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Procedura di infrazione UE / IT: non corretto recepimento direttiva quadro rifiuti

Italia procedura di infrazione UE non corretto recepimento direttiva quadro sui rifiuti

Italia procedura di infrazione UE non corretto recepimento direttiva quadro sui rifiuti 

ID 22325 | 25.07.2024

La Commissione invita l'ITALIA a recepire correttamente la direttiva quadro sui rifiuti.

La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia (INFR(2024)2097) per il non corretto recepimento della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, quale modificata dalla direttiva (UE) 2018/851).

La direttiva quadro sui rifiuti è la legislazione quadro dell'UE volta a prevenire o ridurre la produzione di rifiuti, a ridurre l'impatto complessivo dell'uso delle risorse e a migliorarne l'efficienza: elementi fondamentali per la transizione verso un'economia circolare e per garantire la competitività a lungo termine dell'Unione.

La direttiva modificata stabilisce obiettivi vincolanti per il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani; introduce inoltre prescrizioni dirette agli Stati membri e volte a migliorare i loro sistemi di gestione dei rifiuti e l'uso efficiente delle risorse. Gli Stati membri erano tenuti a recepire le disposizioni della direttiva modificata nella legislazione nazionale entro il 5 luglio 2020.

La Commissione ha già avviato procedure di infrazione nei confronti di altri 10 Stati membri (Bulgaria, Cechia, Estonia, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo e Romania).

La Commissione ha constatato che l'Italia non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata, tra cui quelle concernenti la responsabilità estesa del produttore, la garanzia di un riciclaggio di alta qualità, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e l'attuazione di un sistema elettronico di tracciabilità. La Commissione procede pertanto all'invio di una lettera di costituzione in mora all'Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest'ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.

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Fonte: UE

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