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Proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggi

Proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggi

Proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggi / Update 24.04.2024 - Approvazione PE

ID 18245 | Update 24.04.2024 / Proposta e Domande e risposte in allegato

Proposta di Regolamento del parlamento europeo e del consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che modifica il regolamento (UE) 2019/1020 e la direttiva (UE) 2019/904 e che abroga la direttiva 94/62/CE

Update 24.04.2024

Il Parlamento europeo ha dato il via libera a nuove misure sugli imballaggi per renderli più sostenibili e ridurne i rifiuti nell'UE.

Il regolamento, approvato in via definitiva con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni, intende affrontare il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, uniformare le leggi del mercato interno e promuovere l'economia circolare.

Ridurre gli imballaggi e limitarne alcuni tipi

Le norme, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, comprendono obiettivi di riduzione degli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040) e impongono ai Paesi UE di ridurre in particolare i rifiuti di imballaggio in plastica. Per limitare gli sprechi, è stata stabilita una proporzione massima di spazio vuoto del 50% che si applicherà agli imballaggi multipli e a quelli per il trasporto e per il commercio elettronico. In aggiunta, fabbricanti e importatori dovranno garantire che il peso e il volume degli imballaggi siano ridotti al minimo.

Determinati tipi di imballaggi di plastica monouso saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2030. Tra questi figurano gli imballaggi per frutta e verdura fresche non trasformate e per i cibi e le bevande consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni (ad esempio condimenti, salse, panna da caffè e zucchero), i piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi e le borse di plastica in materiale ultraleggero al di sotto dei 15 micron.

Per evitare effetti nocivi sulla salute, il testo vieta l'utilizzo dei cosiddetti "inquinanti eterni", ovvero le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), al di sopra di determinate soglie negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari.

Promuovere opzioni di riutilizzo e ricarica per i consumatori

Sono previsti obiettivi di riutilizzo specifici da raggiungere entro il 2030 per imballaggi di bevande alcoliche e analcoliche (ad eccezione, tra gli altri, di latte, vino, anche aromatizzato, e superalcolici), imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e per il trasporto. A determinate condizioni, gli Stati membri possono concedere deroghe di cinque anni a questi requisiti.

I distributori finali di bevande e alimenti da asporto dovranno dare ai consumatori la possibilità di utilizzare i loro contenitori e adoperarsi per offrire il 10 % dei prodotti in un formato di imballaggio riutilizzabile entro il 2030.

Imballaggi riciclabili, miglioramento dei sistemi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti

Con le nuove norme, tutti gli imballaggi (ad eccezione di legno leggero, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana e cera) dovranno essere riciclabili sulla base di criteri rigorosi.

Le misure comprendono anche obiettivi sul contenuto minimo riciclato per gli imballaggi di plastica e obiettivi minimi di riciclaggio in termini di peso per i rifiuti di imballaggio.

Infine, entro il 2029, il 90% dei contenitori in metallo e plastica monouso per bevande fino a tre litri dovranno essere raccolti separatamente mediante sistemi di deposito cauzionale e restituzione o altre soluzioni che consentano di raggiungere l'obiettivo di raccolta.

Prossime tappe

Prima di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale UE ed entrare in vigore, l'accordo dovrà essere approvato formalmente anche dal Consiglio.

Gli imballaggi rappresentano una fonte di rifiuti in continuo aumento. Nel 2018 hanno generato un fatturato di 355 miliardi di EUR nell'UE, e il loro totale è passato dai 66 milioni di tonnellate del 2009 agli 84 milioni del 2021. Nel 2021, i cittadini europei hanno prodotto 188,7 kg di rifiuti di imballaggio pro capite, una cifra che, in assenza di nuove misure, è destinata a crescere fino a raggiungere i 209 kg nel 2030.

Con l'approvazione di questa legge, il Parlamento intende rispondere alle richieste dei cittadini di creare un'economia circolare, prevenire i rifiuti, eliminare progressivamente gli imballaggi non sostenibili e contrastare il ricorso a imballaggi di plastica monouso, in linea con la proposta 5, paragrafi 1, 3, 4 e 5, la proposta 11, paragrafi 1 e 4, e la proposta 20, paragrafo 3, delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa.

Update 19.03.2024

La Commissione Ambiente del Parlamento europeo (ENVI) ha approvato con 63 voti favorevoli, 9 contrari e 3 astenuti il testo del Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio emendato dal trilogo e approvato il 15 marzo 2024 dal Coreper.
Il testo torna al Parlamento europeo (votazione in plenaria dal 22 al 25 aprile), ultima data utile prima delle elezioni europee del 6-9 giugno. Il nuovo Parlamento seguirà il dossier.

Update 15.03.2024

Il 15 marzo 2024 il Comitato dei rappresentanti del Consiglio UE (Coreper) ha dato il via libera alla proposta di regolamento sugli imballaggi. Prossime tappe l'approvazione del testo da parte della Commissione Ambiente del Parlamento europeo e poi l'adozione meramente formale dell'assemblea del Parlamento UE e di quella del Consiglio UE. Seguirà la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale per l'entrata in vigore con la abrogazione e sostituzione della direttiva 94/62/Ce.

Il voto del Coreper conferma il testo risultante dall'accordo provvisorio.

Update 05.03.2024 

La presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto oggi un accordo politico provvisorio su una proposta di regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. L’obiettivo è contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggio generati nell’UE, armonizzando al contempo il mercato interno degli imballaggi e promuovendo l’economia circolare.

La proposta considera l'intero ciclo di vita degli imballaggi. Stabilisce i requisiti per garantire che gli imballaggi siano sicuri e sostenibili, richiedendo che tutti gli imballaggi siano riciclabili e che la presenza di sostanze problematiche sia ridotta al minimo. Stabilisce inoltre requisiti di armonizzazione dell'etichettatura per migliorare l'informazione dei consumatori. In linea con la gerarchia dei rifiuti, la proposta mira a ridurre in modo significativo la produzione di rifiuti di imballaggio fissando obiettivi vincolanti di riutilizzo, limitando alcuni tipi di imballaggi monouso e imponendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati.

L'accordo raggiunto oggi è provvisorio, in attesa dell'adozione formale da parte di entrambe le istituzioni.

Update 19.12.2023 

Il 18 dicembre 2023, il Consiglio ha raggiunto un accordo ("orientamento generale") su una proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. L’obiettivo è contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggio generati nell’UE, armonizzando al contempo il mercato interno degli imballaggi e promuovendo l’economia circolare.

La proposta considera l'intero ciclo di vita degli imballaggi. Stabilisce i requisiti per garantire che gli imballaggi siano sicuri e sostenibili, richiedendo che tutti gli imballaggi siano riciclabili e che la presenza di sostanze problematiche sia ridotta al minimo. Stabilisce inoltre i requisiti di etichettatura per migliorare l'informazione dei consumatori. In linea con la gerarchia dei rifiuti, la proposta mira a ridurre al minimo la produzione di rifiuti di imballaggio fissando obiettivi vincolanti di riutilizzo, limitando alcuni tipi di imballaggi monouso e imponendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati.

Una volta che gli imballaggi diventano rifiuti, la proposta mira a garantire che gli imballaggi vengano raccolti, selezionati e riciclati secondo i più alti standard possibili. A tal fine, stabilisce i criteri per i regimi di responsabilità estesa del produttore e stabilisce disposizioni sulla gestione dei rifiuti, garantendo nel contempo che gli Stati membri abbiano sufficiente flessibilità per mantenere i sistemi esistenti ben funzionanti.

L'orientamento generale servirà da mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sulla forma finale della legislazione.

Principali modifiche concordate dal Consiglio

Il testo del Consiglio trova un equilibrio tra il mantenimento dell’ambizione della proposta di ridurre e prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio e la concessione agli Stati membri di una flessibilità sufficiente nell’attuazione del regolamento.

Campo di applicazione del regolamento

Il Consiglio ha mantenuto il campo di applicazione della proposta della Commissione, coprendo tutti gli imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato, e tutti i rifiuti di imballaggio, indipendentemente dalla loro origine (inclusi industria, produzione, vendita al dettaglio, nuclei domestici).

Requisiti di sostenibilità e imballaggi riciclabili

Il testo dell'orientamento generale mantiene la maggior parte dei requisiti di sostenibilità per tutti gli imballaggi immessi sul mercato e gli obiettivi principali proposti dalla Commissione.

Rafforza i requisiti per le sostanze presenti negli imballaggi invitando la Commissione, assistita dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche, a preparare una relazione entro il 2026 sulla presenza di sostanze pericolose negli imballaggi, per determinare se incidono negativamente sul riutilizzo o sul riciclaggio degli imballaggi. materiali o avere un impatto sulla sicurezza chimica.

Il Consiglio ha modificato la proposta sugli imballaggi riciclabili. Pur sostenendo che tutti gli imballaggi immessi sul mercato devono essere riciclabili come proposto dalla Commissione, gli Stati membri hanno convenuto che gli imballaggi saranno considerati riciclabili se progettati per il riciclaggio dei materiali e quando i rifiuti di imballaggio potranno essere raccolti separatamente, differenziati e riciclati su larga scala (il quest'ultima condizione si applicherà a partire dal 2035).

L'approccio generale mantiene gli obiettivi principali per il 2030 e il 2040 relativi al contenuto minimo riciclato negli imballaggi in plastica. Entro il 2034, la Commissione dovrà rivedere l'attuazione degli obiettivi del 2030 e valutare la fattibilità degli obiettivi del 2040.

Il Consiglio ha inoltre convenuto che le bustine di tè e le etichette adesive su frutta e verdura devono essere compostabili, introducendo la possibilità per gli Stati membri di richiedere altri gli imballaggi (ad esempio cialde di caffè e sacchetti di plastica leggera) devono essere compostabili in condizioni specifiche.

Le nuove norme ridurrebbero imballaggi non necessari imponendo ai produttori e agli importatori di garantire che il peso e il volume degli imballaggi siano ridotti al minimo, ad eccezione dei prodotti protetti disegni di imballaggi.

Obiettivi di riduzione dei rifiuti di imballaggio

In linea con la proposta della Commissione, l'approccio generale fissa obiettivi principali generali per la riduzione dei rifiuti di imballaggio, sulla base delle quantità del 2018: 5% entro 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040. Questi obiettivi saranno soggetti a una revisione da parte della Commissione otto anni dopo l'entrata in vigore del regolamento.

Il Consiglio ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di definire misure di prevenzione dei rifiuti di imballaggio che superino gli obiettivi minimi sopra menzionati.

Imballaggi riutilizzabili e obiettivi di riutilizzo

Il Consiglio ha mantenuto i criteri della Commissione per definire gli imballaggi riutilizzabili, introducendo un numero minimo di viaggi o rotazioni nel suo utilizzo, con un numero minimo di rotazioni inferiore per il cartone a causa delle diverse caratteristiche di questo materiale.

Il testo fissa nuovi obiettivi di riutilizzo e riempimento per il 2030 e il 2040. Obiettivi diversi si applicano ai grandi elettrodomestici, ad esempio imballaggi da trasporto per alimenti e bevande, bevande alcoliche e analcoliche (escluso il vino), imballaggi per il trasporto (esclusi gli imballaggi utilizzati per merci pericolose o apparecchiature di grandi dimensioni e gli imballaggi flessibili a diretto contatto con gli alimenti) e gli imballaggi raggruppati. Anche gli imballaggi in cartone sono esentati da tali obblighi. È stata introdotta una nuova possibilità per gli operatori economici di formare pool per raggiungere gli obiettivi di riutilizzo delle bevande.

Il Consiglio ha richiesto alla Commissione di rivedere gli obiettivi al 2030 e, su tale base, valutare gli obiettivi per il 2040 e le esenzioni previste dal provvedimento.

Schemi di restituzione dei depositi (DRS)

Secondo le nuove norme, entro il 2029, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% annuo delle bottiglie di plastica monouso e contenitori per bevande in metallo. Per raggiungere questo obiettivo, sono tenuti a istituire sistemi di restituzione del deposito (DRS) per tali formati di imballaggio. I requisiti minimi per DRS non si applicheranno ai sistemi già in vigore prima dell'entrata in vigore del regolamento, se i sistemi in questione raggiungono l'obiettivo del 90% entro il 2029.

Il Consiglio ha aggiunto un'esenzione dall'obbligo di introdurre un DRS per gli Stati membri con un tasso di raccolta differenziata superiore al 78% raggiunto nel 2026.

Restrizioni su alcuni formati di imballaggio

Le nuove norme introducono restrizioni su alcuni formati di imballaggio, tra cui imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura, per alimenti e bevande, condimenti , salse nel settore HORECA e per piccoli prodotti cosmetici e da toeletta utilizzati nel settore ricettivo (ad esempio flaconi di shampoo o lozioni per il corpo).

Il Consiglio ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di stabilire esenzioni in determinate circostanze, anche per frutta e verdura biologica.

Altre disposizioni

Altre modifiche concordate dal Consiglio includono ulteriori chiarimenti sull'etichettatura degli imballaggi, garantendo che i consumatori siano ben informati sulla composizione materiale degli imballaggi e il suo corretto smaltimento quando diventano rifiuti. Il Consiglio ha inoltre introdotto una certa flessibilità per tenere conto dei sistemi di etichettatura già esistenti in alcuni Stati membri.

Inoltre, il Consiglio ha mantenuto la maggior parte degli obblighi per operatori, produttori, importatori e distributori stabiliti dalla proposta della Commissione. Ha rafforzato gli obblighi per i fornitori di servizi logistici di garantire che i produttori che utilizzano tali servizi non eludano i loro obblighi di responsabilità estesa del produttore (EPR).

Il Consiglio ha prorogato la data di applicazione del regolamento a 18 mesi dopo la sua entrata in vigore

Prossimi passi

L’orientamento generale fungerà da mandato del Consiglio per i negoziati con il Parlamento europeo sulla forma finale della legislazione. L'esito dei negoziati dovrà essere adottato formalmente dal Consiglio e dal Parlamento.

Update 01.11.2023 / Draft report PE749.104v01-00 del 18.10.2023

La Commissione ambiente – ENVI del Parlamento Europeo ha approvato il 24 ottobre 2023 la sua relazione sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio, presentato dalla Commissione Europea lo scorso 30 novembre. Il testo prevede nuovi obblighi per rendere gli imballaggi più facili da riutilizzare e riciclare, per ridurre gli imballaggi superflui e i rifiuti e per promuovere l’uso di contenuti riciclati.

- Meno imballaggi in plastica, per ridurre l’inquinamento e la dipendenza dai combustibili fossili
- Divieto di “sostanze chimiche per sempre” negli imballaggi alimentari
- I consumatori potranno portare con sé il proprio contenitore per cibi e bevande da asporto
- Ogni europeo genera quasi 190 kg di rifiuti di imballaggio ogni anno

La commissione per l'ambiente ha adottato le sue proposte per rendere gli imballaggi più facili da riutilizzare e riciclare, per ridurre gli imballaggi e i rifiuti non necessari e per promuovere l'uso di contenuti riciclati.

Martedì 24 ottobre 2023 gli eurodeputati della commissione per l'ambiente hanno adottato la loro posizione su una proposta di regolamento che stabilisce i requisiti per l'intero ciclo di vita dell'imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale, con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni.

I deputati vogliono vietare la vendita di borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi per aiutare a prevenire gli sprechi alimentari.

Oltre agli obiettivi generali di riduzione degli imballaggi proposti nel regolamento, i deputati vogliono fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). La parte in plastica dell’imballaggio dovrebbe contenere percentuali minime di contenuto riciclato a seconda del tipo di imballaggio, con obiettivi specifici fissati per il 2030 e il 2040.

Entro la fine del 2025, la Commissione dovrebbe valutare la possibilità di proporre obiettivi e criteri di sostenibilità per la plastica di origine biologica, una risorsa chiave per “defossilizzare” l’economia della plastica.

Incoraggiare le opzioni di riutilizzo e ricarica per i consumatori

I deputati vogliono fare una distinzione e chiarire i requisiti relativi agli imballaggi da riutilizzare o ricaricare. Gli imballaggi riutilizzabili dovrebbero soddisfare una serie di criteri, compreso un numero minimo di volte in cui possono essere riutilizzati (da definire in una fase successiva). I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore HORECA dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore.

Bandire le “sostanze chimiche per sempre” negli imballaggi alimentari

I deputati vogliono vietare l'uso delle cosiddette "sostanze chimiche per sempre" aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per e polifluorurate o PFAS) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Queste sostanze sono ampiamente utilizzate per rendere ignifughi o impermeabilizzare gli imballaggi, in particolare gli imballaggi alimentari in carta e cartone, e sono state associate a una serie di effetti nocivi sulla salute.

Altre misure proposte:

- Maggiori requisiti affinché tutti gli imballaggi nell’UE siano considerati riciclabili, con la Commissione incaricata di adottare criteri per definire gli imballaggi “progettati per il riciclaggio” e “riciclabili su scala”;
- I paesi dell’UE dovrebbero garantire che il 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) venga raccolto separatamente entro il 2029;
- I fornitori di servizi online sarebbero vincolati agli stessi obblighi di responsabilità estesa del produttore dei produttori.

Update 02.03.2023 / Bruxelles, 30 novembre 2022 - COM(2022) 677 final

È stato diffuso il testo ufficiale in lingua italiana della proposta di regolamento Ue sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi, proposta che sarà discussa nella riunione dei Ministri dell'ambiente dell'Unione del 16 marzo 2023.

Il 30 novembre 2022 la Commissione Europea ha presentato ufficialmente la sua proposta per la revisione della legislazione Ue sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio. Com’è noto si tratta di un Regolamento, ovvero di un provvedimento vincolante per tutti gli Stati membri senza possibilità di recepimenti differenti, che va ad emendare la Direttiva 94/62/CE. Il documento verrà ora esaminato dal Parlamento e dal Consiglio europei nell’ambito della procedura legislativa ordinaria.

La proposta persegue tre macro-obiettivi principali:

- prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio, ridurne la quantità, imporre restrizioni agli imballaggi inutili e promuovere soluzioni di imballaggio riutilizzabili e ricaricabili;
- promuovere il riciclaggio di alta qualità (“riciclaggio a circuito chiuso”), rendendo tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’UE riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030;
- ridurre il fabbisogno di risorse naturali primarie e creare un mercato ben funzionante di materie prime secondarie, aumentando l’uso della plastica riciclata negli imballaggi attraverso obiettivi vincolanti.

Nel dettaglio:

- l'obiettivo principale è ridurre i rifiuti di imballaggio pro capite per Stato membro del 15% rispetto al 2018 entro il 2040. Ciò porterebbe a una riduzione complessiva dei rifiuti nell’UE del 37% circa rispetto allo scenario che si prospetterebbe senza una modifica della normativa. Il tutto avverrà attraverso sia il riutilizzo che il riciclaggio;
- per favorire il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi, diminuiti fortemente negli ultimi 20 anni, le imprese dovranno offrire ai consumatori una determinata percentuale dei loro prodotti in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili, ad esempio per i cibi e le bevande da asporto o per le consegne relative al commercio elettronico. Vi sarà inoltre, in una certa misura, la standardizzazione dei formati degli imballaggi e una chiara etichettatura degli imballaggi riutilizzabili;
- per affrontare il problema degli imballaggi chiaramente inutili saranno vietate alcune forme di imballaggio, ad esempio quelli monouso per cibi e bevande consumati all’interno di ristoranti e caffè, quelli monouso per frutta e verdura, flaconi in miniatura per shampoo e altri prodotti negli hotel;
- molte misure sono volte a rendere gli imballaggi totalmente riciclabili entro il 2030; ciò include la definizione di criteri di progettazione per gli imballaggi, la creazione di sistemi vincolanti di vuoti a rendere su cauzione per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio e chiarire quali tipologie molto limitate di imballaggi dovranno essere compostabili, in modo che i consumatori possano gettarli nell’organico;
- vi saranno inoltre tassi vincolanti di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica. Ciò contribuirà a rendere la plastica riciclata un prodotto di maggior valore, come dimostra l’esempio delle bottiglie in PET nel contesto della direttiva sulla plastica monouso.

Ogni imballaggio dovrà essere munito di un’etichetta che indichi di quali materiali si compone e in quale categoria di rifiuti dovrebbe essere conferito. I contenitori per la raccolta dei rifiuti avranno le stesse etichette e in tutta l’UE si utilizzeranno gli stessi simboli.

__________

Domande e risposte sul regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (Bruxelles, 30 novembre 2022)

Perché dobbiamo intervenire sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio?

Gli imballaggi hanno un grande impatto sull'ambiente. Sono tra i prodotti che consumano più materiali grezzi e i rifiuti che ne derivano inquinano l'aria e il suolo e rappresentano circa la metà dei rifiuti marini. Sebbene i tassi di riciclaggio nell'UE siano aumentati, la quantità di rifiuti prodotti cresce più velocemente: negli ultimi 10 anni è aumentata di oltre il 20%, in particolare a causa degli imballaggi monouso. Secondo le stime, rispetto al 2018 il volume di rifiuti di plastica aumenterà del 46% entro il 2030 e del 61 % entro il 2040.

La produzione di imballaggi e la gestione dei loro rifiuti costituiscono un settore economicamente complesso e importante, che genera un fatturato totale di 370 miliardi di € nell'UE. Per questo sono fondamentali e hanno il potenziale per trasformare l'Europa in un'economia circolare pulita e sostenibile, in linea con il Green Deal europeo.

L'attuale direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, introdotta nel 1994, non è riuscita a ridimensionare gli aspetti della produzione di imballaggi che hanno un impatto negativo sull'ambiente, tra cui il sovraimballaggio superfluo, la quantità di materiali non riciclabili in crescita nella composizione degli imballaggi, l'etichettatura ambigua, che rende difficile ai consumatori separare i rifiuti e l'uso ancora molto scarso di materiale riciclato negli imballaggi di plastica, che comporta un'enorme spreco di risorse preziose.

In che modo la proposta contribuirà agli obiettivi del Green Deal europeo relativi alla lotta ai cambiamenti climatici, alla riduzione dell'inquinamento e al potenziamento dell'economia circolare?

L'uso più efficiente dei materiali, che si otterrà incentivando i materiali riciclati anziché le materie prime primarie e sostenendo l'economia circolare, contribuirà a scindere la crescita economica dal consumo delle risorse naturali, a conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e ad arrestare la perdita di biodiversità. Ridurrà inoltre la nostra dipendenza dalle materie prime e dai combustibili fossili, aumenterà la competitività e promuoverà la nostra autonomia strategica aperta, rendendo l'economia dell'UE più resistente alle perturbazioni delle catene del valore globali.

Se si applicassero tutte le misure della proposta, le emissioni di gas a effetto serra nel 2030 scenderebbero a 43 milioni di tonnellate rispetto ai 66 milioni previsti in assenza di interventi.

Questo metterebbe il settore sulla buona strada per conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e lo allineerebbe all'obiettivo "inquinamento zero" del Green Deal europeo per il 2050. L'uso di acqua diminuirebbe di 1,1 milioni di m3. I costi dei danni ambientali per l'economia e la società diminuirebbero di 6,4 miliardi di € rispetto allo scenario di base per il 2030.

Le misure sul contenuto riciclato sarebbero già sufficienti a ridurre il fabbisogno di combustibili fossili dell'UE di 3,1 milioni di tonnellate all'anno (circa ¼ dei combustibili fossili attualmente necessari per la produzione di imballaggi di plastica).

Inoltre la proposta intende migliorare la riciclabilità degli imballaggi, il che farebbe aumentare il tasso complessivo del loro riciclaggio dal 66,5% del 2018 al 73% nel 2030 (il conferimento in discarica passerebbe dal 18,7% al 9,6%).

Cosa cambierà per i consumatori?

La riciclabilità di tutti gli imballaggi, anche attraverso nuove norme di progettazione, consentirà ai consumatori di svolgere un ruolo attivo nella riduzione dei rifiuti.

La proposta garantirà inoltre la possibilità di comprare alcuni prodotti in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili, o addirittura senza imballaggio. A tal fine sono previsti obiettivi obbligatori di riutilizzo o ricarica e il divieto di alcuni tipi di imballaggi superflui (per esempio gli imballaggi monouso per frutta e verdura e per il consumo sul posto in bar e ristoranti, e i piccoli contenitori monouso utilizzati negli alberghi).

I consumatori potranno anche contare su etichette chiare, grazie alle quali sarà più facile riciclare i rifiuti sapendo in quale contenitore per la raccolta differenziata gettare gli imballaggi, cosa attualmente molto spesso non evidente. La proposta eliminerà questa confusione, perché ogni imballaggio avrà un'etichetta che indicherà il materiale di cui è composto e il flusso di rifiuti corrispondente. I contenitori per la raccolta dei rifiuti riporteranno le stesse etichette, e in tutta l'UE si useranno gli stessi simboli.

Per incentivare il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi, alle aziende saranno imposti obiettivi UE obbligatori, per esempio per il cibo o le bevande da asporto. Vi sarà una certa standardizzazione dei formati di imballaggio e un'etichettatura chiara degli imballaggi riutilizzabili.

La proposta prevede inoltre l'introduzione di sistemi obbligatori di cauzione-rimborso per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio.

In che modo la proposta aiuta le piccole e medie imprese?

Le misure proposte sono state vagliate attentamente per verificare il loro impatto sulle PMI. Quello degli imballaggi è un mercato innovativo e in via di sviluppo, e le PMI sono ben posizionate per realizzare la transizione verde. Le misure proposte garantiranno loro prevedibilità e certezza giuridica, favorendo il progresso tecnologico e riducendo i costi grazie a norme UE più coerenti in questo settore.

Laddove si prevedono ripercussioni negative, la proposta suggerisce di esentare le PMI dagli obiettivi di riutilizzo o dal divieto degli imballaggi monouso nei ristoranti. La Commissione elaborerà orientamenti per aiutare le PMI a conformarsi alle nuove norme.

Le misure proposte dovrebbero anche portare alla creazione di 600 000 posti di lavoro poco qualificati e altamente qualificati nelle piccole e medie imprese innovative. Si tratterebbe di impieghi nei settori della logistica, della manutenzione delle infrastrutture per i vuoti a rendere, l'erogazione e il rifornimento nei negozi al dettaglio, e della progettazione degli imballaggi e delle catene di approvvigionamento.

In che modo il nuovo regolamento intende affrontare il problema dei rifiuti di imballaggio?

La prevenzione dei rifiuti è al centro delle norme proposte in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggio. La misura generale per frenare la produzione di rifiuti di imballaggio è un obiettivo di riduzione pro capite del 15 % entro il 2040 per ciascuno Stato membro rispetto ai livelli del 2018, che porterebbe a una riduzione complessiva di quasi il 37% nell'UE rispetto a uno scenario privo di modifiche normative. L'obiettivo sarà raggiunto in modo graduale (5% di riduzione rispetto al 2018 entro il 2030 e 10% entro il 2035).

A tale scopo, il regolamento propone di introdurre misure a livello dell'UE, quali il maggiore ricorso al riutilizzo e alla ricarica, la riduzione al minimo degli imballaggi e il divieto degli imballaggi superflui per determinati usi, per esempio i flaconi di shampoo e altri piccoli contenitori monouso utilizzati negli alberghi o gli imballaggi monouso per il consumo sul posto nei bar o nei ristoranti. A queste misure dovranno affiancarsi altri interventi a livello nazionale, decisi dagli Stati membri. Tra quelli suggeriti nella proposta vi sono sistemi di cauzione-rimborso per gli imballaggi riutilizzabili, incentivi economici quali un supplemento di prezzo per gli imballaggi monouso, la sensibilizzazione dei cittadini in merito al costo dell'imballaggio di un prodotto, o l'obbligo per le imprese di ampliare la gamma dei prodotti disponibili tramite sistemi di riutilizzo o ricarica, per esempio detergenti o altri prodotti per i quali non sono previsti obiettivi obbligatori.

In che modo le misure proposte affronteranno il problema degli imballaggi di plastica?

Tra le proposte vi sono tre azioni principali incentrate sull'uso degli imballaggi di plastica:

- favorire gli imballaggi multiuso per sostituire quelli di plastica monouso. La valutazione d'impatto mostra che, anche se la plastica usata per produrre gli imballaggi riutilizzabili è più pesante dei materiali utilizzati per gli imballaggi monouso (che si tratti di carta, plastica o altro), nel complesso ci sarà una riduzione significativa dei rifiuti e degli effetti negativi per l'ambiente;
- vietare alcuni tipi di imballaggi superflui, per la maggior parte composti da plastica monouso (per esempio i piccoli contenitori per lo shampoo utilizzati negli alberghi, gli imballaggi multipli per le bevande in lattina, i contenitori monouso nei ristoranti e nei bar);
- introdurre percentuali obbligatorie di plastica riciclata nei nuovi imballaggi di plastica. Questa soluzione consentirà di realizzare un riciclaggio a circuito chiuso, trasformare i rifiuti di plastica in una risorsa preziosa e ridurre il consumo di risorse naturali primarie, sia fossili che a base biologica.

In che modo la proposta promuoverà il riutilizzo e la ricarica?

In assenza di norme e politiche volte a tutelare i mercati del riutilizzo e della ricarica nell'UE, negli ultimi 20 anni la quantità di imballaggi riutilizzabili si è drasticamente ridotta. Per invertire questa tendenza la Commissione propone misure incisive:

- obiettivi UE obbligatori per le imprese, per fare in modo che l'offerta dei loro prodotti sia in parte in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili. Questi obiettivi sono proposti per i settori più evidenti. Entro il 2030 e il 2040, rispettivamente il 20% e l'80% delle bevande fredde e calde dovrà essere venduto in contenitori che fanno parte di un sistema di riutilizzo, oppure i consumatori dovranno poter riempire i loro contenitori. I venditori di birra al dettaglio, per esempio, dovrebbero utilizzare contenitori ricaricabili per il 10% dei loro prodotti entro il 2030 e per il 20% entro il 2040. Gli obiettivi per il cibo da asporto dei ristoranti sarebbero rispettivamente il 10% per il 2030 e il 40% per il 2040. Entro il 2030, il 10% degli imballaggi usati per il trasporto nell'e-commerce dovrà essere riutilizzabile, percentuale che salirà al 50% entro il 2040;
- una certa standardizzazione del formato degli imballaggi riutilizzabili, per esempio le bottiglie per bevande, e chiarimenti sulla progettazione dei sistemi di riutilizzo e ricarica sulla base delle migliori pratiche;
- un'etichettatura degli imballaggi riutilizzabili (ossia l'uso di pittogrammi per indicare la possibilità di riutilizzare i contenitori) che aiuti i consumatori a fare scelte informate.

Le ricerche della Commissione mostrano che gli obiettivi sono in linea con le aspettative dei cittadini e daranno al settore certezza giuridica e tempo per effettuare i necessari adeguamenti della catena di approvvigionamento. La Commissione propone inoltre esenzioni da questi obiettivi, per esempio per i negozi molto piccoli.

Gli Stati membri dovranno adottare misure per incentivare l'introduzione di sistemi di riutilizzo e ricarica, e attuare interventi complementari come sistemi di cauzione-rimborso per gli imballaggi riutilizzabili, incentivi economici, obblighi per le imprese di ampliare la gamma di prodotti venduti in confezioni riutilizzabili o ricaricabili, per esempio i detergenti o altri prodotti per cui non sono previsti obiettivi obbligatori.

In che modo la proposta contribuirà a eliminare gli ostacoli alla riciclabilità degli imballaggi?

Uno degli obiettivi principali dell'iniziativa è rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030 in modo economicamente sostenibile. La principale misura per aumentare la riciclabilità è la definizione di criteri di progettazione obbligatori per tutti gli imballaggi, che si applicheranno a tutti i materiali e saranno integrati da un sistema di verifica della riciclabilità degli imballaggi immessi sul mercato. La misura contribuirà ad aumentare il tasso complessivo di riciclaggio, e servirà anche a trasformare gli imballaggi riciclati in una materia prima secondaria di alta qualità per la fabbricazione di nuovi prodotti.

Per quanto riguarda i rifiuti in plastica, nella maggior parte degli Stati membri i tassi di riciclaggio sono bassi e i rifiuti riciclati sono usati solo in applicazioni di scarsa qualità. Pertanto, per creare un mercato appetibile per le materie prime secondarie, la proposta stabilisce che nei nuovi imballaggi di plastica vi sia una percentuale obbligatoria di plastica riciclata. Questi obiettivi vincolanti possono trasformare i rifiuti di plastica in un prodotto prezioso, come dimostra l'esperienza acquisita con gli obiettivi di contenuto riciclato nelle bottiglie in PET fissati dalla direttiva dell'UE sulla plastica monouso.

In che modo la proposta migliorerà la sicurezza degli imballaggi, specialmente nel settore alimentare?

La proposta prevede diverse misure per affrontare gli effetti delle sostanze nocive (per esempio i metalli pesanti) sulla salute umana e sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita degli imballaggi, dalla fabbricazione all'uso e alla fine del ciclo di vita.

Le sostanze più nocive saranno gradualmente eliminate dagli imballaggi per i prodotti di consumo dell'UE. Altre sostanze potenzialmente pericolose contenute nei materiali di imballaggio saranno ridotte al minimo, per fare in modo che gli imballaggi e i materiali riciclati a partire dagli imballaggi non abbiano effetti negativi sulla salute umana o sull'ambiente durante tutto il loro ciclo di vita.

Gli obblighi di riutilizzo si applicheranno a settori specifici selezionati dopo aver condotto consultazioni approfondite e aver stabilito che l'opzione multiuso soddisfa i requisiti funzionali di contenimento/ordine, salute/igiene e sicurezza.

La legislazione specifica vigente in materia di sicurezza alimentare, per esempio sui materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti, o le norme igieniche saranno pienamente applicate a tutti gli imballaggi, monouso o riutilizzabili.

In che modo la proposta faciliterà la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio?

La proposta chiarirà i dubbi su dove gettare gli imballaggi. Ciascun imballaggio sarà dotato di un'etichetta, verosimilmente con lo stesso pittogramma in tutta l'UE, che indicherà il materiale di cui è composto l'imballaggio e il flusso di rifiuti corrispondente. I contenitori per la raccolta dei rifiuti riporteranno le stesse etichette, in modo che risulti immediatamente chiaro dove collocare ciascun tipo di imballaggio, e in tutta l'UE si useranno gli stessi simboli. Inoltre, non vi sarà più confusione circa il corretto smaltimento delle plastiche biodegradabili, in quanto solo pochissimi prodotti saranno progettati per il compostaggio e il resto sarà destinato al riciclaggio dei materiali.

In che modo le nuove norme incideranno sulle imprese produttrici di imballaggi e su quelle che gestiscono i rifiuti di imballaggio?

La transizione a un settore degli imballaggi più sostenibile comporta una serie di cambiamenti strutturali. I posti di lavoro nella produzione di imballaggi monouso diminuiranno notevolmente, ma se ne creeranno molti altri nei settori degli imballaggi riutilizzabili e del riciclaggio. Secondo i modelli economici della Commissione, complessivamente il nuovo sistema di imballaggio potrebbe portare alla creazione di 600 000 posti di lavoro nel settore del riutilizzo entro il 2030. In termini finanziari, si prevedono risparmi di circa 47,2 miliardi di € nell'UE. In media, ogni cittadino dell'UE potrebbe risparmiare 100 € all'anno se i risparmi fossero trasferiti al livello dei consumatori.

Cosa comporterà la proposta per i partner commerciali internazionali?

Le misure si applicherebbero sia ai prodotti europei sia a quelli importati e i produttori europei e non europei dovrebbero rispettare gli stessi obblighi.

Poiché l'iniziativa proposta mirerà a una maggiore armonizzazione, favorirà anche le importazioni da paesi terzi, che non dovranno rispettare obblighi divergenti a seconda dello Stato membro. Nell'ambito delle periodiche discussioni sugli ostacoli tecnici al commercio, i paesi terzi (da ultimi il Canada, gli Stati Uniti e la Corea del Sud) hanno sottolineato il desiderio di una maggiore armonizzazione in Europa, in particolare per quanto riguarda l'etichettatura e le norme sugli imballaggi monouso. Hanno anche evidenziato che i diversi sistemi esistenti nei paesi dell'UE comportano costi inutili per le loro imprese che operano in Europa.

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Fonte: CE

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