Rapporto annuale certificazione energetica degli edifici | ENEA 2022
ID 18005 | 07 Novembre 2022
La terza edizione del Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, risultato della collaborazione tra ENEA e CTI (Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente), fotografa l’evoluzione delle prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale allo stato 2021, attraverso l’analisi di circa un milione e trecentomila Attestati di Prestazione Energetica (APE) trasferiti dai catasti energetici di 17 Regioni e 2 Province Autonome nel Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica nazionale (SIAPE).
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Il Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici (di seguito “Rapporto”) per l’annualità 2022, redatto da ENEA e CTI si pone come obiettivo quello di esplorare lo stato dell’arte del sistema di certificazione energetica locale e nazionale. Questa terza edizione del Rapporto raccoglie i dati degli attestati emessi nel 2021 e li analizza rispetto a specifici parametri così da monitorare gli effetti delle politiche energetiche sul patrimonio edilizio nazionale, esistente e di nuova costruzione.
Le novità introdotte nel campo dell’efficienza energetica nel settore dell’edilizia nel 2020 ed evidenziate nel Rapporto pubblicato l’anno passato, hanno influenzato fortemente i risultati presentati questo anno, basati sui dati della certificazione energetica 2021.
Inoltre, nel 2021 si è verificata una decisiva accelerazione nella messa in atto dei numerosi interventi legislativi posti in campo nel 2020. In generale la graduale, ma costante, applicazione delle direttive comunitarie e i conseguenti adeguamenti legislativi nazionali hanno portato gli utenti finali a migliorare la consapevolezza dei loro consumi e garantire maggiori risparmi energetici.
Ad esempio, nel 2021 è entrato in vigore l’obbligo del rispetto dei requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Buildings – edifici a energia quasi zero) per tutte le nuove costruzioni e l’applicazione delle prescrizioni inerenti alla misurazione e la fatturazione dei consumi energetici per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione centralizzata dell’acqua calda sanitaria nei condomini e negli edifici polifunzionali.
In maniera più evidente, gli effetti del Superbonus 110% hanno permesso di registrare un netto aumento delle opere di riqualificazione energetica, nel corso del 2021 rispetto all’anno precedente. Fattore determinante per questo trend positivo è risultata essere verosimilmente la maggior consapevolezza e informazione degli operatori e degli utenti finali che, dopo un comprensibile periodo di incertezza registrato nel 2020 (attesa decreti attuativi, circolari chiarificatrici dell’Agenzia delle Entrate, ecc.), hanno intrapreso una strada sempre più orientata all’ottenimento del numero massimo di interventi di efficienza energetica finalizzati alla riduzione dei consumi e al miglioramento delle condizioni di comfort degli edifici.
Il Superbonus 110%, inoltre, ha comportato un investimento medio decisamente superiore negli edifici condominiali (72%), interessando anche gli edifici unifamiliari (15%) e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti (13%) come si ricava dai report mensili pubblicati da ENEA ed estratti dal portale di trasmissione delle asseverazioni. Attraverso l’applicazione di questi incentivi gli effetti negativi della pandemia di Covid-19, presenza costante anche nel 2021, sono stati notevolmente ridotti nel settore delle costruzioni edilizie, tanto da far registrare una sorta di ‘en plein’ da parte delle imprese che, almeno nel breve periodo, hanno raggiunto la saturazione dei lavori da poter prendere in carico.
Il ricorso a strumenti innovativi che migliorino, al contempo, sicurezza energetica, tutela dell’ambiente e accessibilità dei costi dell’energia è da sempre uno degli obiettivi nazionali prioritari. Nel settore edilizio, tale finalità si traduce sostanzialmente con la diffusione delle energie rinnovabili, con una forte attenzione alle problematiche connesse con l’efficienza energetica e con la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, attraverso la messa in atto di specifici provvedimenti, tra i quali uno degli ultimi in ordine temporale è il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).
Il PNIEC prevede specifiche azioni per stimolare una ristrutturazione profonda degli edifici esistenti con l’ausilio di tecnologie intelligenti e un meccanismo per intervenire sugli stabili in condizioni peggiori. Pur coinvolgendo diversi settori, in generale il percorso è finalizzato a delineare il mix di soluzioni e strumenti maggiormente compatibile con gli obiettivi al 2030 e con altre esigenze, comprese quelle relative agli impatti ambientali, ed evidenzia la centralità del comparto delle costruzioni, con particolare riguardo alla situazione del patrimonio immobiliare esistente e conseguentemente alla sua riqualificazione.
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