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Modello di economia circolare per l’Italia - documento di inquadramento

Modello economia circolare

Verso un modello di economia circolare per l’Italia - Documento di inquadramento e posizionamento strategico

7 Dicembre 2017

Il documento, elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stato sottoposto a consultazione pubblica dal 12 luglio al 18 settembre 2017.

Alla consultazione hanno partecipato circa 3.900 utenti, trecento dei quali hanno fornito un contributo puntuale. Tra i partecipanti ci sono pubbliche amministrazioni, piccole, medie e

Il presente documento ha l’obiettivo di fornire un inquadramento generale sui principi dell’economia circolare nonché di defnire il posizionamento strategico del nostro paese sul tema, in continuità con gli impegni adottati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, in sede G7 e nell’Unione Europea. Tale documento costituisce un tassello importante per l’attuazione della più ampia Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile, contribuendo in particolare alla defnizione degli obiettivi dell’uso effciente delle risorse e dei modelli di produzione e consumo sostenibile.

Sin dal secondo dopoguerra, caratterizzato dal rapido incremento di popolazione e miglioramento delle condizioni di vita, è emersa la potenziale contrapposizione tra crescita economica e tutela dell’ambiente. Numerosi documenti, a partire dal Rapporto “Limiti alla Crescita” del Massachusetts Institute of Technology e del Club di Roma del 1972, hanno segnalato le preoccupazioni connesse all’attuale modello di sviluppo economico basato su una crescita illimitata del consumo delle risorse disponibili e del capitale naturale:
a dispetto delle opportunità dei sistemi di mercato moderni fondati sempre più su relazioni internazionali, strumenti fnanziari innovativi e globalizzazione, esso rischia di compromettere la salvaguardia dei livelli minimi ecologici.

In questo quadro la grande sfida che l’Italia si troverà ad affrontare nel prossimo decennio è rispondere in modo adeguato ed effcace alle complesse dinamiche ambientali e sociali, mantenendo allo stesso tempo la competitività del sistema produttivo.

È necessario mettere in atto un cambio di paradigma che dia l’avvio ad una nuova politica industriale fnalizzata alla sostenibilità e all’innovazione in grado di incrementare la competitività del prodotto e della manifattura italiana, e che ci costringa anche a ripensare il modo di consumare e fare impresa.

L’Italia ha le caratteristiche e le capacità per farlo e deve cogliere questa opportunità per sviluppare nuovi modelli di business che sappiano valorizzare al meglio il Made in Italy e il ruolo delle Piccole e Medie Imprese (PMI). La transizione verso un’economia circolare richiede un cambiamento culturale e strutturale: una profonda revisione dei modelli di consumo e l’innovazione sono il cardine di questo cambiamento, con l’abbandono dell’economia lineare, il superamento dell’economia del riciclo e l’approdo all’economia circolare (Grafco 1). La trasformazione digitale del sistema produttivo e le tecnologie abilitanti identifcate da Industria 4.0 (Box 7) offrono già oggi soluzioni per rendere possibili e persino effcienti produzioni più sostenibili e circolari. Per modifcare i nostri modi di produzione e consumo, sviluppare nuovi modelli di business e trasformare i rifuti in risorse ad alto valore aggiunto, abbiamo bisogno di tecnologie, processi, servizi e modelli imprenditoriali
creativi che plasmino il futuro della nostra economia e della nostra società.

Il sostegno alla ricerca e all’innovazione sarà pertanto un fattore determinante per dare impulso alla transizione, che concorrerà anche a rafforzare la competitività e modernizzare l’industria. In questo processo, è importante considerare anche imprese ed occupati che possono risultare penalizzati.

Riguardo alle imprese, bisogna accompagnare la cessazione delle attività obsolete preservando la riallocazione della forza lavoro in altri settori e la corretta dismissione degli impianti potenzialmente inquinanti.

Per quanto riguarda la forza lavoro, è fondamentale che le risorse umane impiegate in settori ed imprese non più in linea con le esigenze dello sviluppo moderno e sostenibile non vengano escluse dal sistema socio-economico.

Tali risorse vanno preparate ad occupare nuovi posti di lavoro, allineando le competenze alle attività produttive promosse e create dal processo di transizione.

La creazione di nuovo lavoro dipenderà dal grado di innovazione del nostro sistema produttivo.

economia circolare

Immagine: Fonte MATT

Il sostegno alla ricerca e all’innovazione sarà pertanto un fattore determinante per dare impulso alla transizione, che concorrerà anche a rafforzare la competitività e modernizzare l’industria. In questo processo, è importante considerare anche imprese ed occupati che possono risultare penalizzati. Riguardo alle imprese, bisogna accompagnare la cessazione delle attività obsolete preservando la riallocazione della forza lavoro in altri settori e la corretta dismissione degli impianti potenzialmente inquinanti. Per quanto riguarda la forza lavoro, è fondamentale che le risorse umane impiegate in settori ed imprese non più in linea con le esigenze dello sviluppo moderno e sostenibile non vengano escluse dal sistema socio-economico.

Tali risorse vanno preparate ad occupare nuovi posti di lavoro, allineando le competenze alle attività produttive promosse e create dal processo di transizione. La creazione di nuovo lavoro (dignitoso e retribuito adeguatamente), dipenderà dal grado di innovazione del nostro sistema produttivo.

2 ECONOMIA CIRCOLARE: PRINCIPI, OBIETTIVI

2.1 Economia circolare per un uso efficiente e sostenibile delle risorse

2.2 Economia circolare come nuovo modello integrato di produzione distribuzione e consumo

3 UN’ISTANTANEA DELLA SITUAZIONE ATTUALE

3.1 Il contesto internazionale

3.2 Il contesto europeo

3.3 Il contesto italiano: necessità ed opportunità

4 ECONOMIA CIRCOLARE: UN CAMBIO DI PARADIGMA

4.1 Le imprese

4.1.1 Il design dei prodotti

4.1.2 Nuovi modelli di impresa

4.1.3 La simbiosi industriale

4.1.4 La bioeconomia

4.1.5 Verso nuovi modelli di “Responsabilità”

4.2 I consumatori

4.2.1 Nuovi modelli di consumo

4.3 Strumenti economici e fiscali

4.3.1 Un nuovo concetto di valore

4.3.2 Strumenti economici dal lato produzione e dal lato domanda

4.3.3 Trasferimento del carico fiscale in un contesto di economia circolare

5 FASE DI TRANSIZIONE

5.1 Ripensare il concetto di rifiuto

5.2 Promuovere modelli di produzione e di consumo sostenibili: il PAN-SCP

5.3 Il settore pubblico

5.3.1 Green Public Procurement e Criteri Ambientali Minimi

5.4 Risorse e prodotti

5.4.1 Tracciabilità delle risorse, dei prodotti e registro delle filiere

5.4.2 Efficienza nell’uso delle risorse

5.5 Indicatori

5.5.1 Misurare l’economia circolare

5.5.2 Misurare la circolarità di un prodotto

5.5.3 Quali indicatori di circolarità per il sistema Italia

...

RESOCONTO DELLA CONSULTAZIONE

Dal 12 luglio al 18 settembre del 2017 si è svolta la consultazione pubblica online relativa al documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia - Documento di inquadramento e posizionamento strategico” elaborato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Il documento ha l’obiettivo di fornire un inquadramento generale dell’economia circolare nonché di definire, su tale tema, il posizionamento strategico del nostro paese.

Gli utenti, oltre a fornire commenti puntuali sul testo, hanno dato il proprio contributo attraverso la compilazione di un apposito questionario a risposta aperta elaborato per l’audizione degli stakeholder. Inoltre, nell’ottica di una loro raccolta, i soggetti pubblici e privati interessati hanno potuto inviare, utilizzando l’apposito format, informazioni sulle migliori pratiche relative al tema dell’economia circolare. Alla consultazione hanno partecipato circa 3.900 utenti che hanno effettuato più di 6.400 sessioni di lavoro. Di questi circa 300 hanno fornito un contributo puntuale sia al documento che tramite risposte al questionario. Tra i partecipanti ci sono pubbliche amministrazioni, piccole, medie e grandi aziende, associazioni, consorzi, organismi di certificazione e privati cittadini.

Fonte: MISE, MATT.

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