Impianti a rischio di incidente rilevante: le norme per il Sistema di Gestione Sicurezza UNI 11226-1 e 2
ID 4243 | Update 04.06.2023 / Download Scheda
Le norme UNI 11226-1 e UNI 11226-2 stabiliscono, rispettivamente, le Linee guida per l'effettuazione degli audit di sicurezza, in accordo con le UNI 10616 e UNI 10617 e i Requisiti per le figure professionali che effettuano l'audit di sicurezza per gli Impianti a rischio di incidente rilevante
UNI 11226-1:2017
Impianti a rischio di incidente rilevante - Sistemi di gestione della sicurezza - Parte 1: Linee guida per l'effettuazione degli audit
La norma stabilisce i criteri generali per le attività di audit di sicurezza, in accordo con le UNI 10616 e UNI 10617.
UNI 11226-2:2017
Impianti a rischio di incidente rilevante - Sistemi di gestione della sicurezza - Parte 2: Figure professionali che effettuano l'audit di sicurezza - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza
La norma stabilisce i requisiti di conoscenza, competenza e abilità delle figure professionali che effettuano l'audit di sicurezza dei sistemi di gestione della sicurezza per impianti a rischio incidente rilevante (SGS-PIR).
La norma UNI/TS 11226:2007 “Impianti di processo a rischio di incidente rilevante - Sistemi di gestione della sicurezza - Procedure e requisiti per gli audit”, è stata riconosciuta come riferimento per accertare la conformità del SGS-PIR (Prevenzioni Incidenti Rilevanti) ai requisiti strutturali della UNI 10617 attraverso la verifica dei contenuti tecnici specificati dalla UNI 10616.
Questo riconoscimento è stato affermato dal D.Lgs 26/06/2015 n. 105 (che recepisce la direttiva 2012/18/UE sul controllo dei pericoli derivanti da incidenti rilevanti connessi con determinate soglie di sostanze pericolose) nell'All. I dove “si specifica che le tariffe relative alle ispezioni di cui all'art. 27 del decreto medesimo si applicano in misura ridotta del 20% per gli stabilimenti soggetti a rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi del TU ambientale che adottano un sistema di certificazione volontario (EMAS, ISO 14001, OHSAS 18001) o un sistema di gestione della sicurezza per la prevenzione degli incidenti rilevanti conforme alla UNI 10617 esottoposto a verifica secondola UNI TS 11226”.
La versione del 2007, tuttavia, ha necessitato di una revisione (anche in conformità con i regolamenti normativi che richiedono che le specifiche tecniche vengano riviste più spesso delle norme tecniche) per poter essere adeguata sia al mercato, evolutosi dall'anno di pubblicazione della specifica, sia alle nuove versioni delle UNI 10616 e UNI 10617, pubblicate a dicembre 2012; inoltre, seguendo una nuova impostazione per la pubblicazione delle norme sulla qualifica delle professioni non regolamentate (ovvero quelle senza un albo di riferimento, come in questo caso gli auditor di sistemi SGS-PIR), la vecchia versione della specifica è stata divisa in due parti distinte, che verranno pubblicate contemporaneamente:
UNI 11226-1 “Impianti a rischio di incidente rilevante: le norme SGS - Sistemi di gestione della sicurezza - Linee guida per l’effettuazione degli audit”
UNI 11226-2 “Attività professionali non regolamentate - Figure professionali che eseguono audit sui Sistemi di gestione della sicurezza - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”.
La parte 1, ovvero quella che tratta l'azione dell’audit propriamente detta, identifica per ogni punto della UNI 10617 (e quindi della UNI 10616) quelle caratteristiche, sistemi o procedure che devono essere presenti nell’impianto per soddisfare i requisiti dettati dalle norme sopra citate, che sono riferimento legislativo per il settore; inoltre, la UNI 11266-1 fornisce una serie di tabelle e un sistema di punteggio che permette all'auditor (o al controllore, se del caso) di identificare con semplicità la qualità dei vari sottosistemi dell'impianto, così come di dare un giudizio complessivo della rispondenza dell'impianto a quanto richiesto dalle norme. Questo sistema permette inoltre di poter velocemente visualizzare i punti deboli del sistema, in modo da poter apportare interventi migliorativi specifici negli aspetti individuati come maggiormente critici.
La parte 2, invece, si inserisce nella serie di norme volte alla qualifica delle professioni; in tal senso occorre sottolineare alcuni elementi fondamentali:
- le norme sono di applicazione volontaria il che implica che, per quanto riguarda quelle di qualificazione delle professioni, non vi sono impedimenti alla professione per chi non soddisfacesse i requisiti della norma
- le norme contengono le specifiche dei requisiti di abilità, conoscenza e competenza peculiari della figura professionale. Queste definizioni sono mutuate dal sistema EQF (European Qualification Framework), il che permette una comparazione dei livelli di formazione a livello europeo
- la norma ha un triplice scopo: permettere agli operatori già in possesso delle caratteristiche indicate di qualificarsi e avere quindi una designazione riconosciuta spendibile sul mercato; fornire agli utenti finali un veloce metodo di comparazione tra diversi addetti, in modo da avere facilmente un criterio di massima per la scelta tra più professionisti; fornire a chi non in possesso dei requisiti per la qualificazione uno strumento comodo e funzionale che indichi la strada per migliorare la propria professionalità.
Fonte: UNI
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