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Report ambiente urbano ISTAT 2022

Report ambiente urbano 2022 ISTAT

Report ambiente urbano ISTAT 2022 / 24 maggio 2024

ID 21964 | 31.05.2024 / ISTAT 24 maggio 2024

Nelle città peggiora la qualità dell’aria, progressi limitati su mobilità, verde e rifiuti urbani Netto peggioramento della qualità dell’aria nei comuni capoluogo:

aumentano le concentrazioni di polveri sottili e ozono, sempre più critica la situazione del Nord. Domanda di Trasporto pubblico locale (Tpl) in ripresa nel 2022, ma ancora lontana dai livelli pre-pandemici. Resta ampio il divario fra Centro-Nord e Mezzogiorno nell’offerta dei servizi di mobilità, dal Tpl alla mobilità condivisa. Progressi nel rinnovamento delle flotte del Tpl, i bus a basse emissioni sono il 36% del totale, ma più di metà degli autobus in esercizio circola da almeno 10 anni. Aree di forestazione urbana per la mitigazione dei cambiamenti climatici in crescita del 26% dal 2012. In aumento le aree verdi accessibili al pubblico. Crollano i consumi pro capite di gas naturale, tornati al livello del 2020. In forte crescita gli impianti per la produzione di energia fotovoltaica.

Report ambiente urbano 2022 ISTAT  Fig  1

Cresce la rete di metropolitana, battuta d’arresto per tram e filobus

Nel 2022 si registra un incremento delle reti di metropolitana (+3,2% rispetto all’anno precedente), ma nessun progresso per le reti di tram e filobus. Nei 109 comuni capoluogo sono in esercizio 362 km di tramvie, 315 di filovie e 197 di metropolitana, rispettivamente in 13, 12 e sette città. In media, ogni 100 km2 di superficie urbanizzata si contano 9,3 km di tramvie (30,2 nel Nord-ovest), 8,1 km di filovie (14,9 nel Nord-est) e 5,1 km di metropolitana (14,6 nel Nord-ovest). Tra i capoluoghi di città metropolitana, la densità delle reti sale a 22,9 km/100 km2 per il tram, 13,3 per il filobus e 12,2 per la metropolitana. Negli ultimi cinque anni, l’estensione complessiva di queste infrastrutture è cresciuta dell’8%, soprattutto grazie allo sviluppo delle filovie (+26,7% rispetto al 2017).

Progressi sui Piani di mobilità sostenibile, poco aggiornati i Piani del traffico

A tutto il 2022, i capoluoghi dotati di un Piano urbano di mobilità sostenibile (Pums) sono 70 (12 in più rispetto all’anno precedente), incluse 31 città con meno di 100mila abitanti, per le quali l’adozione di tale strumento non è obbligatoria (mentre tre dei 43 capoluoghi con più di 100mila abitanti ne sono ancora privi). Nella maggior parte dei casi, l’ambito territoriale dei Pums coincide con il territorio comunale e soltanto 20 capoluoghi rientrano in piani intercomunali o di area vasta. Appare meno favorevole la situazione dei Piani urbani del traffico (Put), obbligatori per tutti i comuni capoluogo, ma assenti in uno su quattro. Tra gli 81 capoluoghi dotati di un Put (che di norma ha validità biennale), solo 19 hanno adottato, approvato o aggiornato il piano vigente dopo il 2019.

Il parco autobus si rinnova, ma la maggioranza dei veicoli ha più di 10 anni

Poiché gli autobus forniscono quasi il 60% dell’offerta di Tpl disponibile nei capoluoghi (e più del 90% fuori dalle città metropolitane) la loro conformità agli standard di emissione più avanzati è fondamentale per la sostenibilità della mobilità urbana. Nel 2022 si registra un lieve calo del numero complessivo di autobus in esercizio (-3,2%), risultante da una riduzione del 20% dei veicoli più obsoleti (Euro 4 o precedenti) e del 10,3% dei veicoli Euro 5, e da un contemporaneo incremento del 12,7% dei veicoli Euro 6 o elettrici (a emissioni zero). In cinque anni, la quota di autobus in classe Euro 6 o a emissioni zero è quasi triplicata, passando dal 16,9% del 2017 al 48,5%, colmando, peraltro, i divari che penalizzavano le città del Mezzogiorno e i capoluoghi metropolitani. Nonostante ciò, l’obsolescenza del parco circolante resta una criticità, dato che oltre la metà degli autobus in esercizio appartiene ancora alla classe Euro 5 (30,5%, immatricolati da almeno 10 anni) o alle precedenti (21%, immatricolati da almeno 15 anni).

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