'esposizione al radon (per fumatori e non fumatori).
14) Se del caso, presa in considerazione di altre questioni associate e programmi corrispondenti, quali programmi sul risparmio energetico e la qualità dell'aria in ambienti chiusi.
Il Servizio di valutazione della concentrazione di radon dell'Istituto di Radioprotezione ENEA consente la valutazione del rischio di esposizione a radionuclidi naturali e di esposizione interna a radioisotopi alfa emettitori mediante campionamento ambientale passivo o attivo.
Il Servizio è rivolto a Datori di lavoro/esercenti di pratiche con rischi di inalazione di radioisotopi alfa emettitori e a privati cittadini.
http://www.irp.enea.it/it/servizi/servizio-di-valutazione-della-concentrazione-di-radon
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