Caricabatteria standardizzato per i dispositivi elettronici
23.09.2021 - La Commissione propone un caricabatteria standardizzato per i dispositivi elettronici
Dopo aver lavorato dal 2009 con gli operatori del settore per promuovere un approccio volontario, che ha già permesso di ridurre il numero di caricabatteria per telefoni cellulari da 30 a 3, la Commissione propone ora un approccio legislativo per consentire ai consumatori europei di alimentare i propri dispositivi elettronici con un unico caricabatteria standardizzato.
Le porte di ricarica USB-C diventeranno il nuovo formato standard per tutti gli smartphone, i tablet, le videocamere, le cuffie, gli altoparlanti portatili e le console portatili per videogiochi. La Commissione propone inoltre di separare la vendita dei caricabatteria da quella dei dispositivi elettronici.
Si ridurranno così i rifiuti elettronici e i disagi per i consumatori: un contributo importante agli obiettivi delle trasformazioni verde e digitale.
Quali misure sta adottando la Commissione? Le principali nuove misure comprendono:
Far diventare il caricabatteria standardizzato una realtà Per arrivare a disporre di un caricabatteria standardizzato, è necessario garantire la piena interoperabilità da un capo all’altro del cavo, vale a dire tra il dispositivo elettronico e l’alimentatore esterno. La proposta odierna riguarda proprio l’interoperabilità dei dispositivi, che è di gran lunga l’obiettivo più complesso. L’interoperabilità degli alimentatori esterni sarà affrontata nell’ambito della revisione del regolamento sulla progettazione ecocompatibile della Commissione, che sarà avviata nel prossimo futuro e dovrebbe entrare in vigore contemporaneamente alla proposta odierna.
INIZIATIVE PER ARMONIZZARE LE PORTE DI RICARICA DEI DISPOSITIVI ELETTRONICI
Revisione della direttiva sulle apparecchiature radio
E
INIZIATIVE PER ARMONIZZARE GLI ALIMENTATORI ESTERNI
Revisione del regolamento della Commissione che stabilisce le specifiche per la progettazione ecocompatibile degli alimentatori esterni
Fonte: Commissione europea