INAIL | primi dati sulle denunce da Covid-19
Scheda tecnica 30 Aprile 2020 (aggiornamento 21.04.2020)
La tutela infortunistica
L’articolo 42, comma 2, del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, stabilisce che nei casi accertati di infezione da Coronavirus (SARS-CoV-2) in occasione di lavoro, il medico certificatore redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’Inail che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato. Le prestazioni Inail nei casi accertati di infezioni da Coronavirus in occasione di lavoro sono erogate anche per il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria dell’infortunato con la conseguente astensione dal lavoro.
In via preliminare si precisa che, secondo l’indirizzo vigente in materia di trattazione dei casi di malattie infettive e parassitarie, l’Inail tutela tali affezioni morbose, inquadrandole, per l’aspetto assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro: in questi casi, infatti, la causa virulenta è equiparata a quella violenta. Sono destinatari di tale tutela, quindi, i lavoratori dipendenti e assimilati, in presenza dei requisiti soggettivi previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 30 giugno 1965, nonché gli altri soggetti previsti dal decreto legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000 (lavoratori parasubordinati, sportivi professionisti dipendenti e lavoratori appartenenti all’area dirigenziale) e dalle altre norme speciali in tema di obbligo e tutela assicurativa Inail.
Nell’attuale situazione pandemica, l’ambito della tutela riguarda innanzitutto gli operatori sanitari esposti a un elevato rischio di contagio. A una condizione di elevato rischio di contagio possono essere ricondotte anche altre attività lavorative che comportano il costante contatto con il pubblico/l’utenza. In via esemplificativa, ma non esaustiva, si indicano: lavoratori che operano in front-office, alla cassa, addetti alle vendite/banconisti, personale non sanitario operante all’interno degli ospedali con mansioni tecniche, di supporto, di pulizie, operatori del trasporto infermi, ecc. Le predette categorie non esauriscono, però, l’ambito di intervento in quanto residuano casi, anch’essi meritevoli di tutela.
Le denunce di infortunio pervenute all’Inail al 21 aprile 2020: l’individuazione dei casi, il periodo di osservazione e il contesto nazionale
I primi dati sulle denunce di infortunio da Covid-19 che l’Inail mette a disposizione sono provvisori e il loro confronto con quelli osservati a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità (Iss) richiede cautele, innanzitutto per la più ampia platea rilevata dall’Iss rispetto a quella Inail riferita ai soli lavoratori assicurati, e poi per la trattazione degli infortuni, in particolare quelli con esito mortale, per i quali la procedura presenta maggiore complessità dato l’attuale contesto, del tutto eccezionale e senza precedenti, di lockdown.
Numerosi infortuni, infatti, sono entrati negli archivi statistici dell’Istituto nel mese di aprile data la circostanza non sempre chiara – emersa soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell’emanazione della circolare Inail n. 13 del 3 aprile 2020 – di ricondurre la natura dei contagi da Covid-19 a infortunio sul lavoro.
Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Inail, sarà comunque necessario attendere il consolidamento dei dati, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Inoltre, giova ribadire che i dati Inail sono un sottoinsieme del fenomeno osservato a livello epidemiologico dall’Iss, non essendo oggetto della tutela assicurativa Inail, ad esempio, una specifica platea, anche particolarmente esposta al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia, dei medici liberi professionisti e dei farmacisti.
Le statistiche di seguito riportate hanno il fine di dare conoscenza quantitativa e qualitativa del fenomeno Coronavirus in termini di denunce pervenute all’Istituto alla data del 21 aprile 2020 e saranno replicate con successivi aggiornamenti.
Report
Denunce di infortunio in complesso
Il monitoraggio alla data del 21 aprile 2020 rileva:
- 28.381 denunce di infortunio a seguito di Covid-19 segnalate all’Inail (ogni quattro denunce di infortunio una è da Covid-19), il 66% delle quali concentrato nel mese di marzo;
- per il 71,1% i contagiati sono donne, il 28,9% uomini;
- l’età media è di poco superiore a 46 anni (46 per le donne, 47 per gli uomini); l’età mediana (quella che ripartisce la platea – ordinata secondo l’età – in due gruppi ugualmente numerosi) è 48 anni (62 anni quella riportata dall’Istituto superiore della sanità per i contagiati nazionali);
- il dettaglio per fascia di età mostra come il 43,0% del totale delle denunce riguardi la fascia 50-64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (37,3%), 18-34 anni (17,7%) e over 64 anni (2,0%);
- gli stranieri sono il 12,6% (8 su 10 sono donne);
- gli italiani sono l’87,4% (7 su 10 sono donne);
- l’analisi territoriale evidenzia una distribuzione delle denunce del 52,8% nel NordOvest (Lombardia 35,1%), del 26,0% nel Nord-Est (Emilia Romagna 10,1%), del 12,7% al Centro (Toscana 5,5%), del 6,0% al Sud (Puglia 2,6%) e del 2,5% nelle Isole (Sardegna 1,3%);
- delle 28.381 denunce di infortunio da Covid-19, quasi tutte riguardano la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (circa il 99%), mentre il numero dei casi registrati nelle restanti gestioni assicurative dell’Agricoltura, della Navigazione e per Conto dello Stato è inferiore a 300;
- rispetto alle attività produttive (classificazione delle attività economiche AtecoIstat 2007) coinvolte dalla pandemia, il settore della Sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo…) registra il 72,8% delle denunce;
- l’analisi per professione dell’infortunato evidenzia la categoria dei tecnici della salute – con il 45,7% - come quella più coinvolta da contagi (con oltre tre casi su quattro relativi alle donne), seguita dagli operatori socio-sanitari con il 18,9% (l’80% donne), dai medici con il 14,2%, dagli operatori socio-assistenziali con il 6,2%, e dal personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione con il 4,6%.
Denunce di infortunio con esito mortale
Il monitoraggio alla data del 21 aprile 2020 rileva:
- 98 denunce di infortunio con esito mortale a seguito di Covid-19 pervenute all’Inail (circa quattro casi su 10 decessi denunciati), relative a 52 decessi avvenuti in marzo e 46 in aprile;
- per il 79,6% i decessi hanno interessato gli uomini, il 20,4% le donne (al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce);
- l’età media dei deceduti è 58 anni (per entrambi i generi); l’età mediana (quella che ripartisce la platea – ordinata secondo l’età – in due gruppi ugualmente numerosi) è 59 anni (80 anni quella calcolata dall’Istituto superiore di sanità per i deceduti nazionali);
- il dettaglio per fascia di età mostra come il 68,4% del totale delle denunce riguardi la fascia 50-64 anni. Seguono le fasce over 64 anni (20,4%), 35-49 anni (9,2%) e under 34 anni (2,0%);
- l’analisi territoriale evidenzia una distribuzione dei decessi del 54,1% nel NordOvest (Lombardia 36,7%), del 13,3% nel Nord-Est (Emilia Romagna 9,2%), del 10,2% nel Centro (Marche 4,1%), del 20,4% al Sud (Campania 9,2%) e del 2,0% nelle Isole (Sicilia 2,0%);
- la quasi totalità dei decessi afferisce alla gestione assicurativa dell’Industria e servizi;
- rispetto alle attività produttive (classificazione delle attività economiche AtecoIstat 2007) coinvolte dalla pandemia, il settore della Sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo…) registra il 42,2% dei decessi;
- l’analisi per professione dell’infortunato evidenzia la categoria dei tecnici della salute come quella più coinvolta dai decessi (15% rispetto ai casi codificati), seguita da medici, operatori socio-sanitari e operatori socio-assistenziali (tutte e tre le categorie professionali con il 13% dei casi).
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Infografiche
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Fonte: INAIL
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