L’interpretazione delle analisi del terreno / ARPAV 2007
Strumento per la sostenibilità ambientale
Fin dall’inizio di questo secolo gli studiosi del suolo hanno cercato di utilizzare lo strumento dell’analisi fisica e chimica per conoscere meglio il terreno, fattore produttivo essenziale per le aziende agricole.
Quando poi nel secondo dopoguerra è andata affermandosi ovunque la pratica della fertilizzazione minerale queste analisi hanno acquistato un nuovo significato: i loro risultati sono diventati degli indici della presenza relativa dei vari elementi nel suolo, della loro disponibilità per le piante e quindi strumento per modulare l’apporto di fertilizzanti in funzione della dotazione nei vari elementi che determinano la fertilità del suolo stesso.
La scarsa diffusione di queste analisi in Italia rispetto a molti altri paesi europei ed americani, ha fatto sì che la tecnica della fertilizzazione si sia sviluppata in prevalenza senza considerare la fertilità chimico-fisica del terreno ma solo le esigenze della coltura, talvolta la tessitura del terreno, ed altre pratiche agronomiche che interagiscono con la concimazione (irrigazione, drenaggio, lavorazioni, ecc.).
In altri paesi europei (Olanda, Francia, Germania) invece la messa a punto delle tecniche di fertilizzazione è andata di pari passo con i risultati delle sperimentazioni per la taratura dei risultati delle analisi del terreno; quest’ultime sono quindi sempre state tenute in grande considerazione per ricercare delle relazioni tra risultati analitici e dose ottimale di fertilizzante per le diverse colture, diversamente da quanto avvenuto in Italia.
Nel nostro paese solo dalla fine degli anni 80 le analisi del terreno sono state utilizzate per l’elaborazione dei consigli di concimazione; esse si sono diffuse prevalentemente al nord, grazie soprattutto ai laboratori di alcune aziende produttrici di fertilizzanti.
Solo in seguito al crescente allarme ambientale alcune strutture laboratoristiche pubbliche e di associazioni di produttori, hanno iniziato ad interessarsi all’interpretazione dell’analisi del terreno, allo scopo di razionalizzare le concimazioni ed evitare rischiosi eccessiì nell’apporto di nutrienti al suolo.
Particolarmente critica è la situazione delle aziende zootecniche che solo raramente integrano correttamente i fertilizzanti minerali con i materiali organici prodotti in azienda, ritenendo le deiezioni degli animali solo un sottoprodotto, sottostimando o non considerando l’apporto di elementi fertilizzanti ai terreni agricoli che deriva dal loro corretto impiego.
È sempre più necessario pertanto, anche ai fini dell’applicazione della Direttiva Nitrati, che le aziende agricole, in primis quelle zootecniche,ì prendano coscienza del valore fertilizzante delle deiezioni e delle notevoli possibilità di risparmio sull’acquisto di fertilizzanti minerali che una loro corretta gestione può consentire.
D’altra parte dal punto di vista della protezione ambientale negli ultimi anni è andata crescendo l’attenzione all’importanza del suolo per la conservazione e la funzionalità degli ecosistemi.
La recente proposta di direttiva quadro per la protezione del suolo (COM/2006/232) (archiviata / ndr) ha chiaramente definito le funzioni chiave svolte dal suolo e le misure di salvaguardia necessarie al loro mantenimento.
Anche in questo senso uno sforzo sempre maggiore viene richiesto agli operatori del settore per un continuo miglioramento degli strumenti di conoscenza del suolo, tra cui l’analisi chimico-fisica continua a mantenere un ruolo chiave.
I parametri possono essere determinati con diverse metodiche analitiche, la valutazione di ogni risultato deve essere fatta utilizzando specifiche tabelle riferite alla metodica utilizzata, che dovrebbe essere indicata sul certificato di analisi.
Le metodiche reperibili in bibliografia sono molte; alcune prevedono un estraente unico per molti nutrienti, altre prevedono estraenti diversi per i singoli elementi.
Si veda la legislazione italiana di cui a:
- Decreto 21 marzo 2005
- Decreto 23 febbraio 2004
- Decreto Ministeriale 13 settembre 1999
- Decreto Ministeriale 11 maggio 1992
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