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CONOU: Consorzio Nazionale Oli Minerali Usati

CONOU Consorzio Nazionale Oli Minerali Usati

CONOU: Consorzio Nazionale Oli Minerali Usati 

ID 13012 | 06.03.2021 / Documento illustrativo completo in allegato

Il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati (fino a maggio 2017 COOU Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati) è storicamente il primo ente ambientale nazionale dedicato alla raccolta differenziata di un rifiuto pericoloso. Nato con D.P.R. 691/1982, in ottemperanza alla direttiva 75/439/CEE, fanno parte del Consorzio le imprese che producono, importano o mettono in commercio oli base vergini, le imprese che producono oli base mediante un processo di rigenerazione, le imprese che effettuano il recupero e la raccolta degli oli usati, le imprese che effettuano la sostituzione e la vendita degli oli lubrificanti. Il CONOU è un esempio positivo di collaborazione pubblico-privato: due ministeri (Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare e Sviluppo Economico) hanno propri rappresentanti negli organi della governance consortile (Collegio Sindacale), mentre la responsabilità gestionale è privatistica. Oltre ad assicurare su tutto il territorio nazionale la raccolta degli oli lubrificanti usati, che vengono destinati in via prioritaria all’industria della rigenerazione, il Consorzio si occupa anche dell’informazione e della sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche della corretta gestione degli oli usati, che sono rifiuti pericolosi.

Il 18 novembre 2017 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo statuto del CONOU con Decreto 7 Novembre 2017, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati.

Il CONOU, nato come Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati con D.P.R. 691/1982, emanato in ottemperanza alla direttiva 75/439/CEE, è il primo ente ambientale nazionale dedicato alla raccolta differenziata di un rifiuto pericoloso. Assicura su tutto il territorio nazionale la raccolta degli oli minerali usati, che vengono destinati in via prioritaria all’industria della rigenerazione e sensibilizza l’opinione pubblica sulle tematiche della corretta gestione di rifiuti altamente pericolosi quali gli oli usati.

La mission del CONOU, così come definita tra l’altro dall’art. 11 del Dlgs 27 gennaio 1992, n. 95 e dall’art. 236 del D.Lgs n. 152 del 2006, è la seguente:

D.Lgs n. 152 del 2006

Art. 236 Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati

(articolo così modificato dall'art. 2, comma 30-nonies, d.lgs. n. 4 del 2008)

1. Al fine di razionalizzare e organizzare la gestione degli oli minerali usati, da avviare obbligatoriamente alla rigenerazione tesa alla produzione di oli base, le imprese di cui al comma 4, sono tenute a partecipare all'assolvimento dei compiti previsti al comma 12 tramite adesione al consorzio di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 95. Il consorzio adottano sistemi di gestione conformi ai principi di cui all'articolo 237.
2. Il consorzio di cui al comma 1, già riconosciuto dalla previgente normativa, ha personalità giuridica di diritto privato senza scopo di lucro e adegua il proprio statuto in conformità allo schema tipo approvato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, entro centoventi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e ai principi contenuti nel presente decreto ed in particolare a quelli di trasparenza, efficacia, efficienza ed economicità, nonché di libera concorrenza nelle attività di settore. Nei consigli di amministrazione del consorzio il numero dei consiglieri di amministrazione in rappresentanza dei raccoglitori e dei riciclatori dei rifiuti deve essere uguale a quello dei consiglieri di amministrazione in rappresentanza dei produttori. Lo statuto adottato dal consorzio è trasmesso entro quindici giorni al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del mare, che lo approva di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, salvo motivate osservazioni cui il consorzio è tenuto ad adeguarsi nei successivi sessanta giorni. Qualora il consorzio non ottemperi nei termini prescritti, le modifiche allo statuto sono apportate con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico; Il decreto ministeriale di approvazione dello statuto del consorzio è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
3. Le imprese che eliminano gli oli minerali usati tramite co-combustione e all'uopo debitamente autorizzate e gli altri consorzi di cui al presente articolo sono tenute a fornire al Consorzio di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 95, i dati tecnici di cui al comma 12, lettera h), affinché tale consorzio comunichi annualmente tutti i dati raccolti su base nazionale ai Ministeri che esercitano il controllo, corredati da una relazione illustrativa. Alla violazione dell'obbligo si applicano le sanzioni di cui all'articolo 258 per la mancata comunicazione di cui all'articolo 189, comma 3.
4. Al Consorzio partecipano in forma paritetica tutte le imprese che:
a) le imprese che producono, importano o mettono in commercio oli base vergini;
b) le imprese che producono oli base mediante un processo di rigenerazione;
c) le imprese che effettuano il recupero e la raccolta degli oli usati;
d) le imprese che effettuano la sostituzione e la vendita degli oli lubrificanti.
5. Le quote di partecipazione al consorzio sono ripartite fra le categorie di imprese di cui al comma 4 e nell'ambito di ciascuna di esse sono attribuite in proporzione delle quantità di lubrificanti prodotti, commercializzati rigenerati o recuperati.
6. Le deliberazioni degli organi del Consorzio, adottate in relazione alle finalità della parte quarta del presente decreto ed a norma dello statuto, sono vincolanti per tutti i consorziati.
7. Il consorzio determina annualmente, con riferimento ai costi sopportati nell'anno al netto dei ricavi per l'assolvimento degli obblighi di cui al presente articolo, il contributo per chilogrammo dell'olio lubrificante che sarà messo a consumo nell'anno successivo. Ai fini della parte quarta del presente decreto si considerano immessi al consumo gli oli lubrificanti di base e finiti all'atto del pagamento dell'imposta di consumo.
8. Le imprese partecipanti sono tenute a versare al consorzio i contributi dovuti da ciascuna di esse secondo le modalità ed i termini fissati ai sensi del comma 9.
9. Le modalità e i termini di accertamento, riscossione e versamento dei contributi di cui al comma 8, sono stabiliti con decreto del Ministro della economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle attività produttive, da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale entro un mese dall'approvazione dello statuto del consorzio.
10. Il consorzio di cui al comma 1 trasmette annualmente al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed al Ministro delle attività produttive i bilanci preventivo e consuntivo entro sessanta giorni dalla loro approvazione. Il Consorzio di cui al comma 1, entro il 31 maggio di ogni anno, presenta al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed al Ministro delle attività produttive una relazione tecnica sull'attività complessiva sviluppata dallo stesso e dai suoi singoli aderenti nell'anno solare precedente.
11. Lo statuto di cui al comma 2, prevede, in particolare, gli organi del consorzio e le relative modalità di nomina.
12. Il consorzio svolgono per tutto il territorio nazionale i seguenti compiti:
a) promuovere la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle tematiche della raccolta;
b) assicurare ed incentivare la raccolta degli oli usati ritirandoli dai detentori e dalle imprese autorizzate;
c) espletare direttamente la attività di raccolta degli oli usati dai detentori che ne facciano richiesta nelle aree in cui la raccolta risulti difficoltosa o economicamente svantaggiosa;
d) selezionare gli oli usati raccolti ai fini della loro corretta eliminazione tramite rigenerazione, combustione o smaltimento;
e) cedere gli oli usati raccolti:
1) in via prioritaria, alla rigenerazione tesa alla produzione di oli base;
2) in caso ostino effettivi vincoli di carattere tecnico economico e organizzativo, alla combustione o coincenerimento;
3) in difetto dei requisiti per l'avvio agli usi di cui ai numeri precedenti, allo smaltimento tramite incenerimento o deposito permanente;
f) perseguire ed incentivare lo studio, la sperimentazione e la realizzazione di nuovi processi di trattamento e di impiego alternativi:
g) operare nel rispetto dei principi di concorrenza, di libera circolazione dei beni, di economicità della gestione, nonché della tutela della salute e dell'ambiente da ogni inquinamento dell'aria, delle acque del suolo;
h) annotare ed elaborare tutti i dati tecnici relativi alla raccolta ed eliminazione degli oli usati e comunicarli annualmente al Consorzio di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 95, affinché tale Consorzio li trasmetta ai Ministeri che esercitano il controllo, corredati da una relazione illustrativa;
i) garantire ai rigeneratori, nei limiti degli oli usati rigenerabili raccolti e della produzione dell'impianto, i quantitativi di oli usati richiesti a prezzo equo e, comunque, non superiore al costo diretto della raccolta;
l) assicurare lo smaltimento degli oli usati nel caso non sia possibile o economicamente conveniente il recupero, nel rispetto delle disposizioni contro l'inquinamento.
13. Il consorzio può svolgere le proprie funzioni sia direttamente che tramite mandati conferiti ad imprese per determinati e limitati settori di attività o determinate aree territoriali. L'attività dei mandatari è svolta sotto la direzione e la responsabilità del consorzio stesso.
14. I soggetti giuridici appartenenti alle categorie di cui al comma 4 che vengano costituiti o inizino comunque una delle attività proprie delle categorie medesime successivamente all'entrata in vigore della parte quarta del presente decreto aderiscono al Consorzio di cui al comma 1, entro sessanta giorni dalla data di costituzione o di inizio della propria attività.
15. Decorsi novanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto di approvazione dello statuto di cui al comma 2, chiunque detiene oli minerali esausti è obbligato al loro conferimento al Consorzio di cui al comma 1, direttamente o mediante consegna a soggetti incaricati del consorzio o autorizzati, in base alla normativa vigente, a esercitare le attività di gestione di tali rifiuti. L'obbligo di conferimento non esclude la facoltà per il detentore di cedere gli oli minerali esausti ad imprese di altro Stato membro della Comunità europea.
16. Per il raggiungimento degli obiettivi pluriennali di recupero e riciclaggio, gli eventuali avanzi di gestione accantonati dal consorzio di cui al comma 1 nelle riserve costituenti il patrimonio netto non concorrono alla formazione del reddito, a condizione che sia rispettato il divieto di distribuzione, sotto qualsiasi forma, ai consorziati di tali avanzi e riserve, anche in caso di scioglimento del consorzio medesimo.

Il sistema di raccolta e gestione degli oli usati del CONOU

Sistema CONOU

Figura 1 - Sistema di raccolta e gestione degli oli usati del CONOU (Fonte: Rapporto di Sostenibilità 2019)

Aziende concessionarie

Il CONOU si avvale di una rete di raccolta costituita da 65 aziende private di raccolta, dislocate su tutto il territorio nazionale, che con i loro automezzi raccolgono gli oli lubrificanti usati. La rete delle 65 aziende raccoglitrici consorziate costituisce la spina dorsale del Consorzio: si tratta di imprese private, autorizzate dalle autorità competenti a raccogliere gli oli usati per poi stoccarli nei depositi della filiera.

Il prelievo dei lubrificanti usati presso i produttori viene effettuato direttamente o tramite sub-raccoglitori e, una volta stoccati gli oli usati vengono analizzati per determinarne le caratteristiche qualitative e decidere il corretto canale di smaltimento. Ogni azienda consorziata deve aver ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001 e quella ambientale ISO 14001, mentre alcune sono in possesso anche della certificazione Emas.

Il servizio di raccolta è del tutto gratuito per i detentori di lubrificanti usati non contenenti sostanze che ne impediscano il riciclo. Chiunque, telefonando al numero verde del Consorzio, 800 863 048, può avere

Aziende di rigenerazione

Il Consorzio coordina l’attività di 3 impianti di rigenerazione distribuiti su tutto ilterritorio nazionale. La rigenerazione è il processo che meglio valorizza l’olio usato raccolto, perché consente di trasformarlo in una base lubrificante rigenerata, con caratteristiche qualitative simili a quelle degli oli prodotti direttamente dalla lavorazione del greggio. La rigenerazione ha anche un alto rendimento: da 100 kg di olio usato si possono ottenere circa 65 kg di olio base rigenerato e 20/25 kg di gasolio e bitume, consentendo così un risparmio significativo sulla bolletta energetica italiana: circa il 25% del mercato delle basi lubrificanti in Italia è costituito da basi rigenerate.

Rete di raccolta

L’attività di raccolta degli oli lubrificanti usati coinvolge una pluralità di soggetti. Il CONOU, per raggiungere i suoi scopi, si avvale di una rete di raccolta costituita da concessionari e raccoglitori indipendenti presenti su tutto il territorio nazionale. Si tratta di imprese private, autorizzate dalle autorità competenti a raccogliere gli oli usati presso i detentori (industrie, stazioni di servizio, autoriparatori, isole ecologiche, ecc.), per poi stoccarli nei loro depositi.
Il prelievo dei lubrificanti usati presso i produttori viene effettuato direttamente o tramite sub-raccoglitori e una volta stoccati nei depositi, gli oli usati vengono analizzati per determinarne le caratteristiche qualitative e decidere il corretto canale di smaltimento. La raccolta viene effettuata senza oneri a carico del detentore. I costi della raccolta sostenuti dai raccoglitori sono coperti dal Consorzio. Il CONOU inoltre fornisce anche un corrispettivo economico alle imprese di rigenerazione (legge 166 del 20/11/2009) per consentire loro di commercializzare le basi rigenerate a prezzi di mercato.
La rete delle aziende raccoglitrici, 65 in tutto il territorio nazionale, costituisce la spina dorsale del Sistema Consorzio; per questo ognuna di esse deve aver ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001 e quella ambientale ISO 14001. Alcune sono in possesso anche della certificazione Emas. Il servizio di raccolta è del tutto gratuito per i produttori di lubrificanti usati non contenenti sostanze che ne impediscano il riciclo. In quest’ultimo caso gli oli sono inviati alla termodistruzione e il costo relativo è a carico del detentore del rifiuto.

Attività

Raccolta

Il CONOU coordina l’attività di 65 aziende private di raccolta distribuite su tutto il territorio nazionale che ogni giorno raccolgono i lubrificanti usati dai detentori di questo rifiuto. In 36 anni di attività il Consorzio ha raccolto 6,1 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, 5,5 milioni delle quali avviate alla rigenerazione, mentre sono state prodotte 3,2 milioni di tonnellate di olio base. Nel 2019 il Consorzio ha raccolto 191 mila tonnellate di olio usato, un risultato vicino al 100% del potenziale raccoglibile, avviandone la sostanziale totalità a rigenerazione che ha permesso di ottenere 128 mila tonnellate di basi lubrificanti di alta qualità, circa 13 mila tonnellate di gasolio e 30 mila di bitume.

Smaltimento

Tutto l’olio lubrificante raccolto viene analizzato e avviato al riciclo. La stessa legge che regola l’attività del Consorzio stabilisce con puntualità i criteri che determinano le diverse destinazioni.
L’articolo 236 sancisce che gli oli usati raccolti devono essere smaltiti:
a) in via prioritaria tramite rigenerazione tesa alla produzione di basi lubrificanti;
b) nel caso in cui la rigenerazione sia impedita da effettivi vincoli di carattere tecnico, economico e organizzativo, tramite combustione o coincenerimento;
c) ove le alternative suddette non siano praticabili in ragione della natura dell’olio usato raccolto, tramite incenerimento o deposito permanente.
La normativa che regola il settore determina quindi la destinazione degli oli usati raccolti che, in base alla presenza dei diversi inquinanti, vengono avviati al tipo di trattamento più adatto al corretto smaltimento.
Lo smaltimento dell’olio usato può avvenire tramite:

Rigenerazione

La rigenerazione è il processo che meglio valorizza l’olio usato raccolto, perché consente di trasformarlo in una base lubrificante rigenerata, con caratteristiche qualitative simili a quelle degli oli prodotti direttamente dalla lavorazione del greggio. La rigenerazione ha anche un alto rendimento: da 100 kg di olio usato si possono ottenere circa 65 kg di olio base rigenerato e 20/25 kg di gasolio e bitume, consentendo così un risparmio significativo sulla bolletta energetica italiana. Infatti circa il 30% del mercato delle basi lubrificanti in Italia è costituito da basi rigenerate.

I processi di rigenerazione

Nel primo processo l’olio usato viene riscaldato a 140° e distillato in una colonna sottovuoto nella quale si separano l’acqua e gli idrocarburi leggeri. Il prodotto disidratato viene poi distillato: le impurità dell’olio rimangono sul fondo e, contemporaneamente, vengono separate frazioni oleose a diversa viscosità. Le frazioni ottenute e il gasolio vengono poi “idrofiniti” in un impianto catalitico ad alta pressione. Attraverso l’hydrofinishing l’olio e l’idrogeno vengono portati in temperatura in un forno di riscaldamento; successivamente, passano in un reattore contenente il catalizzatore che favorisce l’eliminazione delle sostanze insature (sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente). All’uscita del reattore si separano due fasi: una gassosa e una liquida; la prima viene lavata con acqua, la seconda viene trattata con vapore. Dopo il trattamento, l’acqua contenuta nell’olio viene eliminata in un essiccatore sotto vuoto. Il risultato finale della lavorazione è un olio trasparente con bassissimo contenuto di zolfo e polinucleari aromatici. Nel secondo processo si utilizzano due impianti in serie per rimuovere l’acqua e gli idrocarburi leggeri; successivamente l’olio passa in un impianto di deasfaltazione con propano dove vengono eliminati i composti più pesanti che, opportunamente fluidificati, trovano impiego come componenti per bitumi. L’olio deasfaltato viene poi distillato in una frazione di testa, quattro frazioni laterali e in una frazione di fondo colonna. Il prodotto finale, ulteriormente depurato dai residui, viene poi avviato all’hydrofinishing come nel sistema precedente. Il terzo trattamento si distingue in due fasi: la distillazione dell’olio usato e la raffinazione chimica del distillato. La distillazione viene effettuata attraverso una tecnologia costituita da evaporatori rotanti a film sottile associati a una più convenzionale colonna a piatti. Con questo trattamento si opera un frazionamento dei costituenti dell’olio usato, si recuperano le varie frazioni idrocarburiche –acqua, idrocarburi leggeri, gasolio, due distillati (medio e pesante) e un residuo bituminoso – e si procede alla separazione dei residui bituminosi. I due distillati ottenuti (medio e pesante) vengono poi avviati alla raffinazione chimica i cui prodotti finali costituiscono le basi per la produzione di oli lubrificanti.

Combustione

Gli oli usati ritenuti non adatti alla rigenerazione vengono inviati a impianti autorizzati -come i cementifici – che li utilizzano come combustibile. Le lavorazioni in questo tipo di impianti raggiungono temperature altissime che neutralizzano la parte inquinante degli oli usati. I fumi generati dalla combustione passano attraverso speciali filtri in grado di garantire emissioni non dannose per l’atmosfera. L’olio usato ha potere calorifico di 9.500 kcal/kg, simile a quello del normale olio combustibile e per questo viene riutilizzato in modo efficiente ed economico. Come avviene per la rigenerazione, anche in questo caso gli oli usati trovano una seconda vita e consentono un risparmio importante nell’impiego di risorse primarie (combustibili fossili tradizionali) senza perdite in fatto di prestazioni. L’aspetto ambientale più rilevante del processo di combustione è, in analogia a quanto avviene per i materiali utilizzati come combustibili nei cementifici, legato alle emissioni in aria di ossidi di carbonio (CO e CO2), ossidi di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx) e polveri. L’anidride carbonica (CO2) merita particolare attenzione poiché le sue emissioni sono regolate dall’applicazione nazionale del Protocollo di Kyoto. Mentre il controllo delle emissioni di ossidi di carbonio può essere ottenuto migliorando il processo di combustione e aumentandone l’efficienza, il trattamento delle altre emissioni varia notevolmente a seconda del tipo di inquinante rilasciato.

Termodistruzione

Nel caso in cui l’olio usato sia così inquinato da non poter essere avviato agli impianti di rigenerazione o di combustione, viene eliminato attraverso la termodistruzione; questo processo elimina definitivamente le sostanze nocive presenti nell’olio usato, salvaguardando l’ambiente. Gli oli usati soggetti al processo di termodistruzione sono quelli che contengono sostanze inquinanti difficilmente separabili dall’olio e in quantitativi tali da rendere difficile e antieconomico il loro recupero. Fanno parte di questa categoria di oli quelli contenenti PCB (policlorobifenili, sostanze una volta utilizzate come fluidi dielettrici nei trasformatori elettrici) e Cloro in concentrazioni molto elevate. Sul totale degli oli usati, quelli che potemmo definire “irrecuperabili” sono una quantità minima (circa lo 0,2%). Ciononostante, il loro smaltimento deve essere condotto con particolari accorgimenti. La termodistruzione infatti produce emissioni gassose che possono avere un significativo impatto ambientale ed è dunque su queste che si è concentrata l’attenzione normativa e impiantistica, allo scopo di consentire il maggior contenimento possibile. Le caratteristiche qualitative e quantitative delle emissioni in atmosfera derivanti dalla termodistruzione dipendono, innanzitutto, dalle caratteristiche dell’olio – oltre che dal tipo di forno utilizzato – dalle caratteristiche operative del processo e dalle misure preventive adottate per il contenimento dei fumi. Per questo è importante che le emissioni prodotte dalla termodistruzione siano sottoposte a un rigido controllo e regolate da norme ambientali specifiche dove siano stabiliti i limiti di concentrazione delle sostanze inquinanti residue. Infatti, la realizzazione di una combustione efficiente basata sul controllo della temperatura, della turbolenza e dei tempi di combustione, permette di ridurre gli impatti ambientali della termodistruzione.

La Circular Economy degli Oli usati gestiti dal CONOU

Nel 2019 le imprese del sistema CONOU hanno raccolto un totale di 191,3 mila tonnellate di oli usati (+2,5 punti percentuali rispetto al 2018), pressoché conseguendo il target del 100% di circolarità. In altre parole, la raccoglibilità teorica nelle diverse tipologie di usi (i.e. l’olio per gomme o motori a 2T presenta uno 0% di raccoglibilità, perché il processo ne prevede o la totale inclusione nel prodotto o la totale combustione, mentre per gli oli trasformatori la recuperabilità è del 95%, in quanto l’olio, svolgendo un puro servizio dielettrico non è, normalmente, sottoposto a particolari stress o perdite) secondo standard Europei è circa al 47% dell’immesso al consumo. Tale dato rappresenta quindi il massimo raccoglibile nel Sistema e pertanto un traguardo per il CONOU, oggi sostanzialmente raggiunto. Inoltre, in continuità con lo scorso anno, del totale raccolto nel 2019, più del 99% è stato destinato a rigenerazione di contro al 91% del 2000, generando un significativo risparmio sulla bilancia energetica del Paese.

Economia circolare

Figura 2 - La Circular Economy degli Oli usati gestiti dal CONOU  (Fonte: Rapporto di Sostenibilità 2019)

 [...] Segue in allegato

Fonte: CONOU

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