Tragedia sul lavoro per le esalazioni di gas tossici a Casteldaccia di Palermo
ID 21813 | 07.05.2024
Altra tragedia sul lavoro del 2024: 5 operai edili sono morti ed uno è rimasto intossicato (in gravissime condizioni) il 6 maggio 2024 a Casteldaccia, in provincia di Palermo, mentre eseguivano lavori sulla rete fognaria per conto dell’Amap spa, l’Azienda Municipalizzata Acquedotto Palermo, vittime delle esalazioni di gas tossici.
I sei operai che sono rimasti intrappolati si sarebbero calati nel tombino dell'impianto fognario uno dietro l'altro restando poi soffocati dall’idrogeno solforato inalato. Soltanto uno dei lavoratori sarebbe rimasto fuori ed è lui ad aver lanciato l'allarme e ad essere rimasto illeso.
Il contratto di appalto che la Quadrifoglio Group, la società per cui quattro delle vittime lavoravano, uno era invece un interinale, ha sottoscritto con l’Amap, la municipalizzata che gestisce acqua e rete fognaria a Palermo e in provincia, prevedeva che i lavori di spurgo a cui la squadra lavorava fossero fatti in superficie.
Un mezzo, ora sequestrato dalla polizia, che stazionava vicino al luogo dell’incidente, accaduto sulla Statale 113, avrebbe dovuto ripulire le fognature attraverso l’azione di una pompa manovrata dall’esterno. Per questo gli operai non indossavano le mascherine, che probabilmente avrebbero salvato loro la vita e non avevano portato nei locali sotterranei in cui sono morti il "gas alert", un dispositivo che misura le concentrazioni di gas e che li avrebbe potuti avvertire che, lì sotto, l’idrogeno solforato era presente in quantità dieci volte superiore ai limiti massimi.
Perché i primi tre lavoratori siano scesi nel pozzetto non è chiaro. Forse la pompa non funzionava e le vittime, tra cui uno dei titolari della Quadrifoglio, sono andate a vedere cosa non andasse e, non riuscendo a risalire, sono stati raggiunti dagli altri che sono morti uno a uno. Una ipotesi che solo i superstiti, gli altri tre dipendenti rimasti in strada, uno dei quali ha dato l’allarme, potrebbero confermare.
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Fonte: Corriere della Sera