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Contratti di Fiume

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Contratti di Fiume

ID 16174 | 22.03.2022 / Note in allegato

Il Contratto di Fiume può essere definito come un atto di impegno condiviso da parte di diversi soggetti pubblici e privati a vario titolo interessati ai corsi d’acqua (e ai sistemi idrografici a questi connessi, quali falde, coste, aree umide, ecc.), che - attraverso l’individuazione di una comune visione e modalità di lavoro e di azione - si prefigge l’intento di perseguire la riqualificazione ambientale e la rigenerazione socio-economica sostenibile del sistema fluviale. Dal punto di vista amministrativo si configura come un processo di programmazione negoziata e, in coerenza con la pianificazione vigente e nel rispetto delle competenze specifiche dei vari attori territoriali, consente di portare a sistema le diverse istanze che ruotano intorno al sistema fluviale in una visione unitaria, in una governance integrata e in una azione coordinata.

Quadro normativo europeo:

- Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE;
Direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale;
- Direttiva 2001/42/CE sulla valutazione ambientale strategica (VAS).

L’esperienza dei Contratti di Fiume nasce in Francia all’inizio degli anni ’80 e, dopo una disseminazione nella regione Vallonia del Belgio. A livello nazionale, dopo l'attivazione delle prime esperienze in Lombardia e successivamente in Piemonte, nel 2007 nasce il Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, appuntamento annuale nel quale si incontrano soggetti che, con varie competenze e livello di coinvolgimento, operano ai primi processi per la riqualificazione fluviale. In occasione del Tavolo Nazionale 2010 gli obiettivi e i principi dei Contratti di Fiume vengono raccolti nella Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, che viene successivamente adottata dalle Regioni.

Nel 2015, l'inserimento dell'art.68 bis al Testo Unico Ambientale DLgs 152/2006, sancisce il riconoscimento a scala nazionale del Contratto di Fiume come strumento utile alla definizione e attuazione della "pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico" e strumento volontario per la programmazione strategica e negoziata che concorre a promuovere "la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree".

Decreto Legislativo 152/2006

Art. 68-bis Contratti di fiume

1. I contratti di fiume concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.

Questo ruolo e valenza dei CdF sono stati ulteriormente rafforzati da più recenti atti normativi e parlamentari (risoluzione 8-00092 del 18.11.2020 approvata all’unanimità dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e art. 36 ter, comma 9, del D.L. 31.05.2021 n. 77 “Decreto Semplificazioni-bis”).

D.L. 31.05.2021 n. 77 “Decreto Semplificazioni-bis”

ART. 36-ter co. 9 (Misure di semplificazione e accelerazione per il contrasto del dissesto idrogeologico).

9. Il commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico, anche attraverso i contratti di fiume, in collaborazione con le autorita' di distretto e le amministrazioni comunali territorialmente competenti, puo' attuare, nel limite delle risorse allo scopo destinate, interventi di manutenzione idraulica sostenibile e periodica dei bacini e sottobacini idrografici che mirino al mantenimento delle caratteristiche naturali dell'alveo, alla corretta manutenzione delle foci e della sezione fluviale anche al fine di ripristinare, in tratti di particolare pericolosita' per abitati e infrastrutture, adeguate sezioni idrauliche per il deflusso delle acque.

A partire dal 2017 il Ministero dell'Ambiente è promotore e attuatore del progetto CReiAMO PA (Competenze e Reti per l’Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA che tra le linee di azione). 

Il Work Package si occupa della gestione integrata e partecipata dei bacini e sottobacini idrografici attraverso il generale rafforzamento della capacità istituzionale e della governance tra i portatori di interesse coinvolti nella definizione dei Contratti di Fiume.

Il fine delle azioni previste è la promozione di una più ampia, efficace e corretta diffusione dei Contratti di Fiume per la gestione integrata e partecipata dei bacini/sottobacini fluviali, e più in generale idrici, (nella categoria rientrano anche i contratti di lago, costa, foce,…), nonché per l’implementazione degli stessi.

A6.6 Attuazione dei Contratti di Fiume

Al fine di analizzare, coordinare e seguire l’evoluzione delle varie iniziative attinenti ai Contratti di Fiume (CdF) nel territorio italiano è stato istituito un Osservatorio Nazionale dei CdF. L’Osservatorio, costituito da un Comitato di indirizzo, da un Gruppo di Lavoro Tecnico Operativo e dalla Consulta delle istituzioni, attraverso azioni di formazione e comunicazione, ha lo scopo di armonizzare gli approcci a scala e nazionale, oltre che colmare un gap conoscitivo sui CdF a vari livelli.

L’Osservatorio si occupa, attraverso una Banca Dati dedicata ai CdF, di effettuare la raccolta di informazioni, il monitoraggio dei processi e la messa a sistema di azioni specifiche realizzate sui territori. Sulla base delle risultanze delle attività di ricognizione e consultazione svolte in collaborazione con le Regioni interessate, è inoltre prevista la redazione di documenti di indirizzo e dispense tecniche di approfondimento su eventuali fabbisogni rilevati e di orientamento per la formazione su specifici aspetti.

A6.7 Formazione

L’Osservatorio si occupa di organizzare percorsi formativi di accompagnamento ai soggetti pubblici che utilizzano - o intendono promuovere e/o utilizzare - i CdF nei propri territori (Regioni, Comuni, Autorità di bacino Distrettuale, Comunità Montane, Enti di Gestione delle Aree Protette, ecc.). Nello specifico è prevista la realizzazione delle seguenti attività:

Corsi formativi, da svolgere nelle Regioni in cui la diffusione dei CdF è in uno stadio iniziale. I corsi vengono strutturati in due moduli. Il primo è incentrato sulla diagnostica partecipativa, la previsione di scenari strategici, l’elaborazione di programmi d’azione, nonché su altre tematiche corrispondenti alle fasi più significative del processo di CdF e viene replicato otto volte. Il secondo è invece dedicato al tema del monitoraggio e della valutazione dei CdF e viene replicato due volte.

Affiancamento on the job per il rafforzamento delle capacità degli uffici regionali in materia di CdF, da svolgere a valle dei moduli formativi di cui sopra e strutturato sulla base di visite in house presso le Regioni destinatarie. I funzionari destinatari vengono coinvolti inizialmente presso le sedi delle Regioni di afferenza, affiancati dagli esperti dell’ONCdF e delle Regioni più avanzate nei processi di CdF. Successivamente gli stessi corsisti vengono ospitati presso le suddette Regioni più avanzate, collaborando con gli uffici preposti a tale attività.

Il periodo di training viene organizzato in base alle esigenze formative delle amministrazioni coinvolte.

Raccolta e diffusione di buone pratiche (casi studio di CdF o comunque inerenti a processi di buona governance fluviale). L’attività viene sviluppata attraverso l’organizzazione di incontri, dedicati a specifici aspetti relativi all’elaborazione o attuazione dei CdF, nei quali saranno coinvolti esperti anche di rilievo internazionale per uno scambio di buone pratiche con CdF di maggior successo di altri Paesi. Saranno elaborati, inoltre, documenti utili a definire un approccio metodologico unitario e condiviso relativo a specifici aspetti o questioni attinenti ai CdF, anche sulla base delle esperienze di maggiore successo.

Workshop tematici su questioni tecniche di particolare rilievo (come, ad esempio, partecipazione, drenaggio urbano, aree di frangia urbane e periurbane, servizi ecosistemici, ecc.).

Visite di studio internazionali dedicate ai soggetti maggiormente esperti e da tenersi presso realtà europee di particolare interesse.

A6.8 Comunicazione

Ai fini di assicurare una conoscenza approfondita delle attività e diffondere i risultati ottenuti nell’ambito del progetto, vengono organizzati eventi a livello nazionale ad avvio, a metà periodo e a chiusura delle attività, creato un apposito spazio web dedicato all’Osservatorio Nazionale dei CdF e prodotti brevi filmati finalizzati a far conoscere più capillarmente lo strumento dei CdF.

Con l'obiettivo di seguire e coordinare le diverse iniziative dei CdF sul territorio italiano, per armonizzarle e fornire strumenti formativi e di supporto, è stato istituito un Osservatorio Nazionale CdF costituito da un Comitato di Indirizzo, da un Gruppo di Lavoro Tecnico e dalla Consulta delle Istituzioni. L'Osservatorio effettua sia la raccolta delle informazioni (che confluiscono in una banca dati dedicata), che il monitoraggio dei processi e, in collaborazione con le Regioni, la predisposizione di documenti tecnici e di orientamento. Tra le attività dell'Osservatorio, di grande rilevanza è stata l'organizzazione di corsi formativi svolti direttamente nelle Regioni interessate, con moduli di base (incentrati sulla definizione di scenari strategici, programmi d'azione, partecipazione) e moduli avanzati dedicati al monitoraggio e alla valutazione dei processi CdF. Sono inoltre stati organizzati affiancamenti on-the-job, approfondimenti tematici e scambi di esperienze e buone pratiche.

Al momento, dalle rilevazioni ancora parziali dell’Osservatorio, risultano censiti a livello nazionale complessivi 206 CdF. Di questi 50 risultano solo annunciati, 111 attivati (sottoscritto un protocollo di intesa/documento di intenti di avvio del processo) e 45 sottoscritti e quindi in corso di attuazione del relativo Programma di Azioni.

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Fonte: MITE

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